Il Tirreno

Grosseto

Nomadi digitali

Lavorare in smart working nei borghi da favola: i comuni della Maremma che piacciono di più

di Massimiliano Frascino

	Uno scorcio di Santa Fiora
Uno scorcio di Santa Fiora

A Santa Fiora c’è il progetto più avanzato per attrarre questo tipo di lavoratori che conciliano professione e scoperta di un territorio per periodi determinati di tempo

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GROSSETO. I paesi dell'entroterra e quelli montani della provincia di Grosseto potrebbero essere attrattivi per la comunità errante dei cosiddetti “nomadi digitali”.

Persone, prevalentemente giovani, che vivono spostandosi frequentemente da un posto a un altro, perché possono continuare a lavorare in smart working coltivando al contempo la passione per il viaggio e il turismo esperienziale. È quanto emerge da una ricerca di Irpet, che fra le altre cose ha messo a punto un “indice di attrattività” per i nomadi digitali, basato sui criteri in base ai quali questi scelgono di soggiornare in un luogo piuttosto che in un altro. Le città più gettonate in Toscana sono Firenze, Siena e Pisa, perché coniugano connessione digitale, vita culturale e infrastrutture.

Ma se la cavano bene anche i piccoli centri localizzati nelle aree interne. Fra questi, entro i primi 30 posti della graduatoria regionale, ci sono ben 11 Comuni maremmani: Monterotondo Marittimo, Civitella Paganico, Seggiano, Manciano, Follonica (eccezione sulla costa), Semproniano, Scansano, Pitigliano, Santa Fiora, Castel del Piano e Arcidosso. Ma in generale tutti i Comuni della provincia rientrano nel range tra 95 e 105 punti dell’indice di attrattività, il cui massimo è 110.

«Dopo il Covid – spiega Giancarlo Dall’Orco, destination manager che segue anche questo settore per Confesercenti – il nomadismo digitale dei lavoratori agili è progressivamente cresciuto come fenomeno internazionale. L’Italia sta crescendo e la Toscana è senza dubbio una destinazione appetibile, quindi la provincia di Grosseto. A Santa Fiora c’è il progetto più avanzato (Smart Village, ndc) per attrarre questo tipo di lavoratori che conciliano professione e scoperta di un territorio per periodi determinati di tempo. Ma ci sono piccoli progetti in fieri come a Caldana, Montelaterone e San Giovanni delle contee, in collaborazione con le cooperative di comunità locali. Va però messo tutto a sistema e promosso in modo adeguato. Paesaggio, cultura, ambiente ed enogastronomia sono garantiti. Bisogna lavorare molto su infrastrutturazione digitale, servizi alla persona e trasporti, la rete di accoglienza diffusa e delle strutture ricettive».

Ancora non c'è una consapevolezza piena in provincia del fatto che i nomadi digitali potrebbero essere un segmento interessante di frequentatori del territorio, ma qualcosa comincia a muoversi a macchia di leopardo. La sindaca di Civitella Paganico, Alessandra Biondi, spiega di essere a conoscenza «della presenza di alcune famiglie, diverse straniere, che hanno scelto di vivere per una parte dell'anno nella frazione di Pari o nelle campagne del Comune, scegliendo il coworking. È un tema che conosciamo, e avevamo anche ipotizzato di realizzare uno spazio di coworking a Monte Antico. Si tratta di un'opportunità per avere più presenze sul territorio, anche perché abbiamo incentivi fiscali, buoni servizi, connessione Internet e siamo sull'asse viario della E78».

La bibbia dei nomadi è il portale www.nomads.com, dove si scambiano informazioni e valutazioni sulle realtà nelle quali sono vissuti. Il 65 per cento ha fra i 30 e i 39 anni, l’83% guadagna da 25 a 250mila euro, e lavora in smart working prevalentemente nei settori informatico, marketing, creatività, data analysis, finanza, istruzione e commercio elettronico. In Italia il punto di riferimento è l'Associazione italiana nomadi digitali, e gruppi di discussione sul “longstay” e “workation” (crasi di work+vacation).

Follonica è l’eccezione balneare fra i Comuni dell’interno. «Stiamo individuando possibili spazi o strutture - spiega l'assessora al turismo Elena Goti - che possano offrire un servizio digitale anche per i lavoratori, tenendo conto che già la biblioteca comunale funziona come luogo di riferimento per gli studenti, non solo locali ma che si trovano in vacanza nel Golfo anche per lunghi soggiorni».

A Scansano, capoluogo del Morellino, la sindaca Bice Ginesi vuole approfondire l'argomento consapevole dell'appetibilità del suo territorio. «Ci sono persone rientrate in paese definitivamente o per periodi medio lunghi utilizzando lo strumento dello smart working – dice – Purtroppo, abbiamo la connettività garantita solo nel capoluogo, e non nelle frazioni. Ma c'è la volontà di battere anche questa strada, integrando la nostra proposta di accoglienza».


 

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