Il Tirreno

Firenze

Accoglienza

Migranti, Nardella lancia l’allarme: «A Firenze rischio tendopoli come a Bologna»

di Valentina Tisi
Migranti, Nardella lancia l’allarme: «A Firenze rischio tendopoli come a Bologna»

Il sindaco: «Non reggiamo altri arrivi». Sono 1.780 le persone nei Cas

3 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE. Una bomba che potrebbe esplodere da un momento all’altro per un sistema che ormai è al collasso. Ieri Firenze è stata a un soffio dal replicare l’esperienza di Bologna, con l’allestimento della tendopoli in via Mattei per accogliere i migranti , un rischio che però non è allontanato del tutto e che anzi rischia di riproporsi nei prossimi giorni.

A dare l’allarme è stato direttamente il sindaco di Firenze Dario Nardella: «La gestione dei migranti in arrivo in città sta diventando insostenibile, ringrazio la prefettura per il grande sforzo che sta facendo per trovare le soluzioni. Tuttavia le strutture presenti in città e nell’area metropolitana sono sature». Il sistema ormai non riesce più a sostenere il flusso in arrivo, a meno di un sostanziale cambio di rotta nelle politiche di accoglienza. «I gestori non hanno possibilità di assumere nuovo personale - spiega il primo cittadino - anche perché le condizioni contrattuali per la gestione delle strutture sono inadeguate e il sistema di accoglienza Cas comporta molti problemi. Oggi ho sentito il commissario nazionale Valerio Valenti per concederci il tempo necessario a individuare nuove strutture. Servono più risorse economiche e più strutture, se vogliamo sventare il rischio di avere le tende anche a Firenze come già successo a Bologna».

A fare il punto sulla situazione a Firenze è anche l’assessora al welfare Sara Funaro: «Il sistema è saturo ma dal livello centrale si continuano a mandare persone da sistemare in strutture che ormai sono in palese difficoltà. Faccio l’assessore dal 2014, e per quanto il 2015 sia stato forse l’anno più critico, non era nulla in confronto a oggi. Attualmente abbiamo 1780 persone nei Cas, a cui vanno aggiunte quelle nei Sai e i minori non accompagnati». L’amministrazione fiorentina, così come quelle di Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna, hanno chiesto un cambio di passo al governo, ripartendo da alcuni punti. La valorizzazione dell’esperienza del Sai, con l’obiettivo di garantire percorsi di inclusione e tutela compatibili con i territori, evitando di creare grandi centri di accoglienza. Cheil Sai rimanga accessibile a richiedenti protezione e rifugiati e chei Cas vengano trasformati in hub di prima accoglienza, dedicati alle procedure di identificazione e di screening sanitario per poi procedere a trasferimenti rapidi nel sistema di seconda accoglienza ed inclusione, appunto il Sai. Infine chevengano ripristinati i criteri di riparto che il Piano nazionale di accoglienza aveva indicato. «Le tende per noi non sono una soluzione - rimarca Funaro - Abbiamo sempre spinto per un’accoglienza di qualità e diffusa, adesso però stiamo lavorando in emergenza. Stiamo lavorando con l’acqua alla gola. Era stato previsto l’arrivo di 100 persone a livello regionale. Per adesso la criticità è stata risolta chiedendo più tempo e facendo alcuni spostamenti grazie anche ai posti liberi nei Sai, ma se non cambiano le cose la stessa situazione può riproporsi domani o il giorno dopo». L’assessora chiede una diversa gestione del fenomeno da parte del governo: «Spero che venga fatto un passo indietro rispetto alla decisione di togliere i richiedenti asilo dai Sai, il rischio è di ridurre ancora più posti nei Cas. Sulla gestione dei migranti il governo Meloni ha fallito, dobbiamo metterci intorno a un tavolo e capire come affrontare la situazione».
 

Primo piano
Il dramma

Il boato e le fiamme, esplode villa in Garfagnana: una vittima e un disperso

Sportello legale