Principe di Piemonte versione superlusso: parte la nuova era targata famiglia Nesti
La Gb Invest ha acquisito il 100% della proprietà dell’hotel Già spesi 1,5 milioni, ora l’obiettivo è il salto di categoria
viareggio
Criticata, qua e là sporca e degradata, bella a modo suo ma non bellissima. Però Viareggio continua ad attirare interessi e investimenti milionari. Soldi che arrivano da fuori: come disse una volta il regista e giornalista Adolfo Lippi «di imprenditori veri a Viareggio ce ne son pochi». Imprenditori, e parecchio abili, sono i Nesti, partiti da Montale (Pistoia) e diventati i sovrani delle scommesse on line: dopo aver ceduto la loro GoldBet per 265 milioni di euro stanno facendo man bassa nel turismo e non solo. L’ultimo colpo in ordine in tempo è il gioiello della corona viareggina, l’hotel Principe di Piemonte. Che, notizia ufficiale, è passato interamente nelle mani del gruppo Nesti, tramite la holding italo-austriaca Gb Invest e la società controllata Savogno Investments, quest’ultima presieduta da Stefano Filucchi.
Un volto noto ma discreto, quello di Filucchi: ex poliziotto, ex manager all’Inter dove era collaboratore fidato di Massimo Moratti, oggi vicepresidente del Cagliari calcio. La Savogno di cui è presidente Filucchi già controllava il 50% del Principe di Piemonte, grazie all’operazione che nel novembre scorso aveva permesso l’acquisizione della maggioranza di Finedil. Un’operazione clamorosa: pagando i 66 milioni di euro di debiti che Finedil aveva con le banche, i Nesti si erano accaparrati il patrimonio del colosso immobiliare viareggino, tra cui metà dell’hotel simbolo della città. L’altra metà era rimasta equamente divisa (25% a testa) tra la famiglia Bagnoli, proprietari della Sammontana, e i Maestrelli, eredi di quell’Egiziano che fu mister Superal e portò la Lucchese a sfiorare la serie A. I Maestrelli sono a loro volta presenti nel settore alberghiero – e non solo – con Villa Roma Imperiale a Forte dei Marmi e il Minerva in centro storico a Firenze.
Fatto sta che le loro quote, così come quelle dei Bagnoli, sono state comprate da Gb Invest, ora titolare del 100% del Principe. Che va ad aggiungersi agli acquisti già fatti nella boutique più cara: a Forte dei Marmi sono del gruppo Gb i bagni Maitò e Orsa Maggiore, con ristoranti annessi, più l’hotel Giada dove sono in corso lavori per renderlo un posto esclusivo.
Anche il nuovo Principe di Piemonte dovrà essere all’altezza di queste aspettative. I nuovi proprietari hanno già investito un milione e mezzo di euro per alcune ristrutturazioni durante il periodo del lockdown, in particolare sul bar della terrazza. L’obiettivo è fare l’ultimo salto di categoria, perché le stelle siano sempre 5 – senza retrocedere a 4 in inverno – e il lusso la faccia da padrone. Ora che la partita con la vecchia proprietà è chiusa, il progetto può partire. E non lo farà, a dispetto di voci che lo vedevano già a Forte, senza la punta di diamante Giuseppe Mancino, chef con due stelle Michelin che ha reso il ristorante Piccolo Principe una mèta irrinunciabile per tutti i gourmet che si rispettino. I suoi tavoli sono quasi sempre esauriti: Mancino dovrà essere il punto fermo di un’offerta che oggi vede il Principe di Piemonte riempire il 60-70% delle camere nei fine settimana. Quasi tutti sono clienti italiani, gli stranieri oscillano tra il 10 e il 20%. Dalla nuova proprietà, che non fa trapelare cifre su quanto si intenderà mettere sul piatto per abbellire ancora di più il Principe, arrivano poco più di intenzioni e un auspicio: «Che altri prendano esempio da noi e investano su Viareggio». A quanto pare, chi ha molti soldi da spendere è sicuro che convenga farlo qui. —