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Firenze, convento di Santo Spirito: Giani scrive a Crosetto per fermare la residenza di lusso


	Il complesso di Santo Spirito, evidenziati i due chiostri della vecchia caserma Ferrucci dove dovrebbe essere realizzata la Rsa di lusso
Il complesso di Santo Spirito, evidenziati i due chiostri della vecchia caserma Ferrucci dove dovrebbe essere realizzata la Rsa di lusso

Il presidente della Regione Toscana chiede al ministro di riconsiderare l’assegnazione a una società fiorentina del convento e approvare il progetto dei frati agostiniani

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FIRENZE. Restituire il convento di Santo Spirito ai frati agostiniani e alla vicina basilica del Brunelleschi e scongiurare che il complesso secolare occupato fino a pochi anni fa dall’Esercito e sede della caserma Ferrucci diventi una Rsa di lusso con tanto di ristorante. Anche perché allo Stato converrebbe, la comunità religiosa sarebbe pronta a investire il doppio di ciò che hanno promesso i privati.

È il senso della lettera scritta dal presidente della Regione Eugenio Giani al ministro della Difesa Guido Crosetto per salvare il monastero da una delle tante trasformazioni urbanistiche che in questi anni hanno cambiato il volto della città turistificandola. Giani ricorda al ministro che il suo dicastero, attraverso Difesa srvizi spa, ha assegnato il bando per la gestione trentennale (32 anni) a una società fiorentina che del complesso storico (dal 1870 al 2007 l’Esercito lo ha usato come caserma, tanto che dalla Ferrucci sono passati migliaia e migliaia di giovani per le visite militari prima di essere destinati a un reparto dopo l’arrivo della fatidica “cartolina”) vorrebbe fare una residenza di lusso per la terza età (una senior house) con vista sui chiostri trecenteschi del monastero agostiniano e con le sale affrescate da artisti rinascimentali, il tutto celato al grande pubblico dalla seconda metà dell’Ottocento, ovvero da quando la Riforma Napoleonica abolì i conventi e le istituzioni religiose.

«È forte il timore che l’ex caserma possa essere interessata anche ad altri usi quali residenza turistica», per questo il governatore sottolinea «il valore della proposta alternativa avanzata dall’ordine religioso degli Agostiniani, che per secoli hanno avuto la proprietà e la disponibilità dell’intero complesso». Qual è il progetto alternativo? Insieme all’università di Villanova, istituita in Pennsylvania nel 1842 proprio dall’ordine religioso, i frati guidati dal priore Giuseppe Pagano vorrebbero riunificarlo con l’intero complesso di Santo Spirito e farne un nuovo centro educativo, comprensivo di aule e sale destinante all’insegnamento ed allo studio, biblioteche, laboratori per diverse arti, servizi utili per il quartiere di Santo Spirito e l’intera città.

Non solo il progetto, scrive Giani, «consentirebbe di ripristinare l’unità del complesso, con i suoi straordinari valori storici e artistici, universalmente noti per quanto riguarda la basilica, con la facciata progettata da Brunelleschi e, all’interno, tra le tante opere, il crocifisso di Michelangelo», ma la proposta dei frati agostiniani, «alternativa a quella di una residenza esclusiva, punta a restituire questo patrimonio all’intera Firenze, facendone una struttura in grado di ospitare attività universitarie, mostre, convegni e altre iniziative, senza trascurare la possibilità di ricostituzione della storica biblioteca di Santo Spirito, smembrata con l’occupazione napoleonica».

L’ex caserma ha una superficie totale di 4.670 metri quadrati. La Fastpol (che fa capo alla Finres) a giugno 2022 si è aggiudicata il bando per la riqualificazione dell’ex sede dell’Esercito per 32 anni grazie a un’offerta di circa 5 milioni di euro più altri 8 per il restauro. Ma il contratto vero e proprio con Difesa servizi spa non è ancora stato firmato.

Per questo il governatore rimarca che valutando l’alternativa avanzata dai frati «si eviterebbe di stravolgere la storia e l’identità del bene e, sulla base delle stime già realizzate, per lo Stato sarebbe ipotizzabile un beneficio economico doppio rispetto a quello offerto dalla società del bando».

Per questo Giani chiede a Crosetto di «riconsiderare quanto è stato deciso e di approfondire la proposta dell’ordine religioso, a tutela dei valori artistici e storici del complesso del complesso e delle funzioni culturali e sociali che esso potrà svolgere».


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