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Il lutto

È morto padre Damioli: il prete-esorcista per oltre trent’anni a San Sebastiano

È morto padre Damioli: il prete-esorcista per oltre trent’anni a San Sebastiano

Arrivò nel 1977 ed è rimasto fino a quando i barnabiti hanno retto la parrocchia,. «Era un uomo segnato dalla lotta per la liberazione dell’uomo dal male», lo ricorda il vescovo Simone Giusti.

27 aprile 2023
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Livorno Si è spento a 83 anni padre Giovan Battista Damioli, religioso della congregazione dei barnabiti, assai conosciuto in città benché fosse schivo, mite e riservato: è stato per qualche tempo docente di religione in istituti come il liceo Enriques, ha insegnato etica morale alla scuola professionale degli infermieri (prima che diventasse corso universitario) ma, soprattutto, per ben più di trent’anni ha retto la parrocchia di San Sebastiano. La chiesa che è stata contrassegnata per secoli dalla presenza dei barnabiti ma nella riorganizzazione territoriale che ha investito alla fine dello scorso decennio questa realtà religiosa, la congregazione ha deciso nell’autunno 2018 di lasciare Livorno, e anche padre Damioli è stato costretto a fare la valigia.

«Padre Damioli era un uomo segnato dalla lotta per la liberazione dell’uomo dal male», lo ricorda il vescovo Simone Giusti. «Era buono e tenace, raffinato e sbrigativo: sempre fedele alla sua missione, un fine cesellatore di anime». Nella nostra città era arrivato nel ’77. È stato «un punto di riferimento spirituale importante e profondo» per la sua comunità parrocchiale: grazie a una mentalità non chiusa al nuovo, in parrocchia aveva guardato con favore anche alle nuove modalità di evangelizzazione attraverso social e web.

È da aggiungere che la capacità di riflessione, la pacatezza e l’equilibrio ne avevano fatto una figura con rilevanti responsabilità anche come “padre provinciale” della sua congregazione. Così come in diocesi: è stato braccio destro del vescovo come vicario per la vita consacrata, ha seguito la crescita di Rinnovamento nello Spirito in qualità di assistente ecclesiastico, è stato nel team del seminario nei panni di padre spirituale delle nuove leve di aspiranti sacerdoti. Ma forse, al di fuori del perimetro della parrocchia, il proprio impegno principale è stata la responsabilità di esorcista ufficiale incaricato dal vescovo.

L’ha fatto per oltre un quarto di secolo, e qui la sua proverbiale riservatezza era ancor più forte: non gli piaceva interpretare il ruolo con atteggiamenti da mattatore, anzi teneva prima di tutto a cercare di distinguere il disagio sociale e la sofferenza psichiatrica rispetto agli aspetti più gravi di particolari difficoltà spirituali di fede. Anche di fronte alla grande stampa nazionale che gli avrebbe ben volentieri offerto un palcoscenico nel curioso caso dei “fantasmi in curia”, girò alla larga dai protagonismi e consigliò semplicemente di pregare.

Per questo religioso alieno dalla “voglia di riflettori” si erano mobilitati i parrocchiani che, quando si era profilato il trasferimento in altra città, avevano a gran voce chiesto di sospendere quella decisione. Inutilmente: padre Damioli è stato spostato altrove, l’ultima parte della propria vita l’ha passata nel convitto ecclesiastico di Firenze.

Nonostante siano passati già quasi cinque anni da quel distacco, come riconosce il giornale online della diocesi il religioso «è rimasto nel cuore di tante persone che lo hanno conosciuto e stimato», adesso – viene sottolineato dal quartier generale della curia – al lutto si aggiunge però anche «un profondo senso di gratitudine per il dono di averlo incontrato e beneficiato della sua saggezza e della sua grande fede».

Padre Damioli aveva origini bresciane, era nato in Val Camonica alla vigilia di ferragosto: anzi della Madonna dell’Assunzione, avrebbe detto lui. La strada per diventare prete l’aveva presa a dieci anni, la consacrazione come sacerdote l’aveva avuta a 25 anni poco prima del Natale ’65.

Sul sito web dell’ex parrocchia barnabita, si ricordano i primi passi che padre Damioli ha mosso da giovane religioso in Congo: la rottura di una gamba in un incidente, l’arresto da parte delle milizie durante una delle tante guerre africane (e il rischio di morire), quindi l’avventuroso spostamento per mettersi in salvo. Funerale giovedì 27 aprile nella parrocchia della Divina Provvidenza a Firenze. La curia riferisce che a Livorno si terranno liturgie di suffragio. l

 

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