Il Tirreno

Maltempo

Massa, stabilimento distrutto quattro volte in 14 anni. Il caso del Palmo Mare

di Giovanna Mezzana
I danni della mareggiata dell’ottobre 2012 al bagno Palmo Mare di Ronchi
I danni della mareggiata dell’ottobre 2012 al bagno Palmo Mare di Ronchi

L’imprenditore racconta la sua lotta ad armi impari contro le mareggiate

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MASSA. Ha progettato. Poi ha investito e faticato. E infine ha sperato. Ha fatto tutto per quattro volte di seguito, a distanza di pochi anni: adesso deve rimboccarsi le maniche per iniziare il quinto round. Sul ring c’è Enzo Sermattei, imprenditore massese, e la sua impresa che chiede pane al sole e alla sabbia: il bagno Palmo Mare di Ronchi; sul lato opposto del tappeto, ci sono il mare e le sue onde che – come si è visto anche negli ultimi giorni – possono avere una forza implacabilmente devastante. Il caso del bagno Palmo Mare – uno degli stabilimenti balneari più belli della riviera apuana, l’unico in quel tratto di costa che ha anche una piscina – è emblematico di cosa gli operatori apuani della balneazione siano costretti a subire da molti anni. Quello stabilimento è stato già “rifatto” quattro volte, di cui tre a causa di mareggiate: adesso lo aspetta il quinto restyling, di nuovo provocato dagli effetti della forza del mare che distrugge, arraffa e porta via tutto ciò che trova mentre si scaglia.

Il primo investimento

Enzo Sermattei giunge alla guida del Bagno Palmo Mare nel 2004. Lo rifà da cima a fondo utilizzando legno: piace anche per il materiale impiegato il suo “chalet” marino. «Era il luglio 2004 quando si inaugurò – racconta – la nostra prima stagione. Con il bagno tutto nuovo». Casina di guardianaggio usata a mo’di magazzino, bar, ristorante, cabine.

Dicembre 2009

È il Natale 2009 quando subisce gli effetti della sua prima mareggiata: «Nell’inverno 2009 si ebbe il primo “problema”. Con quella mareggiata vennero distrutti bar e ristorante: metà struttura cadde in acqua». Sermattei si rimette le mani in tasca, piega la schiena, e via: rifà sia il bar che il ristorante.

Dicembre 2011

È l’inverno 2011, mancano pochi giorni alle festività natalizie. C’è un’altra mareggiata. «Nel 2011 – racconta ancora l’imprenditore – andò giù la casina di guardianaggio. E abbiamo rifatto anche quella».

Ottobre 2012

Nel 2012 la devastazione giunge in autunno. Ad ottobre: «In quell’occasione fui costretto a rifare una trentina di cabine».

Novembre 2023

E adesso che cosa è accaduto? «Sono stati inondati il bar e il ristorante – racconta ancora – Il terrazzino del ristorante è sparito, è crollato in mare. La casina di guardianaggio è stata sventrata da grossi tronchi di legno e detriti: ci sono due buchi alle pareti. E l’acqua e la sabbia che sono entrati hanno investito il mobilio, i patti, i bicchieri, le tovaglie, le scorte di vino, dentro abbiamo sabbia fino a 50-60 centimetri di altezza. E ancora, le onde hanno sfondato 6-7 cabine. Il giardino è tutto sabbia». Non è stata risparmiata neppure la pedana degli aperitivi: era in legno, 15 metri per 9 metri, davanti alle cabine, ed è stata completamente distrutta. Quest’ultimo incubo è iniziato dopo le 14 di venerdì, «e fino a notte fonda – racconta Sermattei – si è completato il disastro. Tra l’altro già il venerdì precedente si era allagato il parcheggio». E adesso? «E ora pezzetto dopo pezzetto, dobbiamo cercare di risistemare tutto. Non so ancora a quanto possa ammontare la cifra dei danni. Abbiamo già cominciato a metterci le mani, ma non riusciamo ad entrare nella casa di guardianaggio: vedremo come si può fare». E poi? «E poi speriamo che ci lascino i bagni perché il 31 dicembre scade la concessione» e sui balneari pende la spada di Damocle delle “aste” pubbliche previste dalla normativa europea.


 

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