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Le ricerche

Amiata, corriere scomparso a 42 anni: un uomo chiamato “Goni” e altri aspetti misteriosi del caso

di Ivana Agostini

	Nicolas Matias Del Rio e le ricerche da parte della scientifica
Nicolas Matias Del Rio e le ricerche da parte della scientifica

Intanto la cognata di Nicolas dall’Argentina: «Un’intera famiglia lo sta aspettando»

09 giugno 2024
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ROCCALBEGNA. «Se avete dei familiari, amici che vivono in Italia, per favore aiutatemi a diffondere la voce affinché continuino a cercarlo. C’è un’intera famiglia che lo sta aspettando». È l’accorato appello che la cognata di Nicolas Matias Del Rio diffonde direttamente dall’Argentina. «Nico deve apparire. Nico ti aspettiamo. Non ci sono chilometri di distanza se siamo tutti uniti a diffondere».

La cognata, per lanciare il grido di aiuto ha scelto una foto in cui Nicolas è felice, sta sorseggiando un aperitivo in un locale. Ride. Da oltre due settimane non se ne hanno più notizie. Nicolas non vive più in Argentina dove ha lasciato molti amici e parenti, ora in angoscia. Non si arrendono e vogliono poterlo riabbracciare.

Nicolas Matias Del Rio è il corriere quarantenne scomparso il 22 maggio da Abbadia San Salvatore (Siena) mentre stava svolgendo il suo lavoro. Aveva caricato borse per un valore di 500 mila euro. Era arrivato ad Abbadia da poco tempo. La zona la conosceva perché frequentata anche dal padre, il noto stilista argentino Eduardo Del Rio. Il quarantenne aveva scelto di vivere ad Abbadia con la compagna e il figlio di 8 anni per la tranquillità che gli aveva ispirato il paese. Fino al 22 maggio la vita era davvero tranquilla.

Al mattino aveva svolto il suo secondo lavoro: autista in una ditta che si occupa di soccorso stradale. Alle 13,15, secondo la ricostruzione della trasmissione "Chi l’ha visto?", ha smontato per andare a fare il corriere. Il suo datore di lavoro aveva ricevuto una richiesta per caricare delle borse di lusso. Il viaggio non era programmato. Nicolas, così, è stato mandato da solo a ritirare il carico, con un furgone della ditta, l’unico senza gps. Gli altri due erano carichi. Quelli hanno il gps perché vengono usati per andare a Firenze. Nicolas ha caricato le borse. È da quel momento tutto diventa misterioso e fumoso.

Il primo mistero è in una telefonata che ha fatto il corriere al suo datore di lavoro. Gli ha detto che una persona voleva parlare con lui: gli ha passato un uomo che si è presentato come "Goni" che gli ha detto che il suo furgone, quello di una ditta esistente nella zona, aveva avuto un guasto e ha chiesto se Nicolas potesse consegnare 4 colli al posto suo. Il titolare ha accettato pur avendo fatto notare che la ditta dove doveva andare Nicolas era chiusa. Il sedicente Goni lo ha rassicurato.

Il titolare ha acconsentito, ma ha chiamato il proprietario della ditta citata da Goni che gli ha confermato che aveva chiuso ogni attività. Il datore di lavoro ha chiamato Nicolas ma il cellulare del corriere era muto. E così è rimasto fino a oggi. È da qui che iniziano le domande: che significato ha avuto quella telefonata? Chi è Goni? Un uomo chiamato Goni esiste davvero e davvero lavora davvero per la ditta di trasporti citata nella telefonata. Il vero Goni (diminutivo del nome albanese Agron), però, era altrove come confermano il suo datore di lavoro e il gps sul suo furgone. Per Nicolas è scattata subito la segnalazione di persona scomparsa.

Dalle ore successive amici e forze dell’ordine hanno continuato a cercarlo, ma di lui nessuna traccia. Il giorno dopo è stato ritrovato il suo furgone completamente bruciato all’ingresso del parco faunistico del Monte Amiata, in territorio di Roccalbegna. Chi lo ha portato lì sapeva che il mercoledì il parco è chiuso. C’è chi ha visto un altro furgone bianco all’ingresso del parco, con le stesse scritte di quello di Nicolas ma non esiste un quarto furgone della ditta.

Chi ha fatto la telefonata ha usato il nome di un vero dipendente, forse per rendere tutto più credibile? Le scatole che contenevano le borse sono state trovate parte in una radura e parte in un edificio abbandonato. Il 27 maggio si diffonde la notizia del ritrovamento del suo corpo. È una fake news. Il 29 maggio, dai microfoni di Chi l’ha visto, il padre e la compagna di Nicolas lanciano un appello.

Ora lo fa la cognata dall’Argentina. Nessuno si vuole arrendere e pensare al peggio. 

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