Empoli, c’è l’ostacolo derby sul cammino verso la salvezza
A Firenze una sfida che vale per l’orgoglio ma soprattutto per la classifica. D’Aversa: «Ai miei ho chiesto concretezza»
EMPOLI. Non è banale, non lo è per niente, l’ostacolo che c’è per l’Empoli sulla strada della rincorsa a una complicata salvezza. È il derby, quello dell’Arno, quello che a Firenze in molti si ostinano a non voler chiamare tale ma tant’è. Più che una partita, insomma, “la” partita per chi ha il cuore, il sangue e l’anima azzurra. Ma di mezzo, ovviamente, c’è anche e soprattutto la classifica. Quella della truppa di Roberto D’Aversa, oggi, è impietosa. Dice penultimo posto (a causa differenza reti peggiore del Venezia), ma anche che il grande traguardo, quello che vale il posto mantenuto al tavolo delle grandi, distanza un paio di punti, mica un’eternità. Ecco perché domani, domenica 27 aprile, al Franchi (fischio d’inizio alle 15) si gioca sì per il campanile, il prestigio, ma anche per qualcosa di maledettamente più concreto. E visto che i punti in palio contano anche per i gigliati, nella corsa all’Europa, è chiaro che il compito degli azzurri sarà ancora più duro.
La partita
Lo sa bene, ovviamente, il tecnico azzurro. «È una partita complicata – sottolinea D’Aversa anticipando i temi della gara – perché la Fiorentina è una squadra forte. Ha una rosa profonda e ha trovato un’identità precisa. Pensare che per noi possa essere più semplice perché non ci saranno due grandi giocatori come Dodò e Kean è un grave errore. Personalmente, poi, devo dire che avrei preferito ci fossero perché il brasiliano ha avuto problemi di salute e gli auguro di rimettersi in fretta, per l’attaccante invece si parla di problemi personali e sarei stato decisamente più felice di affrontarlo, seppur sia fortissimo. Comunque, ripeto, cambia poco. Dura era, la sfida, e dura rimane». Anche se nelle due già consumate stagione, tra andata pareggiata e ottavi di Coppa Italia vinti ai rigori, le cose non sono andate malissimo. «Altre storie – taglia corto l’allenatore dell’Empoli – oggi la Fiorentina è altra cosa, molto più matura e forte, e in Coppa erano ancora toccati da quello che era successo a Bove pochi giorni prima». Tutto vero, tutto giusto. Ma l’Empoli non si sente, non deve sentirsi battuto in partenza. «Vogliamo la salvezza – sottolinea D’Aversa – e il nostro traguardo passa anche da partite così difficili. Dovremo essere determinati, provarci con coraggio e giocarcela nel miglior modo possibile».
La parola magica
Qualcosa da dire, insomma, l’Empoli ce l’ha e D’Aversa indica anche come riuscire a farlo. «Ai ragazzi ho chiesto a chiedo concretezza. In entrambe le fasi. Cioè – aggiunge – dovremo concedere il meno possibile evitando gli errori che finora abbiamo pagato tantissimo e al tempo stesso essere bravi a decisi a sfruttare le occasioni che saremo capaci di creare, colpire quando ci sarà la possibilità di farlo. D’altra parte di tempo ormai né rimasto poco e il margine di errore è ridotto, azzerato». Sono rimaste, per la precisione, 5 partite derby incluso. Che l’Empoli, senza vittoria da ben 18 giornate, se non altro può affrontare con qualche carta in più da calare. «Mi aspetto molto – ammette D’Aversa – dai giocatori che sono tornati o stanno tornando da infortuni. Penso a Fazzini e Anjorin, che hanno qualità importanti per noi, ma anche al nostro leader difensivo Ismajli (domani regolarmente a disposizione, nda), a Solbakken che giovedì scorso a Bologna ha giocato un ottimo primo tempo confermando di poter essere decisivo per noi, a Kovalenko, che è arrivato tardi e dopo mesi senza squadra ma ora ha finalmente trovato la condizione. Rispetto agli altri sono meno usurati, o almeno più freschi, e possono diventare fondamentali nella nostra corsa». Non a caso, in settimana, molti giocatori sono rimasti a casa ad allenarsi in vista del derby senza pensare alla semifinale di Coppa Italia col Bologna. «È stata una settimana particolare – ammette il tecnico – a livello fisico gli allenamenti sono stati quasi individuali. Così per questa gara un minimo di possibilità di scelta c’è».
Scelte e dubbi
C’è così come ancora ci sono nodi da sciogliere. A partire dal portiere, anche se Vasquez sembra in vantaggio su Silvestri nonostante gli errori con Napoli e Venezia. Dietro, come accennato, torna Ismajli dal 1’ («si è allenato regolarmente tutta la settimana», dice D’Aversa) con Viti a sinistra e probabilmente Goglichidze, in ballottaggio con Marianucci, a destra. Out Ebuhei per noie muscolari. Sulle corsie, rispetto a giovedì, tornano i titolarissimi Gyasi e Pezzella. In mezzo Grassi sicuro per affiancarlo duello tra Anjorin ed Henderson. L’inglese non ha i 90 minuti nelle gambe e l’allenatore ha ammesso di non aver ancora deciso se impiegarlo dal via o in corso d’opera. Davanti rientra Esposito, con Fazzini in appoggio. La novità però dovrebbe essere rappresentata dalla conferma di Solbakken. Che proprio giovedì nella partita di Bologna ha giocato forse la sua miglior partita con la maglia azzurra. E D’Aversa ha confermato anche oggi, a più riprese, di stimarlo molto.