Il Tirreno

Livorno

Musica

Livorno, in città le chitarre della storia del rock: il re delle Fender vintage alla Terrazza

di Dario Serpan
Livorno, in città le chitarre della storia del rock: il re delle Fender vintage alla Terrazza

Flavio Camorani: «Il mio è un museo itinerante pubblico che portiamo in giro per tutta Italia»

04 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Quella passione per la Fender, il vintage, la musica. Quella voglia di far conoscere agli altri, dal vivo, strumenti e oggetti originali che hanno fatto la storia. Fino a domani, nella tensostruttura montata alla Terrazza Mascagni, si può visitare la grande esposizione di strumenti musicali vintage con la collezione di Flavio Camorani, comprendente tutta la produzione di chitarre Fender a catalogo tra il 1951 e il 1974, più alcuni amplificatori dalle serie "woodie", "tweed", "brownface" tra il 1946 e metà anni ’60.

C’è anche la collezione di Keki Andrei di Organ Studio Italia con una larga esposizione di organi e piani elettrici Hammond, Wurlitzer, Rhodes, Vox e molto altro. L’ingresso è libero (per info info@surferjoemusic.com - 347 5143166 - 347 1490186) e si possono pure provare gli strumenti esposti, previo consenso del personale in loco.

Non è la prima volta che Flavio Camorani porta il suo Fender Vintage Museum a Livorno.

«È il quarto anno che esponiamo qua – risponde il collezionista e musicista originario di Forlì, tra l’altro batterista e leader della più longeva e importante Pink Floyd tribute band d’Italia, Floyd Machine - e il pubblico livornese risponde sempre con molta passione. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con il maltempo, ma l’affluenza è molto importante; la gente è venuta anche con la pioggia in questa tensostruttura sul mare che è molto bella».

La sua è una delle collezioni più complete e conosciute a livello mondiale. Cosa possono ammirare i visitatori?

«La mia collezione è, a livello mondiale, fra le più complete in assoluto per quanto riguarda gli strumenti vintage Fender prodotti dal 1946 e 1974: tutta la linea delle chitarre, il primo mandolino elettrico, tutte le tipologie di amplificatori. Ogni strumento ha la sua custodia e i suoi accessori originali e poi ci sono poster e memorabilia vari. Quello che portiamo in giro è l’unico museo itinerante reso pubblico a livello mondiale. In totale sono 150 oggetti più memorabilia varia».

Dove conserva tutto ciò quando non è in giro per mostre?

«A casa mia, che è la sede della mia cooperativa musicale, Prisma Melody Club. In ogni camera ci sono bassi, chitarre e altro. Praticamente vivo insieme e a loro e con la mia cagnolina Luna».

Ma quando è nato tutto?

«Ho iniziato quindicenne, negli anni ’70, a collezionare strumenti Fender e ci ho messo 38 anni per completare la collezione. Data la mia passione per la musica e il vintage, ho anche realizzato dei libri a scopo divulgativo, una sorta di enciclopedia con oltre dodicimila immagini degli strumenti in tutti i loro dettagli. Un’opera buona peri cultori del genere e per i neofiti».

Dove e come è riuscito nel tempo a reperire tutti gli strumenti?

«Diciamo che il 60% l’ho reperito in Italia, il resto all’estero. Molti li ho recuperati nei negozi di usato, oppure con il passaparola. Prima lavoravo negli alberghi, anche all’estero, e così sono riuscito a trovare strumenti anche negli Usa».

Ci racconta qualche aneddoto legato alla sua collezione?

«Quando ho trovato la prima chitarra costruita nel 1947 da Leo Fender (il fondatore del celebre marchio americano di strumenti musicali, ndr), una volta fuori dall’abitazione in cui l’ho ritirata ho trovato un biglietto con scritto lo stesso codice di quel modello di chitarra. Ho pensato che fosse una sorprendente casualità. Un’altra volta, invece, un musicista anziano a cui volevo acquistare uno strumento decise di regalarmelo quando seppe che sarebbe finito nella mia collezione. “Starà meglio lì che a casa mia”, mi disse».

Nella sua collezione ci sono strumenti suonati da grandi artisti?

«Io non amo avere l’oggetto posseduto da un artista quanto l’oggetto originale. Nella collezione, però, ci sono strumenti appartenuti ad artisti italiani come Piero Pelù, Dodi Battaglia o Eugenio Finardi».


 

Primo piano
Politica

Pisa, la ministra Bernini contestata dagli studenti: «Mi hanno impedito di parlare, non sono democratici» – Video

di Danilo Renzullo