Il Tirreno

Lucca

Flavia Piccinni racconta la sua Lucca

Alessandro Petrini
<b>SCRITTRICE.</b> Flavia Piccini 25 anni lucchese d&#146;adozione &egrave; al secondo romanzo di narrativa
SCRITTRICE. Flavia Piccini 25 anni lucchese d’adozione è al secondo romanzo di narrativa

Con «Lo sbaglio» l'ex vincitrice del Campiello Giovani descrive la vita dentro le Mura

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 LUCCA. Caterina gioca a scacchi e studia farmacia. È una giocatrice promettente. Ma sua madre, adorata e temuta, immagina per lei il matrimonio e un lavoro sicuro nella farmacia di famiglia. Sono le premesse de "Lo sbaglio", il romanzo di Flavia Piccinni, edito da Rizzoli, ambientato a Lucca.  E Flavia, nata a Taranto 25 anni fa, a Lucca è arrivata ad appena dieci anni tanto che ormai la città l'ha adottata e l'ha vista crescere e fare strada nella narrativa. Per questo per il lancio del libro in anteprima nazionale ha scelto la cornice di Villa Bottini dove domani alle 18 sarà presentata da Sebastiano Mondadori.  Flavia a Lucca è cresciuta e si è formata come scrittrice partendo dal successo ottenuto nel premio Campiello giovani nel 2005 che l'ha fatta conoscere a livello nazionale. Poi da lì è decollata attirando l'attenzione di molte case editrici in cerca di talenti emergenti. Così ha curato alcune antologie prima dell'esordio letterario nel 2007 con "Adesso tienimi", edito dalla romana Fazi, che ha ottenuto ottimi riscontri nelle vendite. Da lì la pubblicazione di un racconto su "Voi siete qui", l'antologia che Minimum fax dedica ogni anno ai migliori autori esordienti, fino all'interessamento di un colosso dell'editoria come Rizzoli. E se qualcuno l'ha già eletta enfant prodige della nuova narrativa italiana nei suoi libri non dimentica le proprie radici.  Perché ha scelto di ambientare il suo libro a Lucca?  «Sono cresciuta in questa città, fra le mura che a volte sembrano una prigione e altre, invece, la custodia di uno meraviglioso scrigno. La Lucca che racconto non però è solo quella delle mura, di Via Fillungo e delle altre inaspettate bellezze che punteggiano la città, ma è quella delle persone, dei modi di pensare e vivere, di intendere la giornata e il lavoro. È una Lucca misteriosa, che credo riservi non poche sorprese».  "Lo Sbaglio". Perché?  «Perché custodisce tutto il mondo di Caterina, la protagonista del mio romanzo, che si trova a fare i conti con un momento critico tanto per lei quanto per la sua famiglia: qualcosa sta cambiando, qualcosa è già cambiato, e loro devono finalmente decidere se continuare a fare finta che niente sia successo, o affrontare la nuova vita che hanno davanti. Chiunque di noi, prima o poi, è costretto a fare i conti con la propria vita, con le cose che difficilmente vanno come pensavamo. Con quelle che Caterina, giocatrice a livello agonistico di scacchi, definisce "variabili impreviste". Imprevedibili e, a volte, molto pericolose».  Sono proprio queste incognite, queste variabili impreviste, a segnare le scelte di Caterina. Che donna è la protagonista del romanzo?  «È una giovane donna che sta cercando di capire fino in fondo chi è davvero, e che intanto si trova a fare i conti con i doveri quotidiani, con gli obblighi famigliari e con un amore che non riconosce più come suo. È una ragazza che è uscita dall'adolescenza e che sta facendo i conti con la vita: ormai è troppo grandi per essere tutto quello che voleva, come quando era bambina, ma ancora non ha capito ciò che davvero desidera».
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