Ritrovare cinismo e concretezza. Adesso diventa vietato sbagliare
Empoli. Gli azzurri recriminano per un fuorigioco sulla prima rete dell’Inter. Nicola: «L’azione era da fermare, ma accetto comunque la decisione dell’arbitro»
EMPOLI. Un obiettivo che si allontana, una classifica che scricchiola sempre di più. Dopo la sconfitta di San Siro contro l’Inter, l’Empoli si ritrova al terzultimo posto a pari punti con il Frosinone (squadra che gli azzurri incontreranno fra un mese) e a un solo punto di distanza dal Sassuolo penultimo. La zona rossa, prima sfiorata, adesso è realtà e, a otto giornate dal termine della stagione, i punti rimasti da conquistare per una salvezza che resta sempre più un miraggio sono sempre meno e di contro si fanno sempre più pesanti. Però, come sempre c’è un però. Nelle ultime tre sconfitte consecutive (con zero gol all’attivo) gli azzurri se la sono dovuti vedere con avversari del calibro di Milan, Bologna e da ultimo Inter. Non proprio dei clienti facili, in piena corsa per i propri obiettivi, squadre-roccaforti con giocatori di assoluta qualità che non concedono niente. Tuttavia con l’Empoli non hanno avuto vita facile. C’è da dire poi che in occasione del gol di Dimarco dopo sei minuti non sono mancate le proteste degli ospiti. L’azione che porta al gol dell’Inter nasce infatti da una posizione di fuorigioco di Thuram su lancio di Pavard: nell’azione poi interviene un tocco di Bereszynski che “sana” la situazione facendo ripartire una nuova azione ed evitando l’intervento del Var. Non è di questo avviso però mister Davide Nicola, che nella disamina post-partita si sofferma sulla posizione di offside in quella che è e resta l’azione principale: «L’azione che ha portato al gol era da fermare perché la posizione iniziale della conquista dello spazio da parte di Thuram era in fuorigioco. Detto questo, accetto la decisione arbitrale e credo che Dimarco abbia fatto un gran bel gol. Noi per evitare quel gol potevamo fare meglio, leggendo in anticipo l’azione. Ad ogni modo la prestazione dei ragazzi mi è piaciuta, abbiamo interpretato bene la gara, pressando alto quando era possibile. L’Empoli ha fatto la sua partita, l’Inter per numeri e qualità è la prima del campionato e in queste situazioni non possiamo che riconoscere dei meriti ai nostri avversari». Facendo un paragone con la gara di quattro domeniche fa contro il Milan, giocata sempre a San Siro, ci sono stati indubbiamente dei miglioramenti: «Abbiamo fatto un maggior gioco posizionale, la gestione della palla è stata più ragionata e veloce, più uomini partecipavano all’azione offensiva, eravamo più coordinati e meno frenetici. Con il Milan avevamo un baricentro più basso. Contro l’Inter in entrambi i tempi abbiamo dimostrato di volercela giocare senza perdere l’equilibrio». È altrettanto evidente che la squadra può fare meglio in alcune circostanze. «Dobbiamo migliorare la scelta dell’ultimo passaggio e iniziare a prendere lo specchio della porta quando andiamo al tiro. Ce la possiamo fare, giocando contro squadre come Inter, Milan e Bologna dobbiamo credere di poter portare via qualcosa e se non è successo lo accettiamo, ma ci mettiamo subito al lavoro per migliorarci e pensare alla partita successiva. Non dobbiamo perdere l’entusiasmo, ma essere consapevoli che possiamo prendere punti ovunque». Entusiasmo e convinzione sono due cardini su cui batte anche Giuseppe Pezzella. «Dopo questa partita abbiamo una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi, abbiamo fatto una buona gara sotto l’aspetto del gioco e della determinazione. Ci dà una spinta in più per il proseguo del campionato. Queste sono partite in cui è facile prendere tre-quattro gol, ma a noi non è successo e dobbiamo esserne fieri. Ci aspettano otto finali, serviranno grinta, entusiasmo, determinazione e unione d’intenti». Sabato si torna in casa. Al “Carlo Castellani” Computer Gross Arena arriverà il Torino, in serie utile da quattro giornate. I granata vogliono tenersi aperto uno spiraglio per l’Europa. Troveranno una squadra affamata come non mai che venderà cara la pelle.
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