Affitti brevi, a Firenze ok alla stretta ma è quasi crisi fra Pd e renziani
Italia Viva non vota la norma. E dopo le uscite di Calenda sale la tensione
FIRENZE. Non basta l’accordo sulle contrapposte opinioni riguardo la norma anti-affitti brevi turistici nell’area Unesco, già messo nero su bianco due settimane fa in occasione della verifica di maggioranza e certificato oggi con il voto contrario dei renziani in aula a dissipare i malumori tra Pd e Italia Viva a Palazzo Vecchio. Alleanza che dopo una fase di distensione sembra tornare ai ferri corti, non solo in virtù della spaccatura in Consiglio comunale ma anche dell’incontro nel weekend tra il sindaco, Dario Nardella, e il leader di Azione, Carlo Calenda, che si è detto in sintonia sulla stretta agli Airbnb in città. E così se durante la seduta in aula si accendono i toni, con la capogruppo Iv, Mimma Dardano a denunciare le conseguenze della delibera «creerà una bolla immobiliare gravissima» e l’assessore comunale, Andrea Giorgio a bollare come «incomprensibile il voto contrario di Iv», a microfoni spenti il clima non sembra migliorare.
«Si tratta di una posizione sbagliata e ideologica», sentenzia uno dei luogotenenti renziani, arrivando anche a minacciare uno strappo definitivo: «Il Pd ha fatto le sue scelte e dialoga con Calenda. Mi dispiace perché noi possiamo dare un contributo maggiore, mi pare però che abbiano scelto il loro interlocutore, buona strada e auguri per il futuro». A scoperchiare il vaso di pandora delle tensioni è la delibera sulla variante al regolamento urbanistico che da oggi introduce lo stop all’iscrizione nel registro comunale dei nuovi affitti turistici brevi nel centro storico. Un tentativo, spiega il sindaco Dario Nardella, di porre un freno alla crescita degli appartamenti affittati su Airbnb (oggi arrivati in città a quota 14.378) a fronte di «un bozza estremamente deludente» del ddl Santanchè: «Vogliamo aprire una breccia in questa situazione di inerzia nel Paese, facendo il primo passo altri ci seguiranno». Dopo l’adozione della delibera in Consiglio comunale che ne sancisce l’immediata operatività ci saranno 30 giorni per le osservazioni prima del ritorno in aula per la definitiva approvazione.
«Voglio citare Seneca: non si ferma il vento con le mani. Il turismo non lo possiamo fermare, è un dato di fatto», commenta la capogruppo Iv Dardano rispondendo ai dem: «Spero che il nostro pensiero sia preso in considerazione e si valuti la positività di essere nella maggioranza ma di distinguersi per caratteristiche e idee. Sul Piano operativo proveremo a essere incisivi ma ho paura, visto che lo abbiamo discusso per tre anni senza mai parlare di questa norma, che sia un piano già morto». E se le sirene di Forza Italia con Marco Stella tornano a suonare («siano coerenti, escano dalla maggioranza. Con la vittoria del 2024 il centrodestra abolirà norma»), tra i renziani l’attenzione è tutta rivolta ai dem: «La nostra è una posizione chiara, non siamo contro di loro per principio, abbiamo solo un’idea diversa». Nel frattempo prende forza la raccolta firme lanciata dal comitato “Salviamo Firenze” per rendere immediatamente eseguibili le norme referendarie su studentati e destinazione d’uso degli immobili, con oltre 1.200 adesioni raccolte in tre giorni e l’obiettivo di raggiungere quota 10mila entro metà novembre.