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Livorno, associazioni e cittadini in piazza contro i fumi neri: «Vogliamo respirare aria pulita»

di Luca Balestri
Livorno, associazioni e cittadini in piazza contro i fumi neri: «Vogliamo respirare aria pulita»<br type="_moz" />

Si chiedono chiarimenti e rassicurazioni “Verità per le maleodoranze”: «Servono interventi immediati»

05 maggio 2024
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LIVORNO «Dai siti di interesse nazionale chiediamo giustizia, le bonifiche e una svolta nella protezione dell’ambiente e della salute». È uno striscione di quaranta metri esposto al centro di piazza Grande, per terra, a riassumere il significato della manifestazione “Verità per le maleodoranze”, protesta che sabato 4 maggio è partita in piazza Grande ed è finita davanti al tribunale. Nei mesi di marzo e aprile sia nei quartieri nord della città che in alcune parti del centro, come la zona del Calafati, sono state avvistate delle maleodoranti nebulose di fumo, potenzialmente nocive per la salute dei cittadini. Che ora chiedono delle risposte dalle autorità competenti in materia: l’Autorità portuale, il Comune e l’Arpat.

L’interesse dei cittadini più che avere delle risposte sul perché dei fumi, è bloccarli. «Siamo qui per chiedere verità sulle maleodoranze. Da diverse settimane stiamo chiedendo alle autorità competenti di mettere in atto delle azioni concrete contro questa situazione insostenibile», spiega il presidente dell’associazione Livorno Porto pulito Luca Ribechini. «Si tratta di emissioni probabilmente tossiche, che arrivano dai poli industriali. Possono provenire dal polo petrolchimico, dal porto, o non si sa dove. Noi abbiamo necessità di conoscere e di intervenire». Sono oltre 80 le segnalazioni che i cittadini hanno fatto a Livorno porto pulito.

«L’amministrazione ci ha risposto che c’è efficienza perché c’è una cabina di regia. Ma l’efficienza c’è non quando si fanno le riunioni, ma quando si riescono ad eliminare i problemi», continua Ribechini.

Il presidente propone delle soluzioni migliorative per la presenza delle navi in porto: «Vogliamo che le autorità si facciano carico dell’imprenditoria amatoriale affinché una quota di questa attività venga destinata ad investimenti seri e certificabili a difesa dell’ambiente. Si devono usare carburanti più puliti». l


 

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