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Livorno, a Gestione Bacini e Fratelli Neri 40mila metri di aree in porto

di Giulio Corsi
Il cantiere di Gestione Bacini Spa
Il cantiere di Gestione Bacini Spa

Le due società riunite in un’Ati si sono aggiudicate gli spazi di Montano e Romoli: concessione per due anni, a giugno 2026 una nuova gara per tutti i cantieri

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LIVORNO. Oltre 40mila metri quadrati di aree portuali destinate alla cantieristica sono stati aggiudicati da un’Ati formata da Gestione Bacini Spa e Fratelli Neri. Si tratta di spazi che si trovano tra la Darsena Calafati, affacciata sull’Alto Fondale e la Darsena Pisa a fianco alle banchine di Cilp. La nuova concessione, disposta con provvedimento del presidente Guerrieri il primo luglio, è stata pubblicata ieri pomeriggio, 2 luglio, all’albo pretorio di Palazzo Rosciano.

È una novità dirompenente, che mette un punto (ma probabilmente non una fine) all’annosa diatriba legata alla cantieristica all’interno del porto livornese. Che, anche dopo questo passaggio, ha ancora fame e bisogno di spazi.

Le aree

Le concessioni sono divise in quattro atti che corrispondono ai quattro lotti di aree demaniali (comprensive di specchi d’acqua antistanti), in merito ai quali l’Authority aveva commissionato al Rina uno studio per la riorganizzazione, spazi che il piano regolatore portuale destina a cantieristica, riparazione navale, costruzione e refitting. Su di essi oggi operano Gestione Bacini – società nata nel 2009 e cresciuta molto in questo quindicennio arrivando a lavorazioni su super yacht da 50 metri, che ha sempre lamentato problemi di spazio –, lo storico cantiere Romoli, alle spalle una lunga tradizione, dai tempi dei bastimenti a vela fino alla costruzione in tempi più recenti di pescherecci in legno, l’ultracentenario cantiere Montano con i suoi 8.000 metri quadri, di cui tremila adibiti ad officine coperte e magazzini e 300 metri di banchina per le riparazioni, e infine la stessa Fratelli Neri.

Adiacente c’è anche un’altra area in concessione al cantiere Lorenzoni, la quale però non è andata a bando, essendo l’unica non scaduta. Anzi, proprio per allineare tutte le concessioni della cantieristica all’interno del porto l’Authority aveva deciso di effettuare le attuali gare limitandole nel tempo fino a giugno 2026 quando scadrà pure quella di Lorenzoni.

L’Ati Gestione-Neri

Ad aggiudicarsi i quattro bandi e la concessione delle aree di Montano e Romoli, come dicevamo, è stata l’ associazione temporanea d’imprese formata dalle due aziende livornesi, Gestione Bacini e Fratelli Neri, che hanno un piano industriale che ha convinto l’Authority. Da settembre dovrebbero avere la disponibilità delle aree.

Gli investimenti

«È stata un’operazione studiata e progettata in Ati con la Fratelli Neri spa – afferma soddisfatto il presidente di Gestione Bacini spa Marco Fiorillo – operazione complessa ed ambiziosa come importanti e sostanziosi saranno gli investimenti programmati ed i lavori da realizzare per rendere tutte le aree idonee alle tipologie di attività che il nuovo piano industriale prevede di compiervi. In particolare prevediamo di concentrare le attività del nuovo soggetto imprenditoriale sul settore dei superyacht, così come previsto dallo studio che l’Autorità Portuale aveva commissionato al Rina per identificare una ottimizzazione fra gli spazi presenti e le potenzialità di espansione nel settore della grande nautica. Contiamo di aumentare la manodopera, tutta specializzata nel settore. Appena saremo in possesso delle aree inizieranno i lavori – aggiunge il numero uno di Gestione Bacini –. Questo ci consentirà finalmente di cogliere gli obiettivi di sviluppo che ci eravamo posti all’inizio dello studio del progetto. Nel nuovo soggetto imprenditoriale confluiamo con tutte le competenze, le conoscenze e le risorse che in questi anni abbiamo con successo sviluppato nonostante le enormi difficoltà legate soprattutto agli spazi ed alle strutture. Avevamo grosse limitazioni di superfici di lavoro e di manovra, di altezze dei capannoni e spazi acquei che finalmente potremo iniziare a superare e con esse anche le dimensioni delle imbarcazioni su cui poter lavorare con maggior valore aggiunto».

Cna: «Servono più spazi»

«Siamo ad una svolta importante nel settore della nautica a Livorno – commenta il coordinatore sindacale di Cna Livorno Alessandro Longobardi –, che può portare a sviluppi considerevoli. La cosa certa è che gli spazi destinati dal piano regolatore del porto ai comparti delle riparazioni navali, delle costruzioni e del refitting sono nettamente insufficienti in confronto alle potenzialità del settore ed alle imprese locali che già vi operano. Ricordiamo che il rapporto fra la manodopera impiegata nella nautica e le superfici destinate è enormemente più alto rispetto alle altre attività svolte sulle banchine del porto labronico: maggiori superfici darebbero più lavoro e più fatturato. È una riflessione che deve essere aperta per non perdere nessuna azienda locale ed anzi dare possibilità a tutte le imprese della nautica di poter sviluppare le proprie competenze e i propri mercati che sono vari e tutti essenziali in un porto come quello di Livorno».

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