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Argentario, il Forte del Pozzarello verso una nuova vita: spuntano le antiche dediche dei militari sulle pareti

Andrea Capitani
I volontari della Misericordia al lavoro dentro al Forte del Pozzarello
I volontari della Misericordia al lavoro dentro al Forte del Pozzarello

I volontari della Misericordia hanno iniziato le operazioni di pulizia dello storica struttura difensiva abbandonata negli anni Settanta: non sono mancate le scoperte tra arbusti e piante

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MONTE ARGENTARIO. Il Forte del Pozzarello si rifà il look grazie ai volontari della Misericordia. Partito il progetto della confraternita per rivalutare la costruzione di guardia militare. Un monumento che, nelle intenzioni dell’associazione, deve tornare ai fasti di un tempo ed essere utilizzato anche come meta turistica. Fino a oggi a farla da padrone sono state invece erbacce, arbusti e incuria in tutta l’area, per la rabbia di molti cittadini, stanchi di vedere uno dei posti più caratteristici dell’Argentario andare in malora. E già nella prima giornata di pulizie, a cui ne seguiranno tante altre con un numero sempre maggiore di volontari - è possibile scrivere una mail all’indirizzo fortepozzarello@gmail.com per collaborare - sono già tornati alla luce alcuni punti. Una porta nascosta dall’alta vegetazione che conduce a una stanza sul piazzale, forse utilizzata come bagno per i militari di guardia. E poi ancora una cisterna di acqua piovana, nascosta fra la vegetazione del piazzale. Non era più presente il coperchio, lasciando l’apertura scoperta nascosta nella macchia. I volontari della Misericordia l’hanno segnalata con nastro, ma in una delle prossime giornate di lavori la copriranno con un tombino per togliere il pericolo.

Durante le pulizie sono inoltre romanticamente venute alla luce alcune scritte dei militari di guardia di oltre un secolo fa, che hanno deciso di lasciare una traccia firmando sulla pietra il proprio nome e la data in cui stavano prestando servizio al cannone che difendeva la sponda lato terra. «La valorizzazione del Forte del Pozzarello, che durerà un anno, ha come scopo quello di mettere in campo un’azione di pulizia straordinaria dalla vegetazione infestante - racconta il governatore della confraternita, Roberto Cerulli -, nel tempo la vegetazione ha ripreso e sta riprendendo il suo spazio: erba alta, piccoli arbusti, cespugli, fino ad arrivare a veri e propri alberi presenti nel fossato esterno che stanno logorando e rovinando alcune parti del forte. Così abbiamo sottoscritto nei giorni scorsi un atto di concessione con l’agenzia del demanio direzione regionale Toscana e Umbria, che agisce in nome e per conto dello Stato, che avrà la durata di un anno. Faremo una pulizia a settimana. Tra gli altri, ci hanno scritto anche delle ditte che ci hanno dato disponibilità dei loro mezzi per pulire».

La struttura difensiva Forte Pozzarello, costruita nella seconda metà dell’Ottocento, è stata l’ultima fortificazione in ordine cronologico a essere stata realizzata nell’area del promontorio dell’Argentario. Progettata nel 1874, l’opera venne ultimata soltanto nel 1888. La fortificazione fu costruita sotto la giurisdizione del Regno d’Italia, con l’intento di proteggere la costa in prossimità di Porto Santo Stefano, che secondo i progetti dell’epoca doveva diventare una grande base della Regia Marina. Inoltre, la costa del promontorio dell’Argentario era, all’epoca, ritenuta il punto più vulnerabile in caso di tentativo di invasione nemica dal mare, vista anche la sua posizione geografica relativamente vicina a Roma, che pochi anni prima era divenuta la nuova capitale del Regno. Una volta inaugurata, la fortificazione divenne sede di varie esercitazioni di difesa e offesa, in cui veniva simulato l’avvicinamento dal mare di navi nemiche che dovevano essere colpite dai cannoni posizionati nella struttura difensiva. Durante la seconda guerra mondiale venne allestita la contraerea nel tentativo di difendere la zona dai bombardamenti aerei. Dal dopoguerra in poi, la fortificazione fu trasformata in un grande deposito di armi e munizioni, che venne definitivamente dismesso nel 1975. Dopo la chiusura, la struttura difensiva venne completamente abbandonata, andando incontro ad un rapido e inesorabile degrado.

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