Montemurlo, architetto accusa: «Mai adottato il piano della protezione civile»
La replica del Comune: «Erano bozze, ci stiamo lavorando»
PRATO. A quasi un anno dall’alluvione che il 2 novembre 2023 ha provocato ingenti danni a Montemurlo si scopre che il Comune non ha mai adottato il piano per la protezione civile. Lo sostiene l’architetto Giacomo Dardi, che per quasi 15 anni è stato per l’appunto il responsabile tecnico della protezione civile di Montemurlo e ora è in pensione. Questo ovviamente non significa che gli interventi di protezione civile non siano stati fatti subito dopo gli allagamenti, ma Dardi vuole replicare a certe affermazioni che sarebbero state fatte dagli amministratori locali durante l’assemblea pubblica di mercoledì sera alla Misericordia di Oste, e cioè che quel piano non esiste. Non è vero che non esiste, dice Dardi, semplicemente non è stato adottato. Era pronto già nel gennaio 2021, quando l’architetto si trasferì al Comune di Pistoia dopo aver vinto una selezione.
E a riprova delle sue affermazioni allega un paio di mail inviate agli uffici del Comune di Montemurlo nelle quali c’è la relazione tecnica del piano e anche una bozza di delibera. «La verità – spiega l’architetto – è che avevamo provveduto a rivedere il piano di protezione civile su impulso del sindaco precedente, Mauro Lorenzini, come è dimostrato dai Piani esecutivi di gestione degli anni 2018-2019 e 2020, in quanto il Codice della Protezione Civile approvato dallo Stato nel gennaio 2018 revisionava dalle radici l’impostazione delle leggi precedenti; e quando, nel giugno 2020, la Regione ha dato attuazione al Codice, eravamo già pronti, nell’ottobre 2020, a dare seguito all’adozione del piano riguardante Montemurlo, in quanto gli studi sui rischi territoriali, fatti per il Piano operativo entrato in vigore nel 2018, erano completi e comprensivi delle opere di mitigazione dei rischi necessarie. A prova di quanto affermo, allego le mail spedite al Comune nel gennaio 2021, con la delibera e la relazione tecnica, dalle quali si deduce la documentazione preparata e l’avvenuto rispetto della legislazione nazionale e regionale, oltre che l’utilità delle attività di informazione e monitoraggio da intraprendere in caso di alluvione. Mi sembra inutile dire che, assieme alla delibera ed alla relazione, conservo l’intera documentazione preparata sul cloud, qualora l’Amministrazione non ne rinvenisse traccia».
«È curioso che l'architetto Dardi affermi di un aggiornamento del piano di protezione civile sotto la sua responsabilità – gli risponde il vice sindaco Alberto Vignoli – quando di tale piano risultano solo frammentarie bozze di lavoro riguardo ad alcune fondamentali documentazioni tecniche che lo devono comporre. L'esercizio di stile nella redazione della delibera e della relazione, pur apprezzabile, purtroppo, è ovviamente insufficiente per dire compiuto un aggiornamento del piano di protezione civile. Il fatto che non fosse un lavoro in uno stato avanzato di redazione, lo rappresenta lo stesso fatto che l'architetto Dardi non ha mai provveduto a fare una riunione di condivisione e discussione di quanto prodotto con l'amministrazione comunale». È un fatto , però, che a distanza di quasi quattro anni il piano non è stato ancora adottato.