Il Tirreno

Serie B: l’analisi

Carrarese, chi l’avrebbe detto? La squadra “operaia” più forte dei pronostici – Il commento di Luca Barbieri


	L'esultanza dei giocatori dopo il super gol al Cosenza
L'esultanza dei giocatori dopo il super gol al Cosenza

Gruppo, mister Calabro e lo stadio dei Marmi come fortino: i punti chiave dietro al fenomeno azzurro

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CARRARA. Chi l’avrebbe detto? A pochi giorni dall’inedita sfida di Marassi, contro la Sampdoria, la Carrarese di mister Antonio Calabro, dopo la vittoria di misura contro il Cosenza, è lì, alle porte addirittura dei playoff di Serie B: 23 punti, in 18 partite. Un altro 1-0, di nuovo in casa: dopo quelli con Pisa e Palermo.

L’esodo sotto l’albero

Il regalo di Natale arriva da un eurogol di Cicconi: schema da calcio d’angolo, tiro al volo ed esultanza a bordo campo con tanto d’abbraccio finale con Calabro. E giovedì 26 dicembre ecco la Samp (già oltre 900 biglietti venduti nel settore ospiti). Certo, si dirà: il Cosenza, proprio come successo al Pisa, è rimasto in dieci alla mezz’ora del primo tempo. Attenuante più che legittima e doverosa, ma che alla fine può ridefinire la forma, ma che non scalfisce la sostanza.

Chi l’avrebbe detto, a questo punto della stagione? Di certo non i bookmaker che alla vigilia del campionato avevano dato gli azzurri, neopromossi dopo i playoff di Serie C, come fanalino di coda; percentuali e numeri che i risultati dell’inizio di campionato non avevano davvero smentito. 3 punti nelle prime sei partite: solo una vittoria – con il Sud Tirol – e soprattutto la sconfitta contro lo Spezia, nel derby che mancava dalla stagione 2011-12.

La svolta

I risultati e la questione stadio (ancora non del tutto chiusa) – la Carrarese ha giocato a Pisa le sfide casalinghe fino al 20 ottobre – sembravano voler mettere la parola fine in quella storica Serie B conquistata dopo 76 anni. Poi la svolta che è coincisa con il ritorno a “casa”, in quello stadio dei Marmi eletto a fortino la scorsa stagione e che, anche quest’anno, si è confermato blindato: due pareggi (Mantova e Juve Stabia) e quattro vittorie (Cittadella, Pisa, Palermo e Cosenza, appunto) in due mesi hanno tolto gli azzurri dalla zona “calda”.

L’uomo chiave

E torniamo alla domanda iniziale: chi l’avrebbe detto? Qualcuno in realtà era stato chiaro e l’aveva pure annunciato: se tutti, tifosi e città compresi, andiamo nella stessa direzione la Carrarese non farà la comparsa del campionato. Questo il Calabro-pensiero: l’allenatore della Serie B diventato ormai simbolo e idolo nella città del marmo. L’allenatore pugliese è l’uomo-copertina di questa Carrarese che fa del gruppo l’uomo in più. Il mercato estivo d’altronde ha confermato lo zoccolo duro della Serie C – Schiavi in testa – irrobustito da tanti giovani interessanti. Nessun colpo patinato, operazioni mirate: il gruppo prima di tutto. Una squadra che gioca a specchio con la città: dura come il marmo, operaia quando serve, attenta all’estetica nella manovra (come nel gol di oggi, sabato 21 dicembre). Aspetti che stanno facendo conoscere gli azzurri anche fuori dall’ombra delle Apuane, con la Carrarese che ha pure incassato la simpatia social di tanti tifosi.

Sognare si può?

E allora da chi l’avrebbe detto arriviamo a un’altra domanda: sognare, adesso, si può? Il campionato è ancora lungo e difficile e, come abbiamo visto, non mancano le insidie, con tante corazzate ancora da affrontare. Ma gli azzurri dalla loro non hanno soltanto dimostrato la solidità in casa: hanno dimostrato di saper soffrire e di concedere poco in difesa (vedi Brescia). E ora hanno acquisito anche una maggiore concretezza in attacco da trasferire anche lontano da Carrara. Ma più dei numeri, più dei gol fatti e di quelli subiti, più delle statistiche la Carrarese di Calabro, dall’andamento anarchico, ha fatto vedere qualcosa che agli addetti ai lavori è inevitabilmente sfuggito tra dati e carteggi: e forse sta tutto lì, nelle lacrime di Stiven Shpendi dopo il gol (il primo per lui) al Palermo e l’abbraccio finale. Insieme: squadra, allenatori e tifosi.

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