Il Tirreno

Spazi pubblici

Stazione Firme per la sicurezza «La sala d’attesa va chiusa prima»

di Cecilia Cecchi

	La sala d'attesa dell'ex biglietteria della stazione che resta aperta fino alle 23
La sala d'attesa dell'ex biglietteria della stazione che resta aperta fino alle 23

Una petizione riporta sotto i riflettori abbandono e degrado

4 MINUTI DI LETTURA





Piombino «Chiudiamo la sala d’attesa della stazione di Piombino centrale dopo l’ultimo treno delle 18,45!». Più che l’invito a firmare per una petizione è il grido d’allarme che dà voce alla quotidianità. Ogni mattina, Tatiana Ertassi (che la petizione l’ha appena promossa on line) varca la soglia della stazione cittadina per svolgere il suo lavoro di pulizia. Ma quello che trova non è solo sporco: è il riflesso di un luogo lasciato al suo destino.

«L’ultimo treno passa alle 18,45, ma la sala d’attesa resta aperta fino alle 23 – spiega Tatiana – . In queste ore si riempie di vandali, persone disoneste o gente che disturba».

Non si tratta più solo di un problema di ordine: il degrado della stazione sta diventando un simbolo del senso di abbandono che tanti cittadini percepiscono. Tatiana ha lanciato una petizione per chiedere la chiusura della sala d’attesa dopo l’ultimo treno, nella speranza di arginare il degrado crescente e restituire dignità a un luogo che, per molti, dovrebbe rappresentare l’ingresso a centro città. Una stazione dimenticata da parecchio e che adesso si trova in condizioni non più sostenibili.

La desolazione è evidente. Edifici fatiscenti, rifiuti ovunque, recinzione di ringhiera in cemento rotta: sin dall’angolo con piazza Gramsci, lungo via Carducci e pure su via Roma. Binari e pensiline inutilizzati, trasformati in discariche o in wc a cielo aperto. La sala d’attesa, lasciata aperta fino a tardi, è diventata un punto di ritrovo anche per attività illecite e atti vandalici.

«Non è più sicuro attraversarla neppure di giorno – conferma Maria, residente nelle vicinanze – . La sera, poi, è terra di nessuno». Questa realtà colpisce non solo chi lavora alla stazione, come Tatiana, ma anche i pochi pendolari rimasti, costretti a muoversi in un ambiente trascurato e pericoloso. «È tutto buio, sporco e abbandonato – racconta Antonio, appunto studente pendolare – . Non c’è più il personale: tutto è lasciato al caso».

La stazione di Piombino, inaugurata nel 1895, è stata a lungo un punto nevralgico per il traffico ferroviario locale.

Ormai un monumento al declino. La biglietteria è chiusa, il bar ha cessato l’attività da anni, e gli unici interventi di manutenzione sembrano limitarsi all’essenziale.

Conferme? Da subito il colpo d’occhio rende l’idea pure alle 11, 30 di sabato. I locali dell’ormai ex biglietteria sbarrati col lucchetto. All’interno solo buio e senso di abbandono. La parte alta del portone a vetro è oscurata dai fogli che riportano vecchie informazioni. Su un piccolo schermo - in alto, all’uscita sui binari - scorrono gli orari dei pochi treni attesi da e per Campiglia.

A pochi passi verso il porto costruzioni in stato di evidente degrado a ridosso del muro che separa la stazione ferroviaria da viale Regina Margherita. Intorno, sotto le tettoie cadenti, assi di legno rotte, tronchi e rami accatastati. Gli spazi dalle pensiline al muro che limita gli ex magazzini sono ricettacolo di erbacce, spazzatura: c’è pure quel che resta di un divano “attrezzato” con una coperta di lana.

Situazione disastrosa, in qualche modo conseguenza della riduzione dei treni in transito. Condizione di degrado che pare inesorabile. Eppure, tra il 2016 e il 2017, il destino sembrava prossimo a una svolta, con il progetto di riqualificazione approvato dalla ex amministrazione comunale che prevedeva l’arretramento del terzo binario di una trentina di metri e la sistemazione delle vie limitrofe. Tant’è che il Comune era risultato vincitore nel 2017 del bando per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate ed era stato inserito in una graduatoria, mentre nel frattempo il discorso con Rfi per la cessione delle aree era dato quasi per scontato. Dunque?

Intervento connesso alla realizzazione del nuovo supermercato Coop in via Flemalle, poi accantonato. Questo ha fatto saltare la possibilità di accedere al bando. La giunta Ferrari – primo mandato, aprile 2021 – aveva spiegato di voler portare avanti il piano. Ma i soldi, due milioni di euro, sono sempre stati un problema mica da poco.

Ora la petizione di Tatiana vuole essere un primo passo.

«Chiudere la sala d’attesa alle 18,45 non risolverà tutto – ammette – ma è un segnale: dobbiamo iniziare da qualcosa». Prime firme che si spera crescano presto. «Partecipare significa scegliere il cambiamento – dice Tatiana – . La stazione non è solo un luogo, è parte della nostra comunità».

In un panorama desolante, l’iniziativa vuole essere l’invito a una rinascita perché Piombino merita di più. «Secondo il rapporto di Motori.it – ricorda ancora Tatiana – , Piombino centrale è una delle 250 stazioni in Italia con i maggiori problemi di sicurezza notturna. È dovere delle Ferrovie dello Stato garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti, anche per quelli come me, che ogni mattina si dedicano alla pulizia di questa stazione. Per garantire un ambiente più sicuro e rispettoso per tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Vergogna senza fine
Il ritratto

Morto sul lavoro al porto di Genova, chi era Lorenzo Bertanelli: la vita a Massa e l’ultimo messaggio alla mamma