Il Tirreno

Grosseto

Aurelia Cinque varchi chiusi comunità sul piede di guerra

di Ivana Agostini
A sinistra i varchi chiusi nel comune di Grosseto al Molinaccio e Vallemaggiore (foto Bf). A lato, il varco di Cupi (Magliano) e quelli  già chiusi di Albinia (Case Brancazzi) e dell’Osa nel comune di Orbetello
A sinistra i varchi chiusi nel comune di Grosseto al Molinaccio e Vallemaggiore (foto Bf). A lato, il varco di Cupi (Magliano) e quelli già chiusi di Albinia (Case Brancazzi) e dell’Osa nel comune di Orbetello

Decisione per motivi di sicurezza, ma scoppia la polemica

4 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Anas chiude i varchi lungo la statale Aurelia da Albinia fino quasi alle porte di Grosseto. La decisione è stata presa per motivi di sicurezza: gli incroci a raso rappresentano un pericolo per la viabilità e come tali andranno pian piano a scomparire dalla statale. Gli attraversamenti già chiusi sono quelli di Albinia davanti a Case Brancazzi, dell’Osa vicino a Fonteblanda, di Banditella Molinaccio e di Vallemaggiore, nel comune di Grosseto.

Giorni fa stava per essere chiuso anche quello di Cupi, sempre in territorio grossetano, ma il sindaco di Magliano Gabriele Fusini, per tutelare i suoi residenti che si trovano a un centinaio di metri dal varco, si è opposto impedendo al camion di scaricare i blocchi del new jersey.

Fusini e i residenti di Cupi, quindi, annunciano battaglia. Stessa battaglia che da un anno a questa parte stanno dando i cittadini di Case Brancazzi quando, dall’oggi al domani, si sono ritrovati il passaggio sull’Aurelia chiuso e sono stati costretti a fare circa 10 chilometri in più per tornare a casa. Hanno cercato soluzioni alternative e fondato l’associazione Case Brancazzi che, grazie anche all’interessamento della prefetta di Grosseto Paola Berardino, sta cercando di far realizzare una strada alternativa. Albinia quindi vede la luce in fondo al tunnel ma chi abita all’Osa, a Banditella e a Vallemaggiore, almeno per il momento, non ha soluzioni alternative. Chi invece vuole vendere cara la pelle e impedire la chiusura del varco, appena scampata, sono proprio i residenti di Cupi.

Lo fanno per le loro attività ma anche per chi sta nella zona di Banditella che, con l’attraversamento di Cupi chiuso, sarebbe costretto ad allungare ancora più di adesso il tragitto per fare inversione.

A Cupi il coro dei no è unanime almeno fino a che non ci sia una strada alternativa.

Martedì è previsto un vertice in prefettura al quale parteciperà anche il sindaco Fusini fino a ora non coinvolto proprio perché il varco è nel comune di Grosseto.

Il varco si trova nel territorio di Grosseto ma le moltissime attività che si trovano verso monte sono nel comune di Magliano. Per loro la chiusura vuol dire una decina di chilometri in più. La zona è disseminata di agriturismi, agriristoro, aziende agricole che hanno fatto grandi investimenti, aziende vitivinicole. C’è anche chi sta per aprire un caseificio: un territorio vasto e ricco di imprenditori che hanno dato il sangue per la loro terra, per costruire i loro agriturismo a “10 minuti dal mare”. Così trovano scritto i turisti sui siti internet: peccato che adesso quei 10 minuti potrebbero diventare 20 o 30.

Fabio Guidarini è titolare dell’agriturismo Cupido: «La chiusura di Cupi ci stravolgerà la vita – dice – abbiamo un’agripizzeria e nelle recensioni troviamo scritto “tutto buono ma posto sperduto”. Lo scrivono adesso, figurarsi dopo».

Francesca Romoli e Stefano Leoni a Cupi hanno la trattoria. «A nostro parere – dicono – ci sono molte altre alternative alla chiusura del bivio: per esempio un autovelox. La chiusura comporterebbe danni irreversibili alla nostra attività e a tutte le aziende agricole, vitivinicole e agriturismi nella zona. Questo provvedimento non è la soluzione più sicura: i mezzi agricoli sarebbero costretti a circolare più a lungo sull’Aurelia e girare in un posto non sicuro». Franca Buzzegoli è la titolare dell’azienda agricola “Col di Bacche”. Non è contraria alla chiusura ma solo a condizione «che sia data in breve tempo, cosa improbabile, un’alternativa sicura e veloce per ovviare al disagio». Fabrizio Tozzuoli ha una proprietà lungo l’Aurelia poco prima dell’area servizio Eni: «Arrivando da Grosseto - dice - adesso occorre arrivare allo svincolo per Cupi e poi tornare indietro prima di poter svoltare sulla strada che conduce alla mia e ad altre proprietà. Già così facciamo circa 3, 5/4 km in più per poter arrivare; se dovessero chiudere saremmo costretti ad arrivare all’uscita di Alberese per poi tornare indietro aumentando altri 8/10 km. Senza contare che un’intera frazione verrebbe isolata con conseguenze nefaste per agriturismi e famiglie». Anche Sabina Fiorini trova la chiusura di Cupi assurda. Abita a Banditella ma ha un agriturismo ad Alberese, Tramonto in Mare, e deve fare 10 km in più di strada per raggiungerlo. Irene De Gasparis è titolare di Cupirosso: «La decisione provocherà danni economici enormi e non è sostenibile dal punto di vista ambientale». Problemi anche per coloro che hanno mezzi agricoli e autotreni che dovranno fare inversione facendo i conti con spazi stretti: Massimo Guerri che ha un’azienda agricola a Banditella e Mirco Zanga che ha autotreni che avranno problemi a circolare e fare inversione. Sulla stessa lunghezza d’onda l’azienda Poggiolivi e Ornella Russo, medico in pensione. Pure Celestina Fè è contraria. «Su Cupi – conferma Anas – la situazione è in stallo». La società dice anche che «non è prevista la chiusura del varco del Collecchio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Domenica sport
Basket

Centinaia di tifosi all’arrivo del Pistoia Basket dopo l’impresa di Napoli

di Tiziana Gori