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Il regno di Aldo Spinelli: 21 anni in dodici date, dalla C alla Coppa e ritorno

Fabrizio Pucci
Il regno di Aldo Spinelli: 21 anni in dodici date, dalla C alla Coppa e ritorno

L’avventura inizia il primo marzo 1999 con l’acquisto della società dalla coppia Achilli-Deodati. Tre anni dopo la storica promozione in serie B, Nel 2004 il ritorno in serie A dopo 55 anni  

13 settembre 2020
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LIVORNO. Ventuno anni, sei mesi e dieci giorni in dodici date. Ripercorriamo insieme l’era di presidenza di Aldo Spinelli, tra gioie e dolori, grandi imprese e ricadute dolorose. Dal giorno dell’acquisto del club amaranto, passando per la promozione in serie B, poi la conquista della serie A, la qualificazione alla Coppa Uefa. E ancora dall’Europa alla retrocessione, alle rinascite e al triste epilogo che non può cancellare il passato. Sperando che sia un nuovo inizio.

1 MARZO 1999

L’avventura di Aldo Spinelli a Livorno inizia di lunedì sera. All’ora dell’aperitivo firma il contratto di acquisto della società che rileva dalla coppia Achilli-Deodati arrivata al capolinea di un connubio mai del tutto felice. Si presenta allo stadio cinque minuti prima dell’inizio di Livorno-Lumezzane, posticipo della 24esima giornata di serie C. Finisce 1-1 con il pari ospite che arriva nel recupero. Il Livorno si salverà in extremis due mesi dopo grazie a un gol di Manfreda a Siena. L’estate successiva Spinelli piazza il primo colpo d’autore: Igor Protti che torna in amaranto dopo undici anni.

28 APRILE 2002

Un indimenticabile gol segnato all’87’da Igor Protti a Treviso apre le porte della serie B, campionato dal quale il Livorno mancava dal 1972. Il successo consente di tenere lo Spezia dietro di un punto e fa diventare l’ultimo impegno casalingo con l’Alzano una formalità. Una settimana più tardi il rotondo 3-0 con i bergamaschi promuove gli amaranto tra i Cadetti, ma è Treviso, di fatto a sancire il ritorno della città nel calcio che conta. Per Spinelli è il primo successo da presidente del Livorno ottenuto grazie a Protti, mister Osvaldo Jaconi e a un gruppo di uomini e giocatori valorosi.

29 MAGGIO 2004

È un’altra notte magica. Il Livorno vince 3-1 a Piacenza e torna in serie A dopo la bellezza di 55 anni. Dieci mesi prima Spinelli aveva prelevato Cristiano Lucarelli dal Torino alzando l’asticella delle ambizioni amaranto. Il numero 99 rinuncia a un miliardo di lire pur di vestire la maglia che ama di più. Insieme a Protti segna complessivamente 52 gol. Uno, quello della staffa, al “Garilli”. La città impazzisce di una gioia lungamente repressa e mai provata da intere generazioni. Spinelli è osannato: in 24 mesi ha riportato la squadra in B dopo 30 e anni e in A dopo mezzo secolo.

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11 SETTEMBRE 2004

È il giorno del debutto in serie A dopo 55 anni. Il calendario si è divertito a mettere davanti al Livorno il Milan di Berlusconi fresco di scudetto. Si gioca a San Siro, ma i livornesi al seguito della squadra sono 15mila perché la scala del calcio è il teatro dove i sogni di una vita diventato realtà. Due minuti e il Diavolo è avanti. Lo riprende Lucarelli che dal dischetto segna un gol che il Livorno non trovava in A dagli anni Quaranta. Rossoneri avanti anche a inizio di secondo tempo, ma altra magia di Cristiano su punizione e 2-2 finale con un altro gol del 99 incredibilmente annullato in zona Cesarini. Sarebbe stato un successo di dimensioni epocali, ma il pari andò bene. Eccome se andò bene.

14 SETTEMBRE 2006

La rinascita amaranto non conosce soste. Nell’estate del 2006 – anche grazie allo scandalo di Calciopoli – arriva la qualificazione per la Coppa Uefa. L’andata del primo turno si gioca all’Ardenza con gli austriaci del Pasching. È Danilevicius a segnare il primo storico gol continentale del Livorno. 2-0 qui, 1-0 in Austria e amaranto alla fase a gironi, superata con un gol di Lucarelli nello scontro diretto di Auxerre. L’avventura finisce il 22 febbraio ai sedicesimi a Barcellona per mano dell’Espanyol, ma la partecipazione del Livorno alla Coppa è assai positiva oltre che storica. Fotogrammi da ricordare: il gol di Amelia a Belgrado con il Partizan e le migliaia di Livornesi sulle ramblas di Barcellona.

11 MAGGIO 2008

Dopo il top, c’è il declino. Inevitabile, fisiologico. Nell’estate del 2007 Lucarelli viene ceduto allo Shakhtar Donetsk e il Livorno si indebolisce al punto di retrocedere in B dopo quattro stagioni. La mazzata finale arriva dal Torino che espugna l’Ardenza e condanna gli amaranto al ritorno tra i cadetti con i crismi della matematica. È il risultato di un campionato assai negativo che ha visto la squadra riprendersi solo in autunno con l’avvento di Camolese. Per il resto è un pianto. E le successive retrocessioni dalla serie A ne saranno una triste fotocopia.

20 GIUGNO 2009

La permanenza in serie B dura un solo anno. In estate Fabio Galante consiglia l’ingaggio di Alino Diamanti dal Prato. È una mossa azzeccatissima e perfezionata a basso costo. Spinelli e il ds Ceravolo mettono insieme una squadra strepitosa che si permette il lusso di tenere in panchina Antonio Candreva. Si va ai playoff perché nel girone di ritorno la squadra si inceppa in casa. In semifinale è 0-2 e 4-1 con il Grosseto. La finale con il Brescia. 2-2 al Rigamonti, poi il 20 giugno Tavano, Diamanti e Bergvold asfaltano il Brescia. È 3-0. Seconda promozione in A in cinque anni. L’ultima volta l’intervallo era stato undici volte maggiore.

14 APRILE 2012

È il giorno più triste della gestione Spinelli e anche della storia del Livorno Calcio. In un livido pomeriggio abruzzese, sul campo del Pescara, il centrocampista Piermario Morosini accusa un malore che non gli lascia scampo. Morosini muore sul terreno di gioco. Il calcio italiano in segno di lutto di ferma una giornata. Livorno si stringe attorno alla squadra in una doloroso abbraccio che viene ripetuto plasticamente tre giorni più tardi quando dinanzi a 10mila tifosi in lacrime il feretro del “Moro”, appena arrivato da Pescara, fa il giro di campo. Piermario aveva 25 anni.

2 GIUGNO 2013

La morte di Morosini ha l’effetto di rendere invincibile la squadra che l’anno prima si era salvata all’ultima giornata. L’allenatore è l’emergente Davide Nicola. Rispetto all’anno prima in difesa c’è un fuoriclasse: Emerson. Davanti sboccia Siligardi, Belingheri da centrocampista è una sentenza. Paulinho e Dionisi vanno in doppia cifra: quattro amaranto con più di dieci gol segnati non si vedevano da 80 anni. La promozione diretta sfugge in un afoso sabato sul campo del Sassuolo (gol preso al 97’), ma ai play off, eliminato non senza sofferenze il Brescia, nel doppio confronto viene fatto fuori l’Empoli di Sarri. Di Paulinho il gol promozione il 2 giugno. Terzo ritorno in A in nove anni.

20 MAGGIO 2016

Un anno: tanto è durata la permanenza in serie A. Poi è di nuovo B con ambizioni sempre calanti. Nel 2015 Spinelli affida la squadra a Panucci. A punteggio pieno dopo quattro giornate, i sogni diventano incubi. Amaranto risucchiati in zona retrocessione fino allo psicodramma del 20 maggio. C’è lo scontro diretto con il Lanciano. Il Livorno deve solo vincere per andare ai playout. Doppietta di Aramu e 2-0 al 45’. Nella ripresa accade di tutto. L’inguardabile arbitro Nasca regala un rigore agli ospiti ed espelle il portiere Ricci. Entra Pinsoglio e che bissa la papera di due settimane prima con il Perugia, regala il pari ai rossoneri e ci fa precipitare in C. Assurdo, ma vero. La storia di Spinelli a Livorno sembra finita.

24 APRILE 2018

Per un campionato intero il presidente non si fa vedere allo stadio. Il Livorno guidato da Foscarini esce (male e solo ai supplementari) ai quarti di finale playoff a Reggio Emilia, ma nell’estate 2017 il presidente – che già da un anno ha ingaggiato Protti con il ruolo di Club Manager – raddoppia e costruisce una buonissima squadra che domina nel girone di andata e si blocca nella seconda parte. Alla fine però il Livorno la spunta sul Siena dopo aver dato la spalla decisiva al campionato spazzando via – come da tradizione – il Pisa all’Ardenza. Il 28 aprile il gol di Vantaggiato alla Carrarese (1-1) ci riporta in B dopo appena due stagioni.

11 SETTEMBRE 2020

Spinelli cede la maggioranza delle sue quote. Dopo 21 anni e mezzo non è più il padrone esclusivo del vapore. Lascia dopo due stagioni sofferte. Una finita con una rocambolesca salvezza ottenuta all’ultima giornata, l’altra con una retrocessione vergognosa con appena 21 punti conquistati sui 114 a disposizione. Peccato originale: l’addio ad Alino Diamanti, ritenuto ingombrante dal tecnico Breda. Peccato reiterato: l’acquisto di giocatori in precarie condizioni fisiche. Errori pagati a carissimo prezzo a cui si aggiunga la scelta di dirigenti che hanno completamente sbagliato le strategie di mercato. –

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