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Livorno, Enrico Bencini dopo la lotta col rapinatore armato di pistola: «Ora ricomincio a vivere»
Enrico Bencini, dimesso e poi tornato in ospedale per l'intervento chirurgico, ringrazia «le forze dell'ordine e i sanitari dell'ospedale, persone magnifiche». Le sue parole: «Non mollo, ho già riniziato a fare ginnastica, dopo quell'episodio mi sembra di essere rinato»
LIVORNO. «Ora finalmente ricomincio a vivere. Voglio fare un plauso alle forze dell’ordine, ai medici del reparto di ortopedia e a tutti i colleghi dell’ospedale, incluse le équipe delle sale operatorie. Sono persone gentili, sempre disponibili e non meritano certo il trattamento loro riservato dai violenti che a volte le aggrediscono».
Il ritorno a casa
È tornato a casa dopo l’intervento chirurgico al braccio fratturato Enrico Bencini, il cinquantacinquenne di Antignano che la settimana scorsa, dopo aver aperto la porta di casa credendo di ricevere un pacco postale, è stato aggredito da un finto corriere espresso che, in compagnia di un complice, sul pianerottolo gli ha puntato la pistola alla testa per rapinarlo. Un tentativo non andato a buon fine, visto che il nuotatore e subacqueo labronico – molto conosciuto nella nostra città – reagendo d’istinto e prendendo per il collo il bandito li ha messi in fuga, cadendo tuttavia per le scale e rompendosi nel corso della colluttazione l’ulna del braccio sinistro, oltre a ferirsi a uno stinco.
Bencini, già il giorno dopo la terribile disavventura, come annunciato lui stesso dal Tirreno era stato dimesso. Poi mercoledì 8 gennaio è tornato in ortopedia per l’operazione, che per fortuna è andata bene. «Sono tornato a casa – le sue parole – e ora inizierò la terapie che mi sono state prescritte. Riesco già a fare un po’ di ginnastica, io non mi fermo mai, non mollo mai. Avrò due controlli nell’arco delle prossime tre settimane, anche perché al braccio ho 15 punti e una placca metallica a spirale. Spero di infilarmi al più presto la muta e di riprendere a nuotare: ho voglia di ricominciare a vivere normalmente, come facevo prima. Ogni giorno da quell’episodio mi sembra di essere rinato: oggi è un giorno nuovo, sono sereno e tranquillo».
Verso la rinascita
Purtroppo, per febbraio, non ce la farà: aveva in programma i campionati regionali di nuoto “master”. Ma forse, a fine aprile, potrà riprendere a fare sport, come da lui stesso auspicato dopo il colloquio con i medici. Nel frattempo proseguono le indagini della polizia sull’incredibile episodio che, suo malgrado, lo ha visto coinvolto. A occuparsene la Squadra mobile, dopo che sul posto erano intervenute le volanti della questura. I banditi – due e «dall’accento meridionale o dell’Est Europa», così ha raccontato Bencini al Tirreno – si erano presentati al portone del suo condominio di viale di Antignano, sul lungomare, spacciandosi per corrieri espresso che dovevano consegnare un pacco. Erano da poco passate del 18 di giovedì scorso, il 2 gennaio. Prima hanno suonato a una sua vicina, che non ha aperto, poi a lui. È a questo punto che si è ritrovato, sul pianerottolo, con una pistola puntata alla testa (vera o falsa, non è ancora chiaro). Reagendo e mettendoli in fuga. La coppia, col volto nascosto dai passamontagna, è scappata su un furgone, che però hanno visto alcuni vicini. Non lui. I poliziotti sono al lavoro per riuscire a dare loro un volto e un nome.