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Empoli-Udinese, in sei mesi sono due squadre trasformate


	Il rigore di Niang nella sfida del maggio scorso a Udine (LaPresse)
Il rigore di Niang nella sfida del maggio scorso a Udine (LaPresse)

Il 19 maggio in Friuli fu uno scontro-salvezza amarissimo per gli azzurri raggiunti al 104’, oggi entrambi i team mostrano solidità e grandi qualità

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EMPOLI. Empoli e Udinese tornano ad affrontarsi (lunedì ore 18,30) dopo sei mesi. Era il 19 maggio quando i friulani ospitarono alla penultima giornata di campionato gli azzurri per un fatidico scontro salvezza. Uno scontro amarissimo per l’Empoli, con la rete di Niang vanificata al 104’ da Samardzic. Un 1-1 che costrinse entrambe le squadre a giocarsi la salvezza nell’ ultima giornata: i friulani la spuntarono con il Frosinone, l’Empoli superò la Roma, salvezza raggiunta per entrambe.

Le due compagini, da ipotetiche vittime sacrificali, stanno stupendo un po’ tutti in questo avvio di stagione: la posizione in classifica – noni i bianconeri con 16 punti, decimi gli azzurri a -1 dai prossimi avversari – autorizza a cullare pensieri positivi, con una salvezza che, di questo passo, potrebbe davvero essere raggiunta per tempo, senza pericolosi patemi di fine stagione.

In estate sia Empoli che Udinese hanno cambiato la panchina. Su quella friulana è andato a sedersi il tedesco Kosta Runjaic, alla prima esperienza in Serie A dopo tanta gavetta in Germania e Polonia, guidando squadre di second’ordine. Il cambio tecnico non ha stravolto le linee guida dei due club: la valorizzazione del settore giovanile per l’Empoli e l’atmosfera internazionale che anima da sempre la società friulana, che quest’anno conta ben trenta stranieri presenti in rosa. Gli unici quattro italiani sono i portieri Edoardo Piana e Daniele Padelli, il difensore Matteo Palma e l’attaccante Lorenzo Lucca, bomber della squadra con sei reti (4 in campionato e 2 in coppa) in 14 presenze. L’ex Pisa è alla seconda stagione con i colori bianconeri e la sua attuale media gol promette bene (l’anno scorso siglò 9 reti in 39 partite).

La filosofia green è invece come noto ben interpretata da mister Roberto D’Aversa che, in un’intervista rilasciata ai canali della Lega di Serie A, ha parlato molto del suo rapporto con i giovani: «Mi piace lavorare con i giovani perché credo che siano molto disponibili, anche a migliorarsi e ad ascoltare, questo binomio mi gratifica molto, vederli giocare in piazze più importanti è fonte di grande soddisfazione. Empoli è un ambiente familiare – ha aggiunto D’Aversa – che ti lascia lavorare: io ai miei ragazzi chiedo principalmente la dedizione al lavoro, mi interessa poco cosa facciano fuori dal campo».

Il tecnico nato a Stoccarda ha poi spiegato le potenzialità dei suoi giovani talenti: «Sto stimolando molto Fazzini, dal punto di vista dei numeri può essere più determinante e può consacrarsi in un campionato importante. Viti è tornato dopo un’annata importante all’estero. È importante per noi avere gente del territorio, quando ci sono tanti stranieri magari è difficile trasmettere un senso di appartenenza, mentre i ragazzi del luogo sono indubbiamente uno stimolo anche per i calciatori più giovani che vivono la realtà del convitto. Per quanto riguarda Colombo ed Esposito, Lorenzo ha fatto già diverse partite in A, dovrà fare affidamento sul lavoro e sul fatto di non mollare, per lui come per ogni attaccante è importante arrivare in doppia cifra. Sebastiano invece è più talentuoso».

«Dobbiamo far sì – continua il tecnico degli azzurri – che facciano un ottimo campionato, in modo tale che la squadra possa beneficiare delle loro prestazioni».

Finiti, intanto, gli impegni dei vari Nazionali: Ismajli ha preso parte per tutti i novanta minuti alla sfida tra la sua Albania e l’Ucraina (persa dalle Aquile per 2-1); decisamente più positiva la prova di Konate, impegnato al Viola Park con l’Italia Under 20 di Corradi nella sfida contro la Romania: l’attaccante classe 2006 è entrato a gara in corso, precisamente al 62’ con gli azzurrini in vantaggio 3-0 e dopo appena due minuti dal suo ingresso in campo ha propiziato il rigore del 4-0 trasformato dal compagno Anghelé (la gara poi è terminata sul risultato di 4-1). 

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