Il Tirreno

Lo scenario

Piombino, Metinvest investe o scappa? Gli ultimi due indizi che spaventano il mondo della siderurgia

di Manolo Morandini
Il treno di laminazione delle rotaie nello stabilimento Jsw Steel Italy (foto Paolo Barlettani)
Il treno di laminazione delle rotaie nello stabilimento Jsw Steel Italy (foto Paolo Barlettani)

Il presidente della Regione, Eugenio Giani: «Gli accordi prevedono impianti per un doppio sviluppo siderurgico». Ma le parole del presidente di Federacciai non fanno dormire sonni tranquilli

02 ottobre 2024
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PIOMBINO. Quanto ancora il faro Metinvest resterà puntato su Piombino? La primavera si è fatta autunno. Scorrono le settimane, ma di certezze non ce ne sono. Il progetto di rilancio della siderurgia piombinese, definito nelle linee generali da mesi, resta al palo. Di penne per le firme sui tavoli non se ne vedono. All’intesa data per fatta dal ministro Urso dopo l’incontro con Jindal per la cessione delle aree occupate da Jsw Steel Italy al gruppo ucraino niente si è mosso. Eppure, è il passaggio necessario a cui dovrebbero seguire i rispettivi accordi di programma. I tavoli di lavoro al ministero delle Imprese e del Made in Italy stanno proseguendo. Ma è lo stallo su quello decisivo, sulle aree di Ischia di Crociano per l’insediamento dell’acciaieria elettrica della newco Metinvest-Danieli, a preoccupare. Un carico di incertezze a cui si aggiunge il peso della netta e aperta presa di posizione contraria del presidente Federacciai Antonio Gozzi, secondo cui all’investimento mancano del tutto le condizioni di fattibilità economico finanziaria.

Le reazioni

Il ministro Urso in occasione dell’assemblea di Federacciai del 26 settembre ha dispensato certezze: «Entro i prossimi 15 giorni le due società sottoscriveranno l’accordo sulle aree, atto propedeutico alla firma dei due accordi di programma. Faremo convivere pienamente due diversi progetti complementari che renderanno più forte il polo green di Piombino». Eppure, che vi sia preoccupazione è palpabile. «Le parole di Gozzi sono gravi e del tutto fuori luogo: mi allineo totalmente ai sindacati che in queste ore si sono esposti definendole vergognose. Tanto più che le affermazioni del presidente di Federacciai adombrano piuttosto l’esistenza di un qualche interesse privato nel danneggiare il progetto di rilancio siderurgico di Piombino». Così il sindaco Francesco Ferrari nel suo aggiornamento al consiglio comunale del 27 settembre. Non ci gira intorno neppure il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. «Certe dichiarazioni mi fanno temere vi possa essere anche una volontà di tenere fuori Piombino dalla pianificazione nazionale dell’acciaio». Così il presidente della Regione commenta la presa di posizione del presidente di Federacciai sul rilancio del polo siderurgico di Piombino e in particolare sul progetto di Metinvest. Giani ricorda che «Piombino ha fatto molto per l’Italia e le scelte energetiche del Paese con il posizionamento del rigassificatore nel porto trasferendo energia all’intero sistema Italia, poiché senza i circa 5 miliardi di metri cubi di gas che annualmente vengono da Piombino, il nostro sistema energetico sarebbe stato fortemente penalizzato, con aumenti del costo dell’energia impensabili – sottolinea –. Ora vorremmo il rispetto degli accordi di programma che prevedono impianti per un doppio sviluppo siderurgico nelle aree demaniali: da una parte le rotaie di Jsw, dall’altro la produzione più ampia con Metinvest».

La politica

La tensione arriva in parlamento. I parlamentari del Pd eletti in Toscana ritengono «necessaria la convocazione del presidente di Federacciai presso la Commissione Attività Produttive della Camera, a seguito delle sue dichiarazioni gravemente ostili alla reindustrializzazione di Piombino. Non è accettabile che Gozzi, proprietario di un’azienda concorrente di Metinvest-Danieli, influenzi il piano dell’acciaio nazionale, decidendo unilateralmente dove e come si debba fare industria in Italia». Così i parlamentari Pd eletti in Toscana Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Christian Di Sanzo, Arturo Scotto, Dario Parrini, Silvio Franceschelli, Ylenia Zambito chiedono che «il governo prenda una posizione chiara e tempestiva su questo tema cruciale». Tagliano corto a stretto giro i deputati di Fratelli d’Italia, Fabrizio Rossi e Francesco Michelotti. «Avere finalmente un governo che ha preso a cuore le sorti della siderurgia di Piombino, dopo decenni di disinteresse e languore da parte dei precedenti esecutivi, comprendiamo che sia un fatto difficile da mandare giù per i parlamentari del Pd eletti in Toscana – replicano –. Onestà intellettuale vorrebbe però che il forte impulso dato da questo esecutivo per porre Piombino in connessione con le altre realtà dell’acciaio del nostro paese, fosse riconosciuto. Oggi l’attenzione di tutti i livelli istituzionali, e ringraziamo il sindaco Francesco Ferrari per la costanza del suo impegno, è quanto mai alta; abbiamo per questo fiducia che, a breve, arriveremo alla prima firma. Gli attacchi strumentali, mentre il progetto di rilancio siderurgico dell’area di Piombino prosegue, invece non appassionano».

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