Il Tirreno

Grosseto

Cane azzanna e uccide 53 pecore

Guido Fiorini
<b>PECORE MORTE. </b>Le 53 pecore morte nel capannone dell&#146;azienda di Magliano
PECORE MORTE. Le 53 pecore morte nel capannone dell’azienda di Magliano

La strage a Maiano Lavacchio, rintracciato il proprietario del meticcio "Rudy"

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 MAGLIANO. Stavolta Rudy l'ha fatta proprio grossa. Perché va bene scappare da casa e aggirarsi per la campagna, ma uccidere azzannandole al collo 53 pecore è probabilmente un po' troppo. Sempre che il cagnone meticcio abbia fatto tutto da solo, perché 53 non sono poche per un solo cane.  Certo è che a a pagarne le conseguenze sarà il suo proprietario che, con tutta probabilità, sarà citato per danni dal pastore proprietario del gregge decimato. Sempre che i due non raggiungano un accordo in qualche modo per un risarcimento.  La strage di pecore e agnelli al pascolo è avvenuta martedì sera, all'ora della mungitura, intorno alle 18,30. Vittima Andrea Tola, un allevatore che ha l'azienda a Maiano Lavacchio, nel Comune di Magliano al confine con quello di Grosseto.  Un'azienda come tante della zona, che produce latte per i caseifici e agnelli da carne.  Al momento della mungitura il pastore, di origini sarde, si è accorto che gli mancavano parecchi animali. Così ha risalito a piedi il pascolo e, dopo poco, si è trovato di fronte alle pecore, sgozzate al collo. Una carneficina, 53 bestie morte in un lago di sangue.  Non c'è voluto molto per notare, lì intorno e con il muso ancora macchiato dal sangue, un grosso cane meticcio, tigrato. Il pastore è riuscito a catturarlo e a legarlo ad un albero.  Poi ha chiamato l'Asl 9 che ha inviato sul posto il veterinario: quest'ultimo ha semplicemente certificato la morte delle pecore per cause violente, ma ha anche inviato la segnalazione ai vigili urbani, competenti in questo genere di cose, per le indagini e il corretto smaltimento delle carcasse.  E il comando dei vigili di Magliano ha fatto un lavoro capillare sul cane Rudy, ormai calmatosi dopo la furia "pecoricida".  Appurato che non aveva il tatuaggio, gli uomini della polizia municipale hanno però "letto" con lo scanner apposito il "microchip" di cui il cane era dotato sotto la pelle. Non c'è voluto molto, tramite l'anagrafe canina, per scoprire che il cane è di proprietà di un signore di Grosseto. E che risponde al nome di Rudy.  Così è stato chiuso il fascicolo sulla vicenda e al pastore è stato dato il nome ed il recapito del proprietario del cane.  Sarà quest'ultimo, probabilmente, a rivalersi e a chiedere i danni per le pecore uccise. E speriamo che Rudy sia assicurato.  Infine, mercoledì mattina, le cinquantatré pecore sono state sepolte in una fossa e coperte con uno spesso strato di terra. Stavolta i lupi non c'entrano niente, ma per la pastorizia in Maremma il momento è davvero difficile.

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