Femminicidio
Rapine in centro a Pisa, cinque minori indagati. Le vittime? Tutti coetanei: «Dacci i soldi, altrimenti ti picchiamo»
L’indagine è nata da un primo episodio nella notte di Capodanno: decisive le testimonianze e i filmati delle telecamere
PISA. Uno in carcere e quattro obbligati a rimanere nelle loro case. È il risultato di un’operazione dei carabinieri di Pisa nei confronti di cinque minorenni, destinatari di altrettante ordinanze di applicazione di misura cautelare, residenti nelle province di Pisa e Livorno, ritenuti responsabili di rapine e tentate rapine nei confronti di coetanei nel centro di Pisa.
L’indagine è nata da un primo episodio, avvenuto nella notte di Capodanno a cui poi ne sono seguiti altri nove. Otto le rapine che sono state messe in pratica tra piazza Santa Caterina, Borgo Stretto e corso Italia il primo, il 2, il 3 e il 25 gennaio, il primo e il 5 febbraio. Due quelle tentate (il 3 gennaio e il 4 febbraio). Decisive le testimonianze che hanno permesso ai militari di ricostruire i fatti con i genitori delle vittime che hanno sollecitato un veloce intervento delle forze dell’ordine per paura che i loro figli subissero ritorsioni.
I carabinieri si sono avvalsi anche dei filmati delle telecamere pubbliche e private che si trovano nel centro di Pisa. Secondo quanto appreso, le vittime venivano avvicinate e costrette a cedere soldi e altri effetti personali come giubbotti, powerbank o sigarette elettroniche. E spesso venivano minacciati con frasi del tipo “dacci tutti i soldi, perché se poi li troviamo noi, ti picchiamo”. In alcuni casi i rapinatori avrebbero messo le mani nelle proprie tasche facendo intuire alle vittime di possedere anche armi.
I militari hanno anche effettuato verifiche con il cosiddetto “web patrolling”, lo studio e l’analisi dei vari profili social degli indagati, in cui postavano video e foto ostentando coltelli, armi giocattolo, dissuasori elettrici di libera vendita, e mostrandosi spesso in gruppo, in alcuni casi coi volti coperti da passamontagna, per creare timore nei confronti delle vittime. Dal comando provinciale dell’Arma sostengono anche che questo atteggiamento nascondeva il potenziale rischio di generare fenomeni di emulazione.
Al termine dell’indagine che, secondo i carabinieri, avrebbe consentito di raccogliere importanti e decisivi elementi a carico degli indagati, il Tribunale per i Minorenni di Firenze, su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni, ha emesso le misure cautelari eseguite nella mattinata martedì 15 aprile.