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La tragedia

Monterotondo piange Paolo Lami: morto a 55 anni l’allenatore del “miracolo salvezza” di Scarlino

di Matteo Scardigli
Monterotondo piange Paolo Lami: morto a 55 anni l’allenatore del “miracolo salvezza” di Scarlino

L’uomo è stato stroncato da un malore fatale. Choc in paese, cordoglio dei due sindaci Giacomo Termine e Francesca Travison

05 giugno 2024
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MONTEROTONDO MARITTIMO. La notizia ha colpito il paese e la zona delle Colline Metallifere, ieri, come un fulmine a ciel sereno: Paolo Lami non c’è più, stroncato a 55 anni – secondo le prime ricostruzioni – da un malore fatale.

Originario di Padova, si era diplomato al liceo classico ma poi aveva preso un’altra strada. Dopo la laurea conseguita all’università di Pisa aveva trovato lavoro come specialista presso Pfizer Italia. Era il figlio dello storico dottor Franco Lami.

A mettere in allarme il paese era stato, più ancora che lo sfavillio dei lampeggianti dei mezzi di soccorso, l’arrivo di Pegaso. Lami è stato trovato nella sua abitazione vicino al centro storico, accanto all’area delle ex terme del Bagnolo. Nel tentativo di salvargli la vita era stato richiesto – appunto – anche l’intervento dell’elisoccorso, ma gli sforzi dei soccorritori sono risultati vani.

Lami era quello che si definisce un personaggio di paese: una di quelle persone impossibili da non conoscere, se non altro di vista, presenza fissa al bar e anima di tante serate.

Lami, però, era molto di più. Sposato e poi separato, con un figlio, a un certo punto della sua vita aveva deciso di prendere il patentino da allenatore di calcio e preso la risoluzione di dedicarsi alla crescita sportiva delle nuove generazioni; del paese in cui viveva ma anche di quelli limitrofi.

A piangere la sua scomparsa, infatti, non solo il sindaco Giacomo Termine ma anche la prima cittadina di Scarlino, Francesca Travison, legata a doppio filo al mondo del calcio: nel suo comune sono ancora in molti gli appassionati del pallone che ricordano con rammarico l’addio di Lami, ormai quattro anni fa, alla panchina degli juniores regionali dello Scarlino dopo quella che ancora più appassionati ricordano come una “salvezza miracolosa”; motivi personali, si disse all’epoca.

Lui se ne andò da signore (era arrivato appena l’anno prima), ringraziando presidente e mister della prima squadra, e in particolare al dirigente che insieme a lui aveva selezionato e composto l’undici del “miracolo”.

Decine i commenti e le condivisioni al post social del primo cittadino, centinaia le reazioni; tutte unanimi nel cordoglio: «Un pensiero di grande vicinanza va a tutta la famiglia in questo momento di profondo dolore». Alla famiglia giungano anche le condoglianze della redazione de Il Tirreno di Grosseto. 

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