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Ape, il motocarro nato da una costola della Vespa che ha accompagnato il boom economico italiano

di Luca Daddi
Sfilata di miss sull’Ape Siamo negli anni Cinquanta La foto è stata fornita dall’ufficio stampa della Piaggio
Sfilata di miss sull’Ape Siamo negli anni Cinquanta La foto è stata fornita dall’ufficio stampa della Piaggio

Fu creato nel 1948 dall’ingegnere abruzzese Corradino D’Ascanio, già inventore della Vespa. Era il mezzo prediletto da commercianti e artigiani in un Paese alla conquista del benessere. Ora non potrà più essere prodotta in Italia

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Il motocarro Ape della Piaggio, destinato a diventare un simbolo del boom economico, nasce in un anno formidabile per la storia italiana: il 1948. In quell’anno entra in vigore la Costituzione, Luigi Einaudi viene eletto presidente della Repubblica, Gino Bartali vince il Tour de France per la seconda volta.

È nel 1948 che l’ingegnere Corradino D’Ascanio, abruzzese geniale che ha legato la sua fama agli elicotteri e ha creato nel 1946 la Vespa, progetta un mezzo con tre ruote, venendo incontro all’aspirazione dell'industriale Enrico Piaggio, il quale al nuovo veicolo per la mobilità individuale (la Vespa, appunto) voleva affiancarne uno per il trasporto delle merci. L’Ape vede la luce da una costola della Vespa di cui conserva le caratteristiche fondamentali, oltre al motore 125 cc che proprio nel 1948 inizia a equipaggiare lo scooter, all'origine presentato nella cilindrata 98 cc.

Ecco cosa nel 1949 raccontava D’Ascanio dell’Ape: «Si trattava di colmare una lacuna nei mezzi di locomozione utilitaria del dopoguerra, portando sul mercato un motofurgone di piccola cilindrata, di limitato consumo e di modesto prezzo d'acquisto e di manutenzione, facile alla guida, manovrabile nel più intenso traffico cittadino, e soprattutto adatto e sollecito e pronto al trasporto a domicilio della merce acquistata nei negozi».

Commercianti e artigiani si innamorano dell’Ape di cui negli anni Cinquanta vengono aumentate la potenza - la cilindrata passa da 125 a 150 cc - e la portata che fino ad allora era stata di 200 chili. Per rafforzarne l’immagine, l’azienda di Pontedera conia lo slogan: “Ape, il veicolo che vi aiuta a guadagnare”.

Alla metà del decennio viene lanciato uno dei modelli più longevi della produzione Piaggio: l'Ape C, un furgone a tutti gli effetti, sia pure a tre ruote, capace di portare fino a 350 chili. Cambia anche l'assetto di guida, non più motociclistico (con ancora la sella tipica della Vespa), ma stile automobile con un sedile piatto, mentre l'insieme di parte anteriore e posteriore non appare più come un ibrido tra la Vespa e un calesse.

Nel 1958 ecco Ape D: maggiori dimensioni, cabina completa di porte, proiettore anteriore sullo scudo della cabina invece che sul parafango, cilindrata di 170 cc. Nel 1961 il “salto” a cinque ruote con il modello Pentarò, veicolo di grande portata (700 kg) sviluppato sull'esempio dei più grandi autoarticolati.

Del 1966 è Ape MP, la cui cabina offre al conducente (e all'eventuale passeggero) una migliore abitabilità e un comfort paragonabile ai furgoni di tipo automobilistico.

Nel 1968, con il modello Ape MPV, arriva il volante in opzione rispetto alla guida a manubrio. L’anno successivo entra sul mercato Ape 50, primo modello della gamma Ape appartenente alla categoria ciclomotori. Meglio conosciuto come Apino, si guida senza targa e senza patente.

Nel 1971 comincia l'era di Ape Car, motore 2 tempi e 220 cc di cilindrata. Poi bisogna attendere il 1982 per un nuovo rilevante cambiamento tecnico-progettuale: Ape TM. Il design, opera di Giorgetto Giugiaro, e le dimensioni della cabina, con volante e cruscotto tipo auto, accentuano le doti di comfort e abitabilità.

Due anni dopo ecco il primo motocarro Ape con motore a gasolio: Ape Car Diesel, una motorizzazione Diesel 422 cc con cambio a 5 marce. È il più piccolo veicolo Diesel a iniezione diretta del mondo. Nel 1986 il record di portata nell'ambito della gamma Ape con Ape Max (motore Diesel 422 cc) che può trasportare fino a 9 quintali di merce.

Negli anni Novanta la Piaggio decide di produrre un veicolo in linea con la tradizione Ape, ma con quattro ruote. Si chiama Ape Poker che si inserisce nei segmenti medio-bassi del mercato dei veicoli commerciali. Nel 1994 viene lanciata la fortunata serie speciale Ape Cross. Derivata da Ape 50, si rivolge ai ragazzi che utilizzano l'Apino come veicolo alternativo alle due ruote.

Un altro balzo nel tempo e si arriva al 2007 quando la Piaggio introduce sul mercato una serie limitata (999 pezzi numerati) e unica: Ape Calessino, che reinterpreta il mitico design degli anni Sessanta (inserti in legno, cromature, elegante livrea blu vintage) ed è anche un omaggio alla storia del veicolo, perché l'Ape ha legato la sua immagine ai fotogrammi dei divi di Hollywood in villeggiatura in Italia, dove spesso venivano raggiunti dai paparazzi e fotografati sull'Ape usato per muoversi in località come la Versilia, Capri, Ischia e Portofino.

Nel 2013 debutta Nuovo Ape Calessino, venduto in tutta Europa, mentre nel 2018 Ape 50 diventa Euro 4. Il resto è storia recente. Fino all’annuncio che nessun motocarro Ape uscirà più dallo stabilimento Piaggio di Pontedera. Un segno del mondo che cambia.

 

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