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Il racconto

Il padre di Jasmine Paolini: «La carriera nel tennis è come le montagne russe, ma lei non molla mai»

Da sinistra lo zio Adriano Paolini, Jasmine e il papà Ugo
Da sinistra lo zio Adriano Paolini, Jasmine e il papà Ugo

I ricordi del papà della tennista: «Innamorata di questo sport fin da bambina»

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BAGNI DI LUCCA. Un sorriso spontaneo, che mai l’ha abbandonata pure quando era fuori dalle prime 100 del ranking mondiale; una grande umiltà condivisa con il suo allenatore, l’ex Davisman Renzo Furlan; una straordinaria tenacia mostrata sino dall’età di 5 anni quando, complice la passione dello zio Adriano, ha messo piede per la prima volta sui campi in terra rossa al Tc Mirafiume di Bagni di Lucca.

Sono i lati fondanti del triangolo luminoso di Jasmine Paolini, da lunedì numero 16 della classifica Wta e migliore giocatrice italiana.

Quella ragazzina che da giovanissima stupiva nei vari tornei nazionali under 12 e 14 le avversarie, tesserate con circoli di grandi città, ha mantenuto saldi i rapporti con chi l’ha vista sbocciare.

«Nel cuore di Jasmine i ricordi dei suoi inizi, con i maestri Marco Picchi e Ivano Pieri, occupano un posto speciale – dice papà Ugo, che con sua moglie Jacqueline e il figlio minore William sono i primi tifosi della tennista termale – . A differenza di tanti bambine che, magari, hanno provato più sport prima di sceglierne uno definitivo, Jasmine si è subito innamorata della racchetta. Ricordo bene la sorpresa di avversarie e addetti ai lavori nel notare una ragazza, nata tennisticamente in un piccolo circolo, superare rivali con un’altra preparazione alle spalle: non sapevano nemmeno dove fosse Bagni di Lucca».

Tc Vicopelago, il Tc Italia Forte dei Marmi del presidente Sergio Marrai e il centro federale di Tirrenia dove ha incontrato Tathiana Garbin, capitana della nazionale azzurra di Billie Jean King Cup, e Renzo Furlan. Due persone fondamentali nel suo cammino di crescita.

«Garbin ha sempre creduto in Jasmine, tanto da convocarla quando mia figlia non stava giocando il suo miglior tennis – ricorda papà Ugo – . La notizia della sua malattia è stato uno choc per tutte le ragazze. Il sodalizio con Furlan ha rappresentato una svolta per Jasmine, sia sul piano tecnico che a livello tattico. Tra loro, al di là dei risultati, c’è una forte sintonia contrassegnata dall’umiltà di entrambi». Un lavoro affrontato dalla 28enne di Bagni di Lucca con il sorriso sulle labbra che, nella stragrande maggior parte dei casi, fa pure rima con positività. «Sono due caratteristiche vitali in questo mondo – chiosa Ugo Paolini – . La carriera di una tennista può assomigliare a delle montagne russe: possono esserci momenti difficili lunghi due mesi prima di ritrovare la via del successo. Sotto questo aspetto mia figlia ha sempre denotato una grande forza mentale». C’è, infine, il rito con Sergio Marrai: dopo ogni significativa progressione in classifica, il patron del circolo versiliese si ritrova con Jasmine e il suo staff per una cena.

Per l’ingresso nella top 20 è già stato prenotato un tavolo in una rinomata enoteca fiorentina.


 

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