Il Tirreno

La tragedia

Montignoso, uccide la moglie e si suicida. L’allarme, i possibili motivi del gesto e le indagini

di Giovanna Mezzana
La coppia e gli accertamenti dei carabinieri (foto Cuffaro)
La coppia e gli accertamenti dei carabinieri (foto Cuffaro)

La comunità sotto choc: «Siamo sconvolti, non riusciamo a capacitarci»

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MONTIGNOSO. Le chiavi sulla porta di entrata e il pane fresco rimasto fuori casa – nonostante fosse la tarda mattinata – dovrebbero avergli suggerito che qualcosa era fuori posto. Così Giampaolo Maghelli ha varcato quell’uscio. E ha scoperto i corpi senza vita del fratello e della cognata: lui, Alberto Maghelli, 85 anni, insegnante in pensione; lei, Tilde Buffoni, 83 anni, ex infermiera. Entrambi montignosini, coppia notissima in paese, insieme da una vita intera. La prima ipotesi che emerge è che lui possa avere sparato alla moglie e poi aver rivolto l’arma – una pistola, detenuta legalmente – contro di sé. Indagano i carabinieri di Massa, la Procura massese ha aperto un’inchiesta e il fascicolo è nelle mani della pubblico ministero Giulia Giancola. La comunità di Montignoso è sconvolta.

La tragedia

Siamo nella frazione di Capanne, in via Osteriaccia, stradina residenziale su cui si aprono ville e villini, che a monte si imbocca da via Sforza e, procedendo a valle, scivola sulla strada Aurelia. Siamo al civico 23: qui c’è una villa bifamiliare circondata da giardino. Sono passate le 11. Giampaolo Maghelli, che vive lì, al piano terra, entra nell’appartamento del fratello, al piano superiore. E da qui inizia la ricostruzione della tragedia per cui occorre l’uso del condizionale: le indagini dei carabinieri sono in corso. Avrebbe trovato sia il marito che la moglie sul letto, in camera: lei con una ferita da arma da fuoco alla testa – stando a quanto trapela – lui con una ferita da arma da fuoco al volto.

L’allarme

I vicini sentono urla. La macchina dei soccorsi si mette in moto. Sono le 12,15 (del 17 febbraio) quando viene inviata una chiamata al 118: arrivano l’automedica nord di Querceta e l’ambulanza della Croce Rossa di Massa; gli operatori del servizio di emergenza-urgenza non possono fare altro che costatare che i coniugi sono morti. Ci sono i carabinieri di Massa, arriva il personale specializzato del nucleo investigativo del comando provinciale dell’Arma per fare i rilievi tecnici. Arriva il sindaco Gianni Lorenzetti che conosceva la coppia da sempre.

L’indagine

Sono circa le 14, 30 quando alla villa giungono la pm Giancola e il medico legale. Nulla trapela. Una delle idee prudenziali che aleggia è che sul gesto del marito possano aver avuto un’influenza le fragilità di entrambi, ormai anziani, ultraottantenni: lui che viveva con una difficoltà respiratoria, lei con difficoltà a deambulare. Saranno le indagini a fare luce su cosa sia realmente accaduto in quell’appartamento.

«È tutto incredibile»

È ormai il primo pomeriggio e qualche vicino, intanto, azzarda: e si avvicina al cancello. Vorrebbe sapere di più ma non ha il coraggio di chiedere. «Siamo sconvolti, non riusciamo a capacitarci di ciò che sia accaduto». Qui tutti si conoscono, Montignoso è ancora quella che si definisce – a buon diritto – una comunità. Alberto e Tilde hanno trascorso tutta la vita, insieme, a Montignoso. Lui aveva insegnato per molti anni applicazioni tecniche alle scuole medie Giorgini e aveva sempre avuto un ruolo attivissimo nell’organizzazione della tradizionale kermesse della Pefana (la Befana) di Montignoso. Lei era stata infermiera, «ed era una donna bellissima». Due figli, Sara – che vive in Versilia e che ieri mattina, 17 febbraio, era lì, distrutta dal dolore – e Nicola che vive a Milano. Erano anche nonni di un nipotino Alberto e Tilde.

Certo è che negli ultimi tempi avevano dovuto rinunciare alle frequentazioni sociali e alla vita di paese per gli acciacchi dell’età, erano però tutto fuorché isolati: basti pensare alla vicinanza del fratello, che ha scoperto la tragedia, a quella della figlia. Risulta tutto inspiegabile, insomma.