Il Tirreno

Litorale e incognite

Massa, Mare Libero contro i sindaci: «Le spiagge? Un bene di tutti»

di Luca Barbieri
Massa, Mare Libero contro i sindaci: «Le spiagge? Un bene di tutti»

Ancora reazioni dopo la sentenza del Consiglio di Stato che si è espressa su deroghe e concessioni. I primi cittadini insistono: «Spetta al governo intervenire»

05 maggio 2024
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MASSA. Deroghe, date – quella del 31 dicembre 2024 – scadenze e sentenze: o meglio, sentenza, come quella recente del Consiglio di Stato che s’inserisce nell’ampio dibattito sulle concessioni demaniali per le spiagge e che anche all’ombra delle Apuane ha innescato una serie di reazioni: quelle delle associazioni di categoria, il punto di vista dei sindaci e, proprio a replicare ai primi cittadini, i gruppi Mare Libero e In 500 sulla battigia. Ma andiamo con ordine.

«Il compito è di Roma»

Tra le prime reazioni ecco quella del sindaco di Massa, Francesco Persiani che in una nota dei giorni scorsi ha ribadito: «La recente sentenza del Consiglio di Stato, riguardante le proroghe delle concessioni balneari scadute nel 2023, solleva importanti questioni sulla gestione del settore. Ritengo che demonizzare il comparto balneare sia eccessivo. Al contrario, questo settore ha bisogno di protezione e regolamentazione per risolvere l’attuale incertezza normativa. È fondamentale, a questo punto, un intervento da parte del governo per definire una direzione chiara».

E aggiunge: «A una prima lettura la sentenza non sembrerebbe incidere sul percorso intrapreso dal Comune di Massa, che ha differito, con ampia motivazione, le concessioni fino al 31 dicembre 2024, applicando la legge Draghi e non il decreto Mille proroghe. Ciò, ovviamente, in attesa di dover condurre gare trasparenti ed equilibrate, ma all’interno di un quadro normativo definito centralmente, non essendo di competenza delle singole amministrazioni comunali. Restiamo perplessi sugli effetti della direttiva Bolkestein, che ha generato divisioni nel Paese a causa delle sue implicazioni sulla gestione delle concessioni balneari, ma mi auguro che le elezioni europee possano influenzare positivamente l’orientamento da seguire, fermo restando che la responsabilità di definire i criteri delle gare, compreso l’accertamento della scarsità o meno delle risorse, spetta al governo. Questo, infatti, non è un compito dei giudici, ma del legislatore», evidenzia.

Chiaro anche il sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti: «Noi guardiamo alle leggi e alle sentenze. Le proroghe sono state fatte correttamente, seguendo la legge Draghi: noi applichiamo le norme, semmai il compito di intervenire spetta al Governo che in questo momento tuttavia tace. Le sentenze, come quella più recente, che si susseguono, se mettono in confusione un intero settore, non aiutano davvero gli amministratori come i sindaci: anche perché, il 31 dicembre 2024 è dietro l’angolo e non siamo ancora in grado di capire che fare. Il tema è: il governo vuole mettere mano alla questione solo dopo le elezioni europee? Ripeto, è un vulnus a cui deve riparare il governo, le associazioni non possono prendersela con noi».

«Immobilismo del governo» sul quale ritorna anche la sindaca di Carrara, Serena Arrighi: «La nostra volontà è quella di andare alle gare, ma al momento ancora dobbiamo capire quale sia la strada giusta da seguire visto che a Roma non è stato fatto nulla per gestire questa situazione. L’immobilismo del governo mette in grande difficoltà il nostro come tutti gli altri Comuni italiani visto che adesso, alla luce dell’ultima sentenza, dovremo sì andare a gara, ma lo dovremo fare senza una precisa normativa nazionale di riferimento e quindi con il rischio concreto di aprire il campo a una stagione di ricorsi. Tutto ciò, lo ribadisco, è responsabilità dell’immobilismo del governo, che ha deciso di non decidere sul tema delle aste», sottolinea.

C’è chi dice no

C’è però chi a questa chiave di lettura risponde diversamente, come Matilde Balatresi Nocchi, vicepresidente di Mare Libero e referente del movimento In 500 sulla battigia, che in una nota, prima ricorda che «per poter utilizzare l’altro anno di proroga era previsto un paletto strettissimo: l’inizio delle procedure concorsuali. Cosa che nessuno dei tre Comuni (apuani, ndr) si è impegnato a fare». Poi insiste: «Tralasciando la questione indennizzi sollevata dalle associazioni dei balneari che, essendo esclusa dall’atto concessorio, non merita di essere neppure smentita, vorremmo invece riportare i riflettori sulla vera questione: stiamo parlando di spiaggia, bene pubblico con funzione sociale, i cui destinatari sono solo ed esclusivamente le cittadine e i cittadini. Possibile che Arrighi, Persiani, Lorenzetti, stiano ancora cercando di difendere gli interessi di pochi? Possibile che la Regione, proprio nelle more di nuovi piani degli arenili, quanto mai ora necessari, continui a glissare sulla percentuale di spiaggia da concedere che ricordiamo deve essere minoritaria rispetto alla percentuale libera?»

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