Livorno, la Libertas ritrova Vigevano
Con la sconfitta con la Fortitudo, davanti a 5000 persone, gli amaranto finiscono 17esimi: Hooker strepitoso, ma nel finale la tibia va ko
LIVORNO. Vigevano dunque. Il destino mette davanti alla Libertas la squadra che due anni fa ci tarpò, anzi ci spezzò le ali, nella corsa alla serie A2. Finì in un massacro quella finale playoff – che in realtà finale non era perché la formula prevedeva poi le final four –, chi c’era se lo ricorda bene. Ma da allora sono cambiate molte cose e la Libertas stavolta può partire con ben altra convinzione e vendicare quella serie rimasta indigesta a molti. Intanto gli amaranto avranno il fattore Allende dalla loro: ce l’avevano anche in serie B, ma col campo squalificato – la prima si giocò a Piombino – non era proprio la stessa cosa. Poi Vigevano non gioca più nell’inferno del PalaBasletta, abbattuto dalle ruspe, ma in un palazzo da cinquemila, che è ben altra cosa. E non è un caso che gli amaranto abbiano già espugnato il palasport ducale (era inizio campionato), ma soprattutto che Vigevano abbia ceduto tra le mura amiche 12 volte.
L’incognita principale stasera – 27 aprile – erano le condizioni di Quinton Hooker, finito al tappeto dopo una partita da marziano – l’ennesima, chissà se i detrattori saranno ancora dell’idea che andasse tagliato –, un infortunio subito in una penetrazione coraggiosa in mezzo all’area affollata della Fortitudo, sul 66-68 a un minuto e 20 dalla sirena, col pallone diretto nel canestro fermato solo dal volo di Deshawn Freeman e dalla sua manona. Quinton è piombato al tappeto, gli arbitri hanno ingoiato il fischio, di là, cinque contro quattro, Gabriel ha piazzato la tripla che ha chiuso la partita per Bologna. Pace per il risultato, ma la domanda di tutti era un’altra: come sta Quinton? Lunedì saranno fatti accertamenti, la prima diagnosi stasera parlava di una contusione alla tibia, con un taglietto, che non dovrebbe essere particolarmente grave. Il tempo per recuperare c’è, perché la prima partita della lotteria playout si giocherà domenica 11 maggio, tra due settimane.
Da dove ripartire? Dalle cose buone viste in un Forum che non aveva mai ospitato la Libertas in A2 e che, nonostante la partita per la classifica contasse poco – se gli amaranto avessero vinto avrebbero incontrato Nardò, per qualcuno meglio, per qualcuno peggio – ha registrato oltre cinquemila tifosi e un gran bel pavese.
Le cose buone hanno tre nomi: Hooker, in primis, che ha disputato un terzo tempo fenomenale, dove ha realizzato 15 punti, di cui 10 in tre minuti, riaprendo la partita per la Libertas, che dal 27-38 è schizzata sul 48-46 con schiaccione in rimorchio di Buca su assist del play di Brooklyn Park.
Poi Adrian Banks, che nonostante un inizio impreciso (primo canestro sul 13-21) e il mirino storto (0/7 da tre) è stato poi efficace nelle sue cose, ancora una volta il più presente in campo, 35 minuti. E infine Nazzareno Italiano, partito dalla panchina, ma assolutamente in progresso, da applausi alcuni canestri in penetrazione, il passo e tiro e lo step back. A piacere è stata anche la capacità di riaprire la partita per due volte partendo dal massimo svantaggio (prima dal 9-21 al 25-27, poi dal 27-38 al 48-47). Certo, in entrambe le occasioni dopo quei recuperi è mancato il colpo del killer e la partita è scivolata via dalle mani. Ma va detto che la Fortitudo, che veniva da 4 ko di fila, ha difeso molto duro – la Libertas meno – e alla fine la sensazione è stata quella di una squadra che un po’, a tratti, pensava già alla post season.
Diverse le cose da rivedere: dall’utilizzo di un Allinei di nuovo spento ad un atteggiamento difensivo non sempre battagliero, alla sofferenza sotto le plance. Motivo per cui alcuni tifosi continuano a chiedere rinforzi sotto canestro. E portano ad esempio proprio Vigevano che ha cambiato i due americani, con l’ultimo arrivato, il play Blake Francis – pescato in Finlandia, non nell’Eurolega –, che in due partite ha fatto 55 punti. Ma i nostri strangers oggettivamente sono quelli che hanno lasciato meno a desiderare. E la scelta della società, a meno di sorprese dell’ultimo momento, è stata chiara: ci si può salvare con questa squadra. A questo punto è oggettivamente poco logico cambiare, così come fare polemiche.