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Il Twiga non teme la Bolkestein e fa il bilancio dell’estate: la spesa media dei clienti

di Luca Basile
La spiaggia del Twiga
La spiaggia del Twiga

La spiaggia di Briatore chiude con il vento in poppa. La nostra intervista a Mario Cambiaggio: «Sono diminuite le spese folli di una sera»

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PIETRASANTA. «L’asta per le spiagge? Parteciperemo, ovviamente, a quella relativa alla nostra attuale concessione. Le altre non ci interessano». Mario Cambiaggio, amministratore delegato della società Twiga, calato il sipario sulla stagione estiva («riapriremo stabilimento balneare e locale – dice – a Pasqua 2025») guarda con relativa tranquillità al domani prossimo in chiave Bolkestein.

«Vediamo quello che succede: in questi anni abbiamo sempre investito denaro nella struttura e quindi, anche alla voce ammortamenti, siamo sereni e fiduciosi. L’obiettivo è consolidare le nostre attuali attività in Versilia: Twiga e Crazy Pizza. Non abbiamo altre priorità».

Nel frattempo, come da premessa, la stagione estiva del Twiga è già agli archivi. «Un bilancio? È andata bene. In linea con il 2023. Siamo soddisfatti. È cresciuta la clientela italiana, mentre per quanto riguarda l’estero è stata numericamente significativa la presenza di arabi, particolarmente attenti ai servizi su spiaggia e meno esigenti a tavola e, a seguire, di americani». Clientela che non si fa problemi a spendere cifre importanti, come da target del locale vista mare di proprietà di Flavio Briatore. «Sono diminuite le cosiddette spese folli di una sera, come spesso accadeva in passato, mentre abbiamo registrato un innalzamento della spesa media del cliente, che si aggira, sempre ogni sera fra tavolo del ristorante per il dinner show e a seguire la discoteca intorno ai 4-5 mila euro».

In realtà le cosiddette “spese folli”, sia pure in modo più sporadico rispetto al passato, non mancano. «C’è stato chi, in alcune sere, è arrivato a spendere per cena e discoteca importi compresi fra i 60 e i 70mila euro. Negli anni scorsi accadeva, però, più spesso e forse anche a cifre maggiori» fa sapere Cambiaggio che aggiunge: «Quest’anno abbiamo dato lavoro a circa 140 persone, se ci aggiungiamo l’indotto, inteso come vigilanza e pulizia, arriviamo a 170-180. La maggior parte sono persone residenti in Versilia o a Massa e molti di loro lavorano con noi da anni. Il Twiga è perfettamente calato nella realtà locale».

Realtà che, sempre a parere di Cambiaggio, alla voce intrattenimento serale non gode di grandissima salute. «La crisi delle discoteche è generale, ma il nostro litorale, negli ultimi anni, ha assistito alla chiusura di molti locali. La clientela che frequenta la Versilia, in diversi casi, è medio-alta, che è poi quella a cui si rivolge il Twiga. Servirebbero altre attività come le nostre, con dinner show di qualità, servizi di livello, serate che cominciano alle 21 e non all’una di notte, discoteche anche per chi non è giovanissimo. E così mentre si assiste all’apertura di alberghi pluristellati, l’intrattenimento a Marina di Pietrasanta come nel resto della Versilia, soffre. E questo non è un bel segnale, anzi direi che il quadro è preoccupante. Il nostro auspicio è che, su questo fronte, ci sia un rilancio: la Versilia resta una realtà di assoluto riferimento, sia per gli italiani che per gli stranieri, ma non è sufficiente l’albergo o lo stabilimento balneare stellato, servono appunto locali per il divertimento di analogo livello così come sarebbe auspicabile – conclude – soprattutto per i periodi di bassa stagione, un’importante proposta congressuale».


 

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