Lo schiacciamento toracico la causa del decesso dell’operaio di 69 anni
Dall’indagine emerge che il conducente del muletto viaggiava in avanti
LUCCA. L’autopsia conferma quanto era già emerso in fase di esame sul luogo della tragedia. Luca Cavati, 69 anni, dipendente delle Cartiere Modesto Cardella, investito e ucciso da un muletto mentre attraversava il piazzale esterno a piedi per consegnare le bolle di accompagnamento negli uffici dello stabilimento di via San Pietro a Vico, è morto all’istante per schiacciamento toracico-addominale. Lesioni incompatibili con la vita dato il carrello elevatore del peso di otto quintali che aveva appena caricato due balle di carta da macero scaricate da un autoarticolato.
Esame autoptico
Si è svolto ieri pomeriggio alle 15,30 all’obitorio dell’ex Campo di Marte. Presenti all’atto irripetibile, eseguito dal medico legale Stefano Pierotti nominato dal sostituto procuratore Lucia Rugani, gli anatomopatologi Gilberto Martinelli e Ilaria Marradi indicati rispettivamente da Mario Cardella, 85 anni, presidente delle Cartiere Modesto Cardella e responsabile della sicurezza, uno dei due indagati dalla procura per omicidio colposo e dall’avvocato Michele Giorgetti in rappresentanza della famiglia della parte offesa. Al riscontro diagnostico anche l’avvocato Paolo Mei legale dell’altro indagato con l’accusa di omicidio colposo: Ndiaye Demba, 58 anni, originario del Senegal e residente a Capannori, che si trovava alla guida del muletto. Poco dopo le 18 – è stato stilato il verbale e informata la procura che stamani riconsegnerà la salma alla famiglia per i funerali.
Le indagini
Da nuovi riscontri effettuati dagli inquirenti sembra che il conducente del muletto – dipendente di una cooperativa di Altopascio e in possesso di regolare patente per guidare il mezzo meccanico – al momento in cui ha investito, senza accorgersene, il dipendente della cartiera – stesse procedendo in avanti e non in retromarcia come emerso subito la tragedia. É certo che nell’ampio piazzale esterno di carico e scarico non c’erano percorsi obbligati per pedoni o mezzi meccanici com’è previsto all’interno dei capannoni.
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