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Il lutto

Livorno piange Lorena Draghetti, 68 anni: era il simbolo delle scuole Lambruschini

di Stefano Taglione
Lorena Draghetti, morta a 68 anni
Lorena Draghetti, morta a 68 anni

Insegnante, madre e nonna di due nipoti, lascia il marito e quattro fratelli e sorelle. Il ricordo del figlio Manuel: «Una mamma, un'amica, che emozione al funerale vedere i suoi alunni di 30 anni fa»

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LIVORNO. Era il simbolo delle scuole Lambruschini, dove ha insegnato una volta trasferitasi dalle Gramsci. È lutto in tutta la città per la scomparsa della docente elementare Lorena Draghetti, 68 anni e da due in pensione, purtroppo malata da tempo. Nonostante i problemi di salute, dopo una prima operazione a cui fu sottoposta ben 16 anni fa a causa di un tumore, con la grande forza che l’ha sempre contraddistinta è tornata al lavoro, mettendosi al servizio dei suoi alunni, e completando la sua carriera lavorativa fino al pensionamento, avvenuto nel 2023. Un’insegnante amatissima, a Livorno, tanto che al funerale ieri hanno preso parte tantissimi fra colleghi e allievi che ha conosciuto nel corso dei suoi anni a scuola. «L’insegnamento – conferma il figlio Manuel Del Greco – era la sua vita».

Lorena è nata a Bologna, dove all’epoca vivevano i genitori. Il padre Rino, di professione carabiniere, ha girato l’Italia e dal capoluogo emiliano è stato poi inviato nella nostra città, dove ha comandato la caserma di San Jacopo. Prima ancora, sempre per l’Arma, ha lavorato a Mirandola, un comune di quasi 25mila abitanti in provincia di Modena, dove sono cresciuti alcuni fratelli e sorelle della donna. Cinque, infatti, sono i figli di Rino: oltre a Lorena, la gemella Loretta (nata come lei a Bologna), poi Vanni, Deanna e Paolangela. «Nostro padre – racconta Vanni Draghetti, l’unico maschio della famiglia – era una persona eccezionale e ci ha trasmesso tantissimo. Lorena era l’emblema di questo passaggio generazionale, una persona fantastica che ci mancherà moltissimo».

Non ha mai smesso di lottare, la docente livornese. Una guerriera che ha dato tutto per vivere il più possibile e al meglio la sua esistenza. Nonostante la malattia, infatti, ha deciso di tornare al lavoro, sempre alle Lambruschini, senza mai risparmiarsi, diventando un punto di riferimento per l’intero corpo docente e soprattutto per gli alunni. Il miglior apprendimento, per loro, era il suo obiettivo. Tanto che, alle esequie, iil 26 aprile c’erano anche gli alunni di 30 anni fa. «Ha sofferto tanto nel corso della sua esistenza a causa della malattia – prosegue il fratello Vanni – ma la sua vita è stata da encomio. Dove c’era bisogno di aiuto, lei c’era sempre. Ha dato una mano a tutti, da questo punto di vista non si è mai risparmiata e le manifestazioni d’affetto di questi giorni ne sono la dimostrazione».

«Una donna dal cuore d’oro e dalla capacità infinita di dare», così la ricorda la sorella gemella Loretta. Amante degli animali, lascia il marito Massimo Del Greco, il figlio Manuel e i nipoti Dario e Diego. «Mia madre era eccezionale, per me è stata come una compagna, una madre-amica – così la ricorda Manuel – e tutta l’educazione che ho, la devo a lei: mi ha educato come si deve, ne sono fiero. Con i miei genitori, né da adolescente, né più tardi, ho mai avuto problemi e mia mamma nella vita è sempre stata corretta, non diceva mai una parolaccia, era unica».

Bellissimo il rapporto con i nipoti Dario e Diego, i figli di Manuel. «Ultimamente, a causa delle condizioni di salute in peggioramento – conclude il figlio – l’hanno vista un po’ meno, era lei la prima di dirmi che non riusciva a star loro dietro. Ma quando era insieme a mio padre, insieme, riuscivano tranquillamente. Aveva uno splendido rapporto con loro», conclude Manuel, rimasto «stupito dall’affetto dei suoi alunni, alcuni dei quali prima del funerale avevo visto quando avevano sei anni. Mia madre è rimasta scolpita nelle menti e nei cuori delle persone».

Alle 14,20 del 26 aprile si è svolto il funerale al cimitero comunale dei Lupi, poi la cremazione, come da suo ultimo desiderio. In moltissimi si sono stretti all’affetto dei familiari, non ultimi appunto i tantissimi allievi che hanno studiato da lei italiano e storia, le materie letterarie che insegnava alle scuole elementari. Tantissimi anche i messaggi sui social, in particolare sulla pagina della stessa docente «Cara Lorena, ti invio un abbraccio forte e un bacio ovunque tu sia», le parole di un’amica, Adriana Bosi.

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