«Pietro, ci siamo». Da Livorno volano alle Olimpiadi per stare vicino all’amico di sempre
Jacopo e Simone a Parigi a tifare lo sciabolatore Torre: «Insieme dalle elementari, dovevamo esserci»
LIVORNO. Volano a Parigi. Destinazione le Olimpiadi. C’è il loro amico per la pelle a giocarsela, è lo schermidore livornese Pietro Torre: non hanno il biglietto per entrare a vedere il loro campione del cuore in pedana ma loro devono esserci lo stesso, a prescindere dal risultato: Pietro e la sua squadra si giocano i quarti di finale a squadre (purtroppo escono di scena contro l’Ungheria). Non possono mancare. Gli “angeli custodi” sono Jacopo Morelli e Simone Mirenda i due amici, coetanei, compagni di studi e di vita con i quali Torre dalla nascita, o quasi, ha condiviso tutto: dalle elementari al Sacro Cuore poi alle medie divisi e poi di nuovo assieme al liceo Enriques.
«In realtà non sappiamo nemmeno se riusciremo ad acquistare i biglietti per l’incontro – confida il primo amico Simone Mirenda – fatto sta che ieri mattina (mercoledì) siamo saliti sull’areo a Pisa per giungere a Parigi. Se riusciremo ad accedere al palasport bene, altrimenti faremo sentire la nostra presenza a Pietro dall’esterno».
In realtà una volta a Parigi riescono a trovare un solo biglietto. Jacopo entra e Simone resta fuori, a tifare. «Abbiamo sempre condiviso tutto da quando ci conosciamo e non potevamo “disertare” questo momento importante per la carriera di Pietro. Vogliamo essere con lui», fa eco Morelli, l’altro amico dello schermidore livornese, atterrato pure lui al Charles De Gaulle di Parigi.
Per i non appassionati della nobile arte della scherma si sappia che il giovane labronico selezionato per le Olimpiadi di Parigi, classe 2002 come Jacopo e Simone, due anni fa a Il Cairo ha vinto la medaglia di bronzo nella gara iridata di sciabola a squadre. In più, precedentemente, medaglie di tutti i tipi nei vari campionati giovanili e cadetti, fra i quali spicca un oro a Foggia nel 2019.
Quando parlano di se stessi e della loro amicizia parlano al singolare come se fossero una persona sola. Con un linguaggio diretto e solare che è lo stesso usato da Pietro nelle sue prime interviste tv dove emerge una salmastrosa livornese simpatia.
Morelli e Mirenda sono studenti universitari a Pisa, il primo in Scienze della Comunicazione (e già collabora come giornalista con alcune emittenti per gli eventi sportivi), il secondo in Giurisprudenza. E Pietro ? «Pietro per ora è concentrato sulla sua carriera sportiva e poi si vedrà». A Parigi è già presente la famiglia dell’atleta, ovvero il padre Pasquale, la madre Ilaria, i fratelli Lorenzo e Tommaso e la sorellina Anna «sorellina – precisano i due amici - che è nel suo piccolo è anch’essa una promessa della scherma e chissà se presto non sentiremo parlare anche di lei».
Una curiosità raccontata dallo stesso schermidore sul web: Pietro da bambino praticava karaté, poi smise e si innamorò della scherma tramite un videogioco propostogli dai suoi fratelli. Il giorno dopo entrò nel circolo Fides di via Salvator Allende e oggi eccolo a Parigi. «In tutti i casi medaglia o meno un premio per Pietro è già in programma: nei prossimi giorni partiremo noi tre - racconta Simone – assieme ad altri due amici per Praga e poi Budapest. I biglietti aerei sono già in tasca». E se questa volta la medaglia non è arriva, è solo questione di tempo.