Il Tirreno

La tragedia

Acerra, bimba di 9 mesi sbranata dal pitbull: il padre positivo all’hashish. È indagato


	Un pitbull (foto di repertorio)
Un pitbull (foto di repertorio)

Le ipotesi sono omesso controllo e omicidio colposo. E un politico proporrà una legge per vietare la vendita di alcune razze

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Bimba di 9 mesi uccisa dal pitbull di famiglia ad Acerra: il papà indagato a piede libero per omicidio colposo e omessa custodia e vigilanza del cane. Questa è l'accusa ipotizzata dalla Procura di Nola nei confronti del 25enne. Secondo il Corriere della Sera, poi, il papà della bimba è risultato essere positivo all'hashish mentre altri  test tossicologici, su differenti droghe, hanno dato esito negativo.

Le indagini

La tragedia è avvenuta in un appartamento di Acerra. Secondo quanto riferito dal 25enne agli agenti del commissariato di polizia di Acerra, non si era accorto di quanto accaduto poiché si era addormentato. Come da prassi, la Procura ha disposto anche gli esami tossicologici sull'uomo che, in vista dell'autopsia sul corpicino della bimba, è stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto. L’uomo è indagato anche per omesso controllo, oltre che per omicidio colposo.

Il pitbull aveva azzannato un altro cane

La piccola era morta prima dell'arrivo al pronto soccorso Villa dei Fiori, per le gravi ferite alla testa, al volto e agli arti. Nel frattempo, il cane è stato affidato ai veterinari dell'Asl Napoli 2 che hanno accertato come l'animale fosse privo di microchip. Dalle testimonianze di alcuni residenti, è emerso che lo stesso Pitbull in estate aveva azzannato un altro cane di piccola taglia, uccidendolo. 

La proposta di vietare il commercio di “razze pericolose”

«Siamo in presenza di specie, come i pitbull, che hanno tassi di aggressività maggiore rispetto ad altre. Quello che è successo ad Acerra non può rimanere senza risposta. Presenterò oggi stesso un disegno di legge per vietare il commercio di queste razze, so che ci sono perplessità perché quando si parla di divieti coercitivi si apre un dibattito, ma la situazione è fuori controllo». Lo dice a 24 Mattino su Radio 24 la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. «I padroni di questi cani spesso non hanno la preparazione sufficiente per affrontare situazioni di emergenza, non hanno fatto corsi di formazione e non hanno patentini - spiega Paita - E poi mi chiedo: è normale che una specie che ha dimostrato più volte una notevole aggressività venga commercializzata? Non è permesso andare in giro con una tigre, giustamente. E allora perché con le razze di cani aggressive sì?».

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