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Massa, «Mia madre nove ore al Pronto soccorso, poi il collasso»: il racconto del figlio


	L'ospedale Noa di Massa
L'ospedale Noa di Massa

A parlare è Bruno Nicoli, direttore d’orchestra e dei complessi musicali di palcoscenico del teatro alla Scala.

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MASSA Nove ore in Pronto soccorso, senza acqua e con l’aria condizionata a palla. Dimessa ha un collasso cardiocircolatorio e deve fare i conti con una brutta bronchite. A raccontare la storia che ha avuto come protagonista la madre di 82 anni è il figlio. «Mia madre ha vissuto una vera e propria odissea al Pronto soccorso del Noa: nella mattina di giovedì 27 luglio ho visto un’anziana nelle stesse condizioni. Ma come è possibile?» A parlare è Bruno Nicoli, direttore d’orchestra e dei complessi musicali di palcoscenico del teatro alla Scala. Un racconto che parte proprio dal ricovero a seguito di una caduta. «Un mese fa, mia madre finisce al Pronto soccorso con due fratture, viene ingessata e tenuta per nove ore senza acqua e con l'aria condizionata a palla – racconta Nicoli – È tenuta sola, è praticamente inutile ogni sua richiesta di aiuto». «Dimessa senza troppi problemi – continua Nicoli – il giorno dopo ha un collasso cardiocircolatorio e naturalmente una bronchite». «Ieri mattina sono tornato sul luogo del delitto per ricevere documentazione e chiarimenti terapeutici (che mancavano dal foglio di dimissioni) – prosegue nel suo racconto il direttore d’orchestra – C'è una signora anziana in barella che da un'ora chiede di andare in bagno. Chi passa dice che non è suo compito. Ha freddo ma l'aria condizionata quella è, e quella rimane. Mi sembra di rivedere mia madre». «A forza di segnalare al personale il problema – aggiunge nel suo racconto Bruno Nicoli – arrivano gli infermieri che cominciano a discutere “tocca a loro, no a te, no a quell'altra...”».

«Poi, l’ho sentito con le mie orecchie, provano anche a spiegare di chi è la colpa: “Eh, questa qui ha fatto chiamare mezzo ospedale!” – conclude Nicoli – Mia madre ora sta meglio: ma ieri mattina non ho potuto pensare a lei. Con tanta amarezza».

A.V.

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