Il Tirreno

Pisa

Il caso

Uccise dottoressa per vendetta, gli psichiatri divisi tra infermità mentale e capacità d'intendere: i perché dell'ergastolo

di Sabrina Chiellini

	Gianluca Paul Seung e la vittima, Barbara Capovani
Gianluca Paul Seung e la vittima, Barbara Capovani

Pisa, le motivazioni della sentenza di Gianluca Paul Seung, l'uomo che ha ucciso la dottoressa Barbara Capovani

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PISA. Sono state depositate le motivazioni della sentenza con la quale la Corte d’Assise di Pisa ha condannato all’ergastolo Gianluca Paul Seung, 36 anni, di Torre del Lago, per l’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, 55 anni, responsabile del servizio di psichiatria diagnosi e cura del Santa Chiara, aggredita fuori dal reparto dove lavorava il 21 aprile 2023 poi morta all’ospedale Cisanello dopo due giorni per i traumi inferti con un oggetto pesante, mai ritrovato. Il collegio giudicante, facendo propria l’impostazione accusatoria, ha condannato Seung per omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, riconoscendogli le attenuanti generiche ma non le hanno ritenute né prevalenti, né equivalenti alla premeditazione.

40 pagine

Nelle circa quaranta pagine di motivazioni la sentenza esamina dettagliatamente l’omicidio (il pm Lydia Pagnini aveva chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno per 18 mesi) e l’atteggiamento dell’imputato fin dai momenti dell’arresto avvenuto nei giorni successivi alla morte della psichiatra, grazie anche alle indagini della squadra mobile e alle testimonianze dei colleghi della vittima.

Imputabile

Nel ripercorrere la vicenda la corte d’Assise si è soffermata sui punti cardine del processo, a cominciare dalla salute mentale dell’imputato su cui peraltro gli psichiatri continuano a dividersi. Per la corte al momento del fatto Seung era capace di intendere e volere, come hanno sostenuto fin dall’inizio (e in una integrazione della perizia) i consulenti del gip del Tribunale, i professori Renato Ariatti di Bologna e Stefano Ferracuti di Roma escludendo riscontri accertati su vizi parziali o totali di mente. In carcere poi Seung ha ammesso, durante i colloqui per l’integrazione della perizia, di avere aggredito la dottoressa, per desiderio di vendetta, essendo stato ricoverato nel reparto dove lei lavorava. Seung viene ritenuto «uno psicopatico con disturbo di personalità paranoideo ma imputabile».

Ricorso in appello

Invece i difensori di Seung, gli avvocati Gabriele Parrini e Andrea Pieri, ritengono che Seung, sulla scorta delle perizie in loro possesso, sia da ritenere incapace di intendere o comunque possa essergli riconosciuto un vizio parziale di mente e per questo hanno già annunciato che presenteranno ricorso in appello. «Abbiamo dato una prima lettura alle motivazioni ma riteniamo – dicono i legali di Seung – che ci possa essere spazio per dare una diversa valutazione dello stato mentale dell’imputato, dell’effettiva volontà omicidiaria e della premeditazione anche in relazione a una possibile diversa incidenza delle riconosciute circostanze attenuanti per la valutazione della pena».

Le dichiarazioni

L’ultima udienza (lo scorso ottobre) si è aperta con le dichiarazioni choc dell’imputato che ha ammesso di aver ucciso la dottoressa elencando i suoi presunti motivi. «Confesso, confermo a tutto il mondo, con coraggio e non con spavalderia, con senso di giustizia e lealtà verso i cittadini, di essere l’aggressore di Barbara Capovani. Erano le 17. 53 quando mi sono recato lì mascherato e l’ho colpita con un oggetto contundente. Sono andato lì per sfregiarla ma non per ucciderla, non è stato niente di premeditato».

Risarcimenti

La corte, presieduta dal giudice Giovanni Zucconi, ha deciso anche la condanna al pagamento delle spese processuali e al risarcimento alle parti civili per ciascuno dei figli di Barbara Capovani, alla madre, al compagno convivente, alla Asl Toscana Nord Ovest, euro alla Regione Toscana, all’Ordine dei Medici di Pisal

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