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Trapianti, a Livorno giù il numero di chi dice no: «Grande lavoro di sensibilizzazione»

di Martina Trivigno
Giuseppe Bozzi, Gian Ugo Berti ed Elena D’Imporzano (fotoservizio Franco Silvi)
Giuseppe Bozzi, Gian Ugo Berti ed Elena D’Imporzano (fotoservizio Franco Silvi)

L’analisi degli esperti al convegno del Tirreno: in crescita le donazioni

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LIVORNO. I numeri sono inversamente proporzionali: le donazioni di organi e tessuti sono aumentate nell’ultimo anno (+11,6 per cento), mentre il numero di chi si oppone a un trapianto è calato drasticamente (-27%). Sono questi alcuni dei dati divulgati ieri nel corso dell’incontro organizzato dal Tirreno nella sede di viale Alfieri a cui hanno partecipato come relatori Elena D’Imporzano, medico del coordinamento “Donazioni e trapianti” dell’Asl Toscana nord ovest, e Giuseppe Bozzi, presidente dell’associazione “Per donare la vita onlus”, con il coordinamento del medico Gian Ugo Berti. «Siamo felici di aver ospitato questo momento di incontro e confronto – commenta il direttore del Tirreno, Cristiano Marcacci – . Il tema dei trapianti è attuale e al tempo stesso complesso: per questo merita di essere approfondito e il compito di un giornale è anche quello di aiutare i cittadini a comprendere meglio ciò che potrebbe sembrare lontano da noi e invece non lo è. Grazie quindi ai relatori e ai cittadini che hanno partecipato all’iniziativa».

Secondo quanto spiegato dalla dottoressa D’Imporzano, l’aumento delle donazioni di organi e tessuti è in lieve rialzo. «Sono stati compiuti grandi passi in avanti – sottolinea il medico – . La chemioterapia primaria, da una parte, e la farmacoterapia immunodepressiva, dall’altra, consentono oggi una miglior sopravvivenza in attesa del trapianto e un’aumentata sopravvivenza del graft (chi subisce una reazione immunitaria esercitata dalle cellule trapiantate provenienti dal donatore nei confronti dei tessuti della persona che le riceve, ndr) ».

Nel 1967 – era il 2 dicembre – fece scalpore la notizia del primo trapianto di cuore effettuato da Christiaan Barnard in Sudafrica, mentre era il 15 febbraio 1972 quando il professor Mario Selli eseguì il primo trapianto di rene all’ospedale di Pisa nonché il primo trapianto d’organi in Toscana. E da allora tutto è cambiato, anche sul fronte di chi dice no. «Un calo significativo pari a meno 27% – sottolinea D’Imporzano – legato a doppio filo con la sensibilità alla donazione dimostrata in Toscana e più in generale in Italia». E proprio in questa direzione va il lavoro svolto dall’associazione “Per donare la vita onlus”. «Il trapianto significa il ritorno al lavoro per qualcuno o la ripresa degli allenamenti per qualcun altro; per molti è comunque sinonimo di ritorno al piacere di una vita serena – spiega il presidente Giuseppe Bozzi – . Consapevoli di tutto ciò, i nostri volontari specializzati, oltre ad assistere i pazienti e le loro famiglie durante l’esperienza del trapianto, si occupano anche di guidarli e informarli sui cambiamenti da apportare nello stile di vita degli assistiti in un’ottica di piena consapevolezza e autonomia. Tuttavia questo non sarebbe possibile se alla base di tutto non ci fosse una solida cultura della donazione e del trapianto d’organi. Ecco perché, per la nostra associazione, assistenza e promozione sono due attività complementari. La nostra è infatti un’importante attività di divulgazione per riuscire a raggiungere il maggior numero possibile di persone». Soprattutto i più giovani.

«A Livorno abbiamo sempre trovato un’attenzione particolare sul tema dei trapianti anche grazie al progetto “Una scelta in Comune” dell’Organizzazione toscana trapianti (Ott) rivolto agli studenti di quarta superiore – conclude la dottoressa D’Imporzano – . Non era scontato: si tratta infatti di donazioni post mortem e questo implica, di conseguenza, di affrontare il tema della morte. Qui, però, non abbiamo incontrato difficoltà, ma solo grande interesse».

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