Livorno, ladri acrobati si arrampicano sulla targa del civico e svaligiano due case
Via oro e gioielli nel quartiere di Colline. Il racconto di una delle vittime, una barista: «Ho temuto per i miei gatti, mi sento violata nell'intimità. Ci sono voluti giorni prima di tornare a dormire in camera da letto»
LIVORNO. Aiutato da un complice ha scalato la facciata del palazzo facendo leva perfino sulla targa del numero civico, dove ha lasciato ben visibile l’impronta di una scarpa. Poi, insieme al “collega” che ha a sua volta aiutato a salire su uno dei balconi, ha fatto irruzione in due diversi appartamenti, al primo e al secondo piano, rubando oro e gioielli. Doppio colpo nel quartiere di Colline, in via Adolfo Tommasi, dove i ladri hanno fatto razzia dei preziosi (non molti, per fortuna) nascosti fra armadi e cassetti, seminando il caos in entrambe le abitazioni.
Hanno agito qualche giorno fa, nella prima serata, poco dopo le 21,30. A raccontare uno dei furti è una barista livornese, che chiede l’anonimato. Rientrando a casa, verso le 22,30, non ha potuto far altro che accorgersi dell’immenso soqquadro che regnava all’interno della sua dimora. Letteralmente assaltata: finestra aperta (e con il vetro rotto), ante dell’armadio spalancate con vestiti in giro e cofanetti svuotati e accuratamente selezionati, con ciò che era meno pregiato addirittura lasciato lì. In bella vista.
«Hanno perfino avuto il tempo di scegliere cosa portare via e cosa scartare – racconta la donna – e penso che all’interno siano rimasti all’incirca un quarto d’ora. So per certo dell’orario perché in casa ho una telecamera collegata a Internet per guardare i miei gatti che, sebbene non registri, ha salvato l’ora della disattivazione, le 21,49. Ero molto preoccupata per gli animali, che per fortuna stanno bene. Nella fuga hanno lasciato aperte tutte le finestre, scappando dalla veranda e scendendo sul retro dell’edificio, in modo da non essere visti. Ho pensato che potessero aver fatto loro del male o averli fatti scappare, ma grazie al cielo non è accaduto niente di tutto ciò e, nella disavventura, è senz’altro l’aspetto positivo. Mi sento sicuramente violata nell’intimità, per giorni ho dormito sul divano in soggiorno, non ho avuto il coraggio di rientrare nella camera da letto, che ho ovviamente pulito più volte. È incredibile uscire di casa, ora, e aver paura a rientrare e trovare nuovamente tutto a soqquadro. È stato un incubo: spero non si ripeta e non lo auguro a nessuno».
Durante il sopralluogo con gli agenti delle volanti della polizia di Stato, la barista, si è accorta che poco prima avevano rubato anche a casa dei vicini. Abitano sotto di lei, al primo piano. I malviventi, attraverso il terrazzo, hanno infatti prima fatto irruzione dai dirimpettai, poi da lei. «Anche da loro hanno rubato oro e gioielli, non saprei dire quanto – prosegue la donna – e, stando loro al piano di sotto, penso abbiano visitato in sequenza prima il loro, poi il mio appartamento. Noi ce ne siamo accorti guardando la loro finestra rimasta aperta. Anche la mia lo era: hanno distrutto il vetro, poi aperto la maniglia. Purtroppo avevo lasciato su l’avvolgibile, ma penso che sarebbe cambiato poco, avrebbero colpito lo stesso. Ma sicuramente, in futuro, starò più attenta: spero che la mia storia possa essere da monito per gli altri. Pur abitando al secondo piano, infatti, non puoi mai essere al sicuro, anche qui con i ladri acrobati si rischia ogni volta il furto».
Dopo aver completato la selezione di oro e gioielli dai vicini, infatti, i malviventi hanno preso di mira il suo appartamento. «Credo che dal loro balcone, dove sono arrivati arrampicandosi anche attraverso la targa del numero civico – prosegue – sfruttando la tenda siano arrivati sul mio terrazzo, per poi spaccare il vetro della finestra e aprire con la maniglia dall’interno. Quando sono giunta in casa, poco meno di un’ora dopo il fatto, ho trovato perfino una sedia abbandonata nel corridoio, vicino alla porta, poi ho capito ciò che era accaduto visto che era tutto in disordine. Anche la finestra sul retro – conclude – era stata lasciata aperta. Da lì, dove ho la veranda, sono scesi giù, dalla parte opposta rispetto alla facciata che dà sulla strada, e hanno fatto perdere le loro tracce. Speriamo che qualche telecamera li abbia inquadrati». Dell’indagine per arrivare alla loro identità si occuperanno i colleghi della Squadra mobile, una volta ricevuti gli atti della denuncia dall’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico. L’obiettivo degli agenti è riuscito a dare loro un volto e un nome.
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