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Pisa, finti rimborsi telefonici: la truffa arriva con la posta elettronica

di Antonio Scuglia
Pisa, finti rimborsi telefonici: la truffa arriva con la posta elettronica

«Caro utente, lei ha pagato troppo»: pioggia di email trappola a Pisa

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PISA. L’esca è un rimborso da 70 euro, che non cambiano la vita a nessuno ma fanno pur sempre comodo. Solo che abboccare costa molto, molto di più, ovvero l’ammontare del proprio conto corrente.In questi giorni sta arrivando a Pisa una pioggia di tentativi di truffa via email, da una banda che ha realizzato una pagina simile a quella della Tim (ovviamente del tutto estranea alla vicenda). «Gentile cliente, - recita il messaggio, in un buon italiano, - Le scriviamo per informarla di un problema che ci è stato segnalato in merito ai recenti pagamenti effettuati. Siamo venuti a conoscenza del fatto che, a causa di un errore tecnico, il suo conto è stato inavvertitamente addebitato tre volte per una recente transazione, con un addebito aggiuntivo di 70 euro. Ci scusiamo per l’inconveniente e cerchiamo di risolvere rapidamente il problema rimborsando le spese in eccesso».

Ed ecco la trappola: «Per avviare il processo di rimborso, cliccate sul pulsante sottostante»: segue un link "Richiedi un rimborso qui" che porta alla pagina-clone. «Facendo clic sul pulsante, - prosegue l’email, - si verrà indirizzati alla nostra pagina sicura di conferma del rimborso. Potrete quindi seguire i passaggi per fornire tutti i dettagli necessari e confermare la vostra richiesta di rimborso.

Per qualsiasi domanda o ulteriore assistenza, non esiti a contattare il nostro team di assistenza». Il messaggio si conclude così: «Ci scusiamo ancora una volta per gli eventuali disagi causati e vi ringraziamo per la vostra pronta collaborazione nella risoluzione del problema. La vostra soddisfazione è di estrema importanza per noi e ci impegniamo a trovare una soluzione rapida».

Naturalmente, a chi ci casca, vengono chiesti i dati bancari dove mandare un rimborso che non arriverà mai, anzi quelle informazioni serviranno ai truffatori per prosciugare il conto. Alcuni server di posta identificano "a monte" la mail-trappola e la sostano nella cartella spam, ma altri non sono così attenti e quindi è facile ritrovarsela nella consueta cartella della posta in arrivo.

E bisogna fare attenzione, perché non è difficile contraffare il mittente. Vale quindi il consiglio di sempre: non fornire mai i propri dati, e se proprio si è ingolositi, contattare il servizio clienti del gestore, qualunque esso sia, per verificare la provenienza e il contenuto del messaggio.

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