Il Tirreno

Animali

Morti i falchi pescatore nati all’Oasi WWF di Perelli: due le cause

di Cecilia Cecchi
Una bella immagine dei piccoli nel nido a inizio giugno
Una bella immagine dei piccoli nel nido a inizio giugno

La battaglia senza fine per la sopravvivenza delle specie migratorie

17 settembre 2024
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PERELLI. Bellatrix e Betelgeuse, i due giovani falchi pescatore col nome delle stelle di Orione, nati il 7 maggio nell’Oasi Wwf Padule Orti Bottagone, sono morti a luglio, prima di riuscire a volare davvero lontano dal nido. Condannata da fili elettrici dismessi la prima, da una pala eolica il secondo.

Un altro capitolo della battaglia senza fine per la sopravvivenza delle specie migratorie.

Nella mappa dei nidi di falco pescatore in Italia il 2024 è segnato il volo di 17 nuovi giovani. Bilancio con perdite, poiché la mortalità dei pulli e dei giovani falchi resta un fenomeno frequente. Tra le storie più tristi c’è proprio quella di Bellatrix e Betelgeuse, i due giovani falchi pescatori che avevano appena iniziato a esplorare la “loro” riserva naturale regionale. Come detto questi nomi poetici, presi dalle stelle della costellazione di Orione, non sono bastati a proteggerli dalle insidie umane che costellano pure qui il loro ecosistema. Bellatrix e Betelgeuse, inanellati a metà giugno, avevano tutte le caratteristiche per diventare due splendidi falchi adulti. Ma il loro volo è stato interrotto bruscamente. Bellatrix è morta pochi giorni dopo aver lasciato il nido, impattando contro i fili dell’alta tensione Terna ormai dismessi, «proprio mentre stava cercando di imparare a volare – conferma Silvia Ghignoli responsabile Oasi Wwf – . La sua morte è avvenuta probabilmente durante una giornata di vento forte, che ha reso ancora più difficile evitare questi pericoli. L’abbiamo ritrovata solo ai primi di luglio. Il Gps nell’Oasi non aveva fatto scattare l’emergenza, se non con giorni di ritardo».

Il destino di Betelgeuse, il fratello maschio, non è stato meno tragico. Il 29 luglio, il suo segnale Gps l’ha segnalato fermo vicino alle pale eoliche. «Dopo un’iniziale difficoltà nell’accedere all’area – ricorda Ghignoli – , il giorno successivo insieme a un’operatrice del progetto da Pistoia siamo entrate recuperando i giovane falco nel campo, a circa 130 metri dalla quarta pala eolica, tra il Cornia e le Acciaierie. Vicino i resti di un altro falco probabilmente un biancone. Il Wwf è in attesa di una risposta da Terna, almeno per ridurre rischi sui fronte dei fili elettrici dismessi».

Concorda sulla necessità di interventi urgenti Giampiero Sammuri (biologo, presidente Parco nazionale) da sempre al centro di progetti e ricerche in Italia e nell’Arcipelago Toscano dedicati a questo rapace. «Per i fili teoricamente basterebbe levarli, non è difficile – suggerisce Sammuri – . Per le pale eoliche, la questione è più complessa. Importanti per la produzione di “energia pulita”, ma è provato che gli uccelli muoiono a causa di esse. Credo che chi produce energia eolica, trattandosi di un business importante, dovrebbe destinare parte delle risorse a interventi di conservazione: questo potrebbe in qualche modo bilanciare...».

Le pale eoliche installate qui non hanno sistemi di blocco per l’arrivo degli uccelli, e i fili dell’alta tensione, nonostante siano dismessi, rappresentano un pericolo mortale.

Gli ambientalisti auspicano un intervento congiunto della Regione per trovare un equilibrio tra produzione di energia pulita e rispetto per le specie migratorie che attraversano questi territori protetti. Il sacrificio di Bellatrix e Betelgeuse rappresenta un monito sulla fragilità della vita selvatica e sulla necessità di una convivenza più rispettosa tra uomo e natura.


 

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