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Giotto, Canova e Moore: a Firenze il restauro di tre preziosissime opere antiche

di Giulia Poggiali
Giotto, Canova e Moore: a Firenze il restauro di tre preziosissime opere antiche

Tra queste gli affreschi della Cappella dei Bardi e il Guerriero con lo scudo

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FIRENZE. L’Opificio delle Pietre dure e l’Opificio di Santa Croce hanno presentato le tre opere recuperate attraverso il restauro, o che saranno presto sottoposte a specifici interventi.

Le opere

I capolavori protagonisti del recupero sono gli affreschi di Giotto nella Cappella Bardi, la Memoria sepolcrale ad Alfieri di Antonio Canova in Santa Croce (nelle foto sopra) e il Guerriero con scudo di Henry Moore. Le operazioni, delicate e precise, a cui sono state sottoposte le opere variano a seconda del genere: si tratta comunque di operazioni volte a migliorare lo stato di conservazione e i tre progetti selezionati, una volta conclusi, verranno mostrati al grande pubblico, e molto probabilmente, la Cappella Bardi sarà molto presto oggetto di una mostra. Questo è quanto stato annunciato alla nona edizione del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze, inaugurato il 25 aprile e aperto fino primo maggio, alla Fortezza da Basso. Durante la presentazione dei progetti, Emanuela Daffra, soprintendente dell’Opificio e Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce e della Fondazione Roberto Longhi, sono state affiancate da esperti dei settori in cui si articolano le due istituzioni fiorentine. Nel corso della mattinata hanno illustrato nei minimi dettagli lo stato di avanzamento e i risultati dei recenti grandi progetti di conservazione effettuati sui capolavori fiorentini, selezionati per la notorietà delle opere d’arte, per la complessità degli interventi e per le ricerche e la metodologia messe in campo. Il Guerriero con Scudo di Henry Moore, maestro dell’arte del Novecento, rappresenta la figura di un giovane combattente che volge lo sguardo verso orizzonti lontani. Il riferimento a Michelangelo Buonarroti è evidente: si mostra come un guerriero senza tempo e senza appartenenza geografica. La scultura in bronzo era danneggiata sia all’interno, sia all’esterno ed è recente la notizia che, grazie alla felice collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte e degli eredi, e un accurato restauro seguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il Guerriero verrà deposto in uno degli ambienti più suggestivi di Palazzo Vecchio, la Terrazza di Saturno, come il suo creatore ha sempre desiderato. La Cappella Bardi è forse la più celebre di Santa Croce, in virtù degli affreschi di Giotto che la decorano. Indagini diagnostiche, svolte dall’Opificio delle Pietre Dure, hanno evidenziato che i dipinti murali sono interessati da gravi fenomeni di degrado, che possono mettere a repentaglio la coesione della pellicola pittorica e l’adesione al supporto dell’intero spessore degli intonaci, compromettendo in modo progressivo aree sempre più ampie.

La spiegazione

L’Opificio spiega che i distacchi degli intonaci possono essere il frutto di antichi dissesti; le caratteristiche e la tipologia delle cadute di colore testimoniano, tuttavia, anche l’esistenza di fenomeni di solfatazione: un grave processo di alterazione della composizione stessa dell’intonaco, chiamato “il cancro del muro”, segno che il degrado non è stato disinnescato e che rappresenta pertanto un pericolo concreto che sollecita un intervento urgente. Per la presidente dell’Opificio di Santa Croce, Cristina Acidini, sorprendente sarà il restauro della Cappella Bardi: «Il cantiere della Cappella è una impegnativa opera di restauro che coinvolge i dipinti di Giotto, che hanno molto sofferto per perdite e restauri passati: la questione è complessa e ci sono importanti decisioni da prendere». Un restauro concluso è la Memoria sepolcrale di Canova, recuperato: «Il suo salvataggio ci ha permesso di acquisire informazioni importanti sul monumento – si spiega – È senza dubbio una soddisfazione per l’Opificio, che ha continuato il suo lavoro, simbolo di grande imprese condivise». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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