PL, una spallata alla brutta figura: con Herons serve solo il riscatto
A Lucca (senza tifosi) biancoblù incerottati, Venucci torna tra sette giorni
LIVORNO. Dopo lo psicodramma di domenica scorsa, partita indecente e dopopartita se possibile ancora peggiore, ci sarebbe voluta una settimana (se non due) per rimettere a posto i cocci e porre rimedio almeno a qualche danno fisico e morale. Invece il calendario impietoso impone di tornare in campo subito, già da stasera (inizio ore 20, 30) addirittura in un quasi derby al PalaTagliate di Lucca, la casa, per quest’anno che vede il Palaterme in ristrutturazione, della Herons Montecatini, finalista lo scorso anno, sconfitta a gara 5 dall’incredibile Avellino capace di rimontare due volte in 15 giorni dallo 0-2 iniziale così come in semifinale aveva fatto con la PL. Ma le analogie finiscono qui.
Se la PL in estate ha rivoluzionato tutto, la Herons ha cambiato pochissimo: un centro al posto di Radunic emigrato a Taiwan. L’ucraino di formazione italiana dalla grafia più ostica di tutto il campionato: Klyuchnyk, proveniente da Roseto, un colosso di 211 per 110 kg che forse si sta già leccando i baffi pensando all’insostenibile leggerezza del pacchetto lunghi della Toscana Legno. Poi il play Trapani, da Orzinuovi, ora a spartirsi equamente il minutaggio con Benites e la forte ala Mastrangelo dai cugini della Gema. Il resto totalmente immutato, con il nucleo che si è guadagnato la finalissima dell’anno scorso cui è stata data l’opportunità di riprovarci. I fatti per ora stanno dando ragione alle scelte termali: ci sono state, è vero, due sconfitte ma entrambe contenutissime e ad opera delle prime due della graduatoria, Ruvo di Puglia e Roseto.
Che cosa potrà fare la PL fiaccata nel fisico e nel morale da quanto successo domenica è difficile dire. Una reazione, ovviamente, è attesa ma tre giorni sono troppo pochi per cambiare alcunché, organico compreso. E poi c’è il dato oggettivo delle assenze, una cosa che avrebbe reso questa partita di difficoltà assoluta anche se giocata nelle migliori condizioni di spirito. La PL si presenta stasera a Lucca senza Hristo Zahariev, si spera per l’ultima volta per una ragione o per un’altra, senza Mattia Venucci che ha il naso rotto che potrebbe però fare capolino in campo già domenica contro San Severo, con Cepic ancora su una gamba sola e che non sarà in grado di dare, ad essere ottimisti, più di qualche minuto. Sette giocatori, quindi, e con Donzelli stoico ma con la caviglia ancora gonfia, a casa di una Herons che può permettersi di utilizzare da nono uomo capitan Natali, bandiera della squadra e trait d’union fra passato e presente.
Missione (quasi) impossibile, dunque. È al tempo stesso una partita importante, di quelle che devono dare un segnale, alla tifoseria e al campionato. Perché no, quella di domenica non è stata la vera PL, nemmeno una lontana parente: deve passare il messaggio che una cosa del genere non si era mai vista e mai più si vedrà. Un’altra imbarcataacuirebbe una situazione che questi giorni è già andata vicina al punto di rottura. Ne è perfettamente consapevole anche coach Federico Campanella. Nessuno, in società, lo dice esplicitamente anzi la voce ufficiale recita il contrario, ma anche per lui, ora, ogni partita diventa un esame. «Andiamo – dice – sul campo di una squadra fortissima e in piena salute, che domenica scorsa ha vinto in trasferta segnando 92 punti contro una Salerno che sembrava in forma. E ci andiamo con 7 uomini contati, per cui anche gli allenamenti non sono stati ottimali». E magari c’è da fare i conti anche con qualche fantasma nella testa. «Quello no – continua Campanella –, nel modo più assoluto. La partita di domenica non ce la dobbiamo scordare, ma deve essere uno stimolo di riscatto, per far vedere che non siamo e non saremo più quelli che hanno fatto con Roma la figura che sappiamo. Dovremo dare tutto quello che abbiamo, senza risparmiare nemmeno una goccia di sudore. Non basterà per vincere? Forse. Ma questa volta dovremo uscire dal campo con la testa alta». La partita è stata vietata ai tifosi ospiti, come quasi tutte quelle che si giocano al PalaTagliate. Una decisione discutibile ma che forse, questa volta, non è un male.