Il Tirreno

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Contratti

Proprietà gravate dai “livelli”: centinaia di casi in Lucchesia

di Gianni Parrini
Proprietà gravate dai “livelli”: centinaia di casi in Lucchesia

Emergono in caso di vendita e non riguardano solo la Chiesa

04 luglio 2024
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LUCCA. Livelli, sono centinaia le proprietà della Lucchesia gravate da questi contratti agrari datati secoli di cui spesso non vi è traccia neppure al catasto. E non tutti fanno capo alla Chiesa: spesso il concedente è un ente pubblico come Comuni, Asl e Prefettura. Ma andiamo con ordine.

Non è un caso isolato quello raccontato dal Tirreno e relativo a una signora lucchese finita in un contenzioso giudiziario dopo aver scoperto che la casa ereditata dal padre a Lammari e per la quale aveva già firmato un preliminare di vendita, era gravata da livelli istituti nel lontano 1.600. Per le persone poco avvezze alla materia, "livello" era l’appellativo dato nel Medioevo a una particolare forma di contratto agrario per la quale un concedente dava una terra in godimento a un ricevente o livellario dietro un compenso. In questo caso, il compenso da pagare alla Chiesa consisteva nel conferimento annuo di una staia di grano (pari a 20 chili) e a un sesto dei polli di proprietà dell’affittuario.

Interpellati sulla vicenda, dalla Diocesi fanno sapere che almeno dagli anni ’80 e forse già da prima, la Chiesa ha smesso di riscuotere i compensi stabiliti dai livelli e pertanto talvolta se n’è persa contezza. Riemergono ogni qual volta c’è un’eredità o un passaggio di proprietà del bene, perché di fatto raccontano chi è l’originario possidente del bene e per questo conservano una loro valenza. Dire quanti siano quelli ancora esistenti non è possibile, ma di certo sono centinaia. Molti fanno capo alla Chiesa, termine generico che nasconde tre fattispecie distinte: il concedente può essere la parrocchia, la diocesi o l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. Toglierli è possibile ma occorre pagare al proprietario originario una somma calcolata sugli ultimi cinque anni in base alla rendita catastale dell’immobile. Nel caso in ispecie, la somma chiesta alla signora è di 11.800. L’istituto dei livelli spesso fa capo alla Chiesa, ma non è a suo esclusivo appannaggio, anzi spesso il concedente è il Comune, la Prefettura o un altro ente pubblico come sempre il caso della signora lucchese dimostra. Oltre all’Istituto per la cura del clero, qui il comproprietario dei beni è l’Asl.

Insomma, non è questione semplice da gestire. Nel caso di un passaggio di proprietà, il consiglio è quello di avvalersi di un bravo geometra, capace di reperire le informazioni necessarie, evitando così brutte sorprese come nel caso della signora che ora rischia di dover ridare i soldi della caparra più quelli della penale (50mila euro) al potenziale acquirente con il quale aveva firmato un contratto preliminare che la vicenda dei livelli potrebbe far saltare. 


 

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