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Riparte lo scavo archeologico grazie a un magnate texano

Il gruppo di studenti, archeologi, amministratori e dirigenti del progetto di scavo a Montereggi durante la presentazione di ieri mattina (foto Juri Autovino)
Il gruppo di studenti, archeologi, amministratori e dirigenti del progetto di scavo a Montereggi durante la presentazione di ieri mattina (foto Juri Autovino)

Nel progetto anche le visite all’area e la creazione di un museo

06 luglio 2024
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CAPRAIA E LIMITE. Sono iniziati i lavori di scavo nell’area archeologica di Montereggi nel comune di Capraia e Limite, testimonianza di un antico insediamento etrusco su un poggio che domina il fiume Arno, nei terreni del complesso paesaggistico di Villa Bibbiani, proprietà acquistata nel 2019 dall’imprenditore texano George McCarroll Rapier III. Il “Montereggi Project” è stato presentato alla presenza dell’imprenditore, del direttore scientifico Andrea De Giorgi, della direttrice di scavo Agnese Pittari, del sindaco di Capraia e Limite Alessandro Giunti, del senatore del Pd Dario Parrini e dell’amministratore delegato di Villa Bibbiani, Stefano Nigi.

George McCarroll Rapier III, presidente della statunitense WellMed Medical Management, si è attivato col Ministero della Cultura e la Soprintendenza per intraprendere scavi nell’area, sottoposta a vincolo, e per restituirla alla collettività, tutelando il patrimonio archeologico. La possibilità di investigare il sito di Montereggi è stata attivata da una concessione del Ministero della Cultura alla Florida State University attraverso la presentazione del progetto di indagine scientifica e sistematica del contesto culturale: ripresa degli scavi precedenti, sistemazione dei dati, documentazione dell’estensione delle unità abitative, valutazione delle connessioni fluviali, realizzazione di analisi scientifiche di paleobotanica e geologia ma anche indagini spaziali e geofisiche per un completo restauro al fine di rendere accessibile il sito.

Otto studenti, dottorandi in ricerca, della Florida State University e altrettanti archeologi dell’impresa Archeorete stanno eseguendo le investigazioni dell’area sotto la guida di De Giorgi e Pittari. Un team italiano e americano, 6 settimane di lavoro nell’insediamento per gli studenti americani, mentre i professionisti italiani proseguiranno lo scavo tutto l’anno, per una ricerca storica che spazia dal periodo etrusco e romano fino al medioevo, riprendendo così le prime esplorazioni della Soprintendenza negli anni’80.

Ieri è stato mostrato un campionario dei materiali, ritrovati in queste settimane, che attesta la ricchezza culturale del sito dal V secolo avanti Cristo in poi, come monete di epoca etrusca e ceramica di importazione attica.

«Il patrimonio storico è un’eredità di cui dobbiamo avere cura e renderlo diffuso, per questo in accordo con la Soprintendenza sarà discussa la creazione di un itinerario di visita dell’area e la creazione di un museo delle collezioni in uno spazio dedicato, per offrire alla comunità di Capraia e Limite, e ai suoi visitatori, la presentazione materiale del sito e la sua evoluzione nei secoli», ha detto George McCarroll Rapier III. «La ripresa degli scavi offre la possibilità di studiare le soluzioni formali dell’architettura, di identificare aree per la preparazione del cibo, zone per il lavoro, capire il movimento all’interno e all’esterno delle unità abitative – ha sottolineato De Giorgi che è professore della Florida State University – . Un dispiego di mezzi giustificato dalla ricchezza del dato archeologico e dalla possibilità di ricostruire la storia dell’insediamento che investe il bacino di Montereggi dal tardo bronzo all’epoca alto-medievale, grazie a tecnologie all’avanguardia».

Secondo Pittari, «questa comunità va inoltre vista ed esplorata nel suo rapporto col fiume e gli scambi commerciali sono attestati dai reperti dimostrando il rapporto tra il sito sul poggio di Montereggi e la possibile enclave portuale sull’Arno. Sarà interessante anche l’apertura di una nuova zona da sottoporre a scavo archeologico sempre all’interno del perimetro dell’area».

«Esperienza interessante quella di poter lavorare con un team di livello internazionale e utilizzare nuove tecnologie all’avanguardia – ha spiegato Jessica Tilley, studentessa americana, dottoranda in archeologia classica alla Florida State University –. Non è la prima volta che eseguo scavi in Italia ma in questa campagna stiamo esaminando materiali straordinari. Una squadra molto motivata e affiatata con la quale si è instaurato un grande feeling».

Giunti ha espresso soddisfazione per la ripresa dei lavori di scavo: «Il nostro territorio offre tesori storici straordinari verso i quali occorre la massima attenzione. Ringrazio George Rapier, insieme a Ministero e Soprintendenza e al team di professionisti, per essersi adoperato in questa direzione dimostrando ancora una volta di voler favorire lo sviluppo del territorio, custodire questo immenso patrimonio e renderlo fruibile a cittadini e turisti».

Per Parrini si tratta di «un esempio virtuoso che esprime la volontà di rendere la cultura patrimonio diffuso e bene comune».

La concessione ha una durata di tre anni ma già il prossimo anno sarà possibile visitare il sito archeologico con una sistematica presentazione delle collezioni archeologiche.
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