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Nautica, un altro big del diporto bussa alla porta di Navicelli

di Valentina Landucci
Nautica, un altro big del diporto bussa alla porta di Navicelli

L’annuncio del presidente Pisano che fa il punto sui lavori fatti e su quelli che ancora servono per la piena funzionalità del canale e dell’area produttiva

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PISA. Pochi giorni fa l’annuncio dell’arrivo a Navicelli nel numero due al mondo nel settore dei grandi yacht, San Lorenzo. Ma potrebbe non essere l’unica novità per l’area produttiva pisana, sempre più baricentrica per il settore del diporto. L’anticipazione è del presidente della Port Authority pisana, Salvatore Pisano, alle prese negli ultimi mesi anche con gli indispensabili lavori sul canale dei Navicelli.

Partiamo da una delle ultime opere: i lavori per la palancolatura del Tombolo doc. A che punto sono?

«Sono in fase di completamento. Sono articolati su due tipologie di lavorazione: la prima, conclusa, consisteva nella realizzazione delle protezioni spondali, per poco meno di un chilometro di argine. Avvieremo a brevissimo la fase di dragaggio per poter rifilare l’alveo in base alle necessita di manovra dei mezzi nell’area antistante al Tombolo doc. Parte dei dragaggi in realtà è già stati avviata, per far sì che questa parziale nuova profilatura dell’alveo fosse anche strumentale al passaggio dei superyacht di Rossinavi. Il consolidamento degli argini va di pari passo con l’opera di dragaggio. Negli ultimi anni infatti le dimensioni degli scafi che vengono costruiti a Navicelli vanno aumentando».

Quali sono ad oggi le principali criticità? E come risolverle?

«Non parlerei di disagi, ma di fermento dei cantieri. Ancora una volta di questi giorni la notizia di un nuovo ulteriore insediamento che presto si consoliderà. In previsione c’è un ulteriore nuovo ingresso sull’area. C’è un fermento senza uguali, che riconduco a una situazione della nautica, a livello internazionale, sicuramente favorevole. Ma anche alla crescente competitività dell’area, dovuta al fatto che stiamo andando avanti in maniera incessante con le infrastrutture, con i dragaggi. Ricordiamo che aver perequato i canoni d’area ha permesso di proporre una nuova contribuzione. Non è passato poi inosservato l’impegno della Port Authority per realizzare quanto più velocemente possibile l’accesso a mare. Questo fermento va convogliato, canalizzato e incentivato, agevolato. Questo perché ovviamente le attività produttive che si insediano qui da noi creano posti lavoro. Basti solo dire che questa nuova realtà cantieristica, a regime, potrà portare anch’essa un numero considerevole di posti lavoro, sia quelli assunti direttamente che per quello che riguarda l’indotto. Bisogna riconoscere che l’imprenditoria privata va sempre più velocemente rispetto alla realtà pubblica. Noi alla Port Authority stiamo cercando di invertire questa tendenza».

I limiti del canale?

«Così come lo vediamo oggi è pressoché vecchio di 100 anni. Certo, ha subito ammodernamenti, anche importanti, ma non sufficienti. Per poter reggere le sfide dei prossimi 100 anni il canale ha bisogno piano speciale di investimenti senza precedenti. Ora come non mai è importante poter accedere ai fondi Pnrr. Io e l’intero cda ci stiamo spendendo tantissimo con tutti enti che possono compartecipare a questo sviluppo: Comune, Regione, ma soprattutto ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La nautica si sta espandendo velocemente: il canale per rimanere al passo ha bisogno di una completa palancolatura. E contestualmente di una nuova profilatura. La necessità è anche quella di allargare le concavità verso l’alto dell’alveo: questo permetterebbe di inglobare operazioni che ad oggi non è sempre possibile fare. I yacht sono di dimensioni sempre più rilevanti: escono finiti, ma poi hanno bisogno di aggiunte tecniche che, se fatte direttamente in darsena, potrebbero creare difficoltà al loro passaggio. Bisogna q adeguare il canale alle sfide future ed è questo l’obiettivo comune della Port Authority e del Comune di Pisa».

Rispetto a cinque anni fa, quando si è insediato a Navicelli, cosa è cambiato?

«Tantissimo. Innanzitutto c’è stata una letterale esplosione della nautica: Grazie a congiunture economiche favorevoli ma anche e soprattutto grazie alla credibilità che questa amministrazione pubblica ha raggiunto nei confronti dei privati. Ricordo che tre quarti dei canoni che provengono dagli introiti vengono reinvestiti per attività d’area. Questo mostra agli imprenditori la volontà di sviluppare il sito. Certo, non bastano gli introiti dei canoni: c’è bisogno di una sorta di piano straordinario per canale. Per star dietro allo sviluppo della nautica una strada percorribile può essere quella di inserirlo nel capitolo di investimenti per la Darsena Europa. Da 5 anni a questa parte è cambiata soprattutto la filosofia e l’attenzione nei conforti della cantieristica. Può contare su una società agile e flessibile, che trova quasi in tempo reale soluzioni alle necessità contingenti dei cantieri. Non dimentichiamoci che il comparto ha subito i contraccolpi di pandemia e guerra».

Negli ultimi mesi alcuni colossi, come Sanlorenzo, hanno scelto Navicelli. Nell’aria ci sono altri insediamenti o ampliamenti di quelli esistenti?

«Tra due, tre settimane potremmo forse annunciare l’ingresso di un altro colosso della nautica. Che porterebbe diversi posti di lavoro. Per ora non posso svelare altro».

Sistemato il bilancio e passata la fase critica del Covid, cosa dobbiamo aspettarci in questa area nei prossimi anni?

«Quello che vorrei per la nautica pisana è una maggiore sinergia. Sia con gli enti pubblici, per lo sviluppo infrastrutturale. Ma sopratutto tra attività produttive. Abbiamo eccellenze a Pisa e nell’entroterra per quanto riguarda mobilia, finiture, arredi. Con lungimiranza io e il cda abbiamo caparbiamente mantenuto la presenza in diversi distretti nautici. Tessiamo una tela che nei prossimi cinque anni vogliamo terminare: fare di Pisa un vero polo nautico. Il secondo polo nautico della Toscana, dopo Viareggio. Un polo che possa serenamente confrontarsi con realtà produttive nazionali e internazionali. In questi anni la nostra visione sulla nautica ha dato i suoi frutti. Rossinavi ha raddoppiato i propri insediamenti produttivi, Overmarine li ha triplicati arrivando a sei linee produttive, Sanlorenzo ha raddoppiato, il marchio Leopard è rinato sotto SevenStar, e il marchio Cantieri di Pisa si è consolidato e vive una fase di sviluppo. Il futuro che vedo è roseo: abbiamo creato le condizioni per una crescita costante. Presidente e cda sono pronti ora a portare queste sfide su tutti i tavoli istituzionali».
 

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