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Bolkestein, il comune di Massa: «Giusta la nostra scelta di differire le concessioni»


	Una veduta aerea del litorale apuano
Una veduta aerea del litorale apuano

L’amministrazione commenta la sentenza del Consiglio di Stato sui balneari: «Normativa ha creato divisioni nel paese»

02 maggio 2024
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MASSA. La recente sentenza del Consiglio di Stato riguardante le proroghe delle concessioni balneari scadute nel 2023 solleva importanti questioni sulla gestione del settore. Personalmente, ritengo che demonizzare il comparto balneare sia eccessivo; al contrario, questo settore ha bisogno di protezione e regolamentazione per risolvere l'attuale incertezza normativa. È fondamentale, a questo punto, un intervento da parte del governo per definire una direzione chiara.

Nonostante ciò, ad una prima lettura la sentenza non sembrerebbe incidere sul percorso intrapreso dal comune di Massa, che ha  differito, con ampia motivazione, le concessioni fino al 31 dicembre 2024, applicando la Legge Draghi e non il decreto mille proroghe. Ciò, ovviamente, in attesa di dover condurre gare trasparenti ed equilibrate, ma all'interno di un quadro normativo definito centralmente, non essendo di competenza delle singole amministrazioni comunali.

Restiamo perplessi sugli effetti della direttiva Bolkestein, che ha generato divisioni nel Paese a causa delle sue implicazioni sulla gestione delle concessioni balneari, ma mi auguro che le elezioni europee possano influenzare positivamente l'orientamento da seguire, fermo restando che la responsabilità di definire i criteri delle gare, compreso l’accertamento della scarsità o meno delle risorse, spetta al governo. Questo, infatti, non è un compito dei giudici, ma del legislatore.

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