Il Tirreno

Il personaggio

Davide Damiani, da Quarrata a “Radio Deejay”: un sogno che è diventato realtà

di Lorenzo Carducci

	Davide Damiani
Davide Damiani

Il conduttore radiofonico, 37 anni da poco, va in onda ogni fine settimana dalle 14 alle 16,30 sull’emittente milanese in coppia col collega e amico piombinese Federico Pecchia

5 MINUTI DI LETTURA





QUARRATA. Di solito da Quarrata a Milano ci si va per il Salone del mobile. Davide Damiani viene da una famiglia di arredatori ma all’ombra della Madonnina ci è andato, e ci rimane, per fare radio. E non una radio qualsiasi, ma Radio Deejay, sulle cui frequenze va in onda ogni fine settimana dalle 14 alle 16,30 assieme al piombinese Federico Pecchia (il programma si chiama appunto “Pecchia e Damiani”), con cui fa coppia fissa da cinque anni e con cui è approdato in via Massena nel 2023.

Il percorso che ha portato il quarratino classe ‘88 (37 anni appena compiuti) nella capitale del nord, a fare il lavoro dei suoi sogni e crescere tanto anche sui social, è un invito a non mollare mai e a crederci sempre. Oltre che a tenere i piedi ben saldi a terra e a non dimenticare le proprie origini.

Come ha fatto per l’alluvione che poco più di un anno fa ha colpito la sua città e, tra i tanti, anche il negozio “Armonia” dei suoi genitori Rossana e Nicola, in via Montalbano. Ora però le sue antenne sono tutte rivolte al festival di Sanremo, di cui si dichiara “divoratore”. E a partire dal debutto di stasera, non mancherà di commentare questa settantacinquesima edizione sia in radio che sui social.

La sua carriera in radio sboccia con il talent Rds academy nel 2017, ma come ci è arrivato lì?

«Sono andato via di casa molto presto, per fare l’animatore nei villaggi turistici. Per qualche anno sono sempre stato fuori e stare sul palco dalla mattina alla sera mi ha forgiato, è stata una scuola importante. Poi ho deciso di fermarmi, perché il mio sogno è sempre stato quello di lavorare nel mondo dello spettacolo. Mi sono trasferito a Milano per studiare seriamente recitazione e da lì si sono aperte delle prospettive teatrali che mi hanno portato a Roma, dove ho vissuto tre anni, continuando a studiare. Facevo il commesso e poi il cameriere la sera, nel frattempo andavo a fare i provini, ma i lavori non andavano mai in porto. A maggio 2017 ho fatto le valigie, ma prima avevo mandato il provino a Rds Academy a Roma. Ci avevo già provato due anni prima e non ero stato preso. Quando tornai a Quarrata mi chiamarono per il secondo provino: alcuni amici mi convinsero ad andare e fui preso».

E come andò?

«Nel programma ero l’unico a non aver mai fatto radio, ma essere un pesce fuor d’acqua è stata la mia forza. Puntai sull’improvvisazione e sulla personalità e arrivai in finale, al terzo posto. Sono cresciuto ascoltando la radio, su tutte appunto Radio Deejay, ma non pensavo che potesse diventare il lavoro della mia vita. Lì l’ho capito».

Tra il talent e l’approdo a Deejay che esperienze ha fatto? È in quel periodo che incontra Pecchia?

«Dopo Rds academy, non essendo rientrato nei posti messi in palio da Rds, sono ripartito da zero con le radio interregionali. A inizio 2019 sono entrato a Rtl da solo e per caso, ad agosto 2019, mi hanno messo insieme a Federico Pecchia, che lavorava già lì. Ci siamo trovati bene fin da subito, siamo diventati amici e abbiamo lavorato insieme fino a presentarci al contest di Radio Deejay, il posto che sognavamo. Per fortuna ci hanno preso. Le persone ci dicono che sembriamo una coppia che si è formata da tantissimo tempo invece lavoriamo insieme da 5 anni, è incredibile».

Essere due toscani che vengono dalla “provincia” è un vantaggio?

«È una caratteristica, che né io né Federico ci siamo mai sentiti di abbandonare. Lavorando poi a Deejay ogni speaker ha il proprio stile e i propri ascoltatori. Sicuramente la provincia mi è sempre stata cara, social compresi, però non deve diventare una macchietta».

Cosa le manca più di Quarrata?

«I paesaggi e i colori. I miei nonni abitano in collina, a Buriano, stare lì nel verde mi piace tanto e a Milano quello manca. In realtà negli ultimi due anni sono tornato più spesso di quanto non avessi mai fatto. Anche per l’alluvione, che è successa nel periodo più bello della mia vita, quando sono entrato a Deejay, a settembre 2023. In ogni caso quando torno, compreso per le ultime vacanze di Natale, mi piace andare in giro, chiacchierare al bar e andare a trovare gli amici. Ormai la vita è “su”, però torno sempre volentieri».

Non ha mai pensato di fare il lavoro dei suoi genitori?

«I miei hanno sempre saputo del mio pallino per il mondo dello spettacolo. Fin da quando ero piccolo e guardavo la tv, ho sempre saputo di voler fare questo. Dopo il liceo scientifico a Pistoia (l’Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, in viale Adua, nda) ho fatto anche due anni di architettura, ma poi mi sono reso conto che c’era più geometria che storia dell’arte (ride, nda). Il negozio l’ho vissuto e lo sento come casa, ma non ho mai pensato di lavorarci. Però è stata un’ambientazione ideale per i miei video ed esperimenti».

Sui social si sbizzarrisce: Sanremo, il cinema, le parodie di servizi del tg e non solo. Divertimento, lavoro o entrambe?

«Ormai i social sono diventati una parte fondamentale di quello che faccio, andando in onda nel weekend abbiamo tempo anche per fare altro e io mi dedico soprattutto a questo. Il profilo cresce (oltre 150mila follower su instagram, nda) e sono contento, mi diverto a pensare video. Creo dei format, musica e tv sono i punti cardine che si incontrano con Sanremo, ma cerco anche di stare dietro all’attualità a 360 gradi, come ho fatto per le Olimpiadi di Parigi. E se per quattro giorni non mi viene un’idea, pazienza».

Cosa vede nel suo futuro?

«Voglio e spero che la radio resti per sempre. Ad oggi è il fulcro della mia vita lavorativa, mi piace tantissimo come ambiente e dimensione. Poi ci sono altri stimoli che sarebbe bello assecondare, come quello di costruire uno spettacolo teatrale, visto che ho studiato recitazione, portando magari anche le cose fatte sui social. E poi se un giorno dovesse capitare qualcosa in tv, volentieri, perché no».

© RIPRODUZIONE RISERVATA