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Livorno

L'intervista

Dai Tiromancino a re dell'horror: Federico Zampaglione a Livorno al festival della paura: «Girare in Toscana? Sì, offre spunti»

di Claudio Marmugi
Dai Tiromancino a re dell'horror: Federico Zampaglione a Livorno al festival della paura: «Girare in Toscana? Sì, offre spunti»

Il regista e musicista a Livorno al festival della paura tra cinema e letteratura

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LIVORNO La descrizione di un brivido. Federico Zampaglione dei Tiromancino sbarcherà a Livorno sabato 12 ottobre alle 22 al Fi.Pi.Li Horror Festival in una delle sue vesti principali: quello di autore internazionale di horror da esportazione, regista e sceneggiatore di un pugno di film di culto che vanno da “Shadow” a “Tulpa” passando per “Nero bifamiliare” e “Morrison”. Il suo terzo film dell’orrore è, appunto, “The Well” uscito ad agosto 2024, buon successo al box office e venduto in 104 Paesi, tra cui Usa, Giappone, Inghilterra e Germania, che Zampaglione accompagnerà al Cinema Teatro “4 Mori” in carne ed ossa e dopo la proiezione dialogherà col pubblico. Protagoniste della pellicola l’attrice americana Lauren LaVera (Terrifier 2 e 3) e l’italiana Claudia Gerini.

La storia racconta di una restauratrice che si avventura nella provincia italiana più inquietante per riportare un quadro al suo antico splendore. Sulla sua strada, però, troverà un mostro e una maledizione. Nel cast anche l’attore di culto dell’horror italiano Giovanni Lombardo Radice, scomparso nel 2023.

Un film che parla anche un po’ toscano perché “il mostro”, Guron, è interpretato dall’attore di Querceta (frazione di Seravezza, Lucca) Stefano Martinelli, al suo primo film “di paura” dopo svariate esperienze di comico e cabarettista. L’arrivo di Federico Zampaglione in Toscana per il festival livornese è stata l’occasione per parlare di cinema e musica con un maestro assoluto di entrambe le arti.

Zampaglione, girerebbe un horror nella nostra regione?

«Assolutamente sì. La Toscana offre tantissimi spunti visivi, molti ambienti. Potrei utilizzare il mare, ma anche i boschi. Ce ne sono tanti, di bellissimi e misteriosi».

Conosce bene Livorno?

«Ci sono state diverse volte. Ho fatto tanti concerti con i Tiromancino, parecchie date. Però al Festival è la prima volta che vengo e sono davvero curioso. Mi sembra di capire che ci sia un’atmosfera molto calda e attenta verso questo genere, che amo».

Che relazione c’è tra il cantautore romantico e il regista dell’orrore?

«Io spero “l’emozione”. Questa è la mia ricerca. Entrare dentro le emozioni. Per descriverle e rappresentarle. Non è detto che un’emozione primaria sia per forza bella. C’è anche la paura, lo spavento, l’angoscia. Da una parte sondo le emozioni solari, dall’altra quelle che devastano».

Non è rischioso?

«Beh, sì. Mostrarsi al contrario di come ti sei fatto conoscere ha un buon coefficiente di rischio. Qualcuno si potrebbe chiedere: “Ma quest’uomo chi è? Quello della “Descrizione di un attimo” o quello degli orrori indicibili di “The Well” o “Shadow”? Però i miei fan hanno capito che ci credo, che lo faccio col cuore. Amo la canzone d’autore e l’horror d’autore».

E lei è l’ultimo autore dell’horror in Italia. Come si sente in questo ruolo?

«Ho una mia visione personale di questo genere. Finora ho sperimento la dimensione dell’incubo. Mi piace portare lo spettatore dentro atmosfere cupe, violente e disturbanti, quasi psichedeliche».

Come è arrivato alla protagonista americana di Terrifier?

«Le ho scritto “da fan” dopo aver visto Terrifier 2. Lei mi ha risposto che suo marito era italiano ed era un mio grande ammiratore. Da lì abbiamo iniziato a scambiarci messaggi e siccome stavo preparando il film, le ho chiesto se voleva leggere la sceneggiatura. Aveva diversi progetti in ballo, ma ha scelto di venire in Italia a fare “The Well».

E com’è stato tornare a lavorare con Claudia Gerini?

Il pubblico la conosce per le commedie. Ma ha un volto che funziona molto nel thriller. È perfetta. S’intona col contesto».

Vorrebbe appropriarsi di un film horror hollywoodiano, magari una grande saga?

«No, mi piace il cinema internazionale indipendente. Non avrei il controllo dell’opera. Mezzo “The Well” me l’avrebbero cassato. C’è una sequenza di iper-violenza di 11 minuti. Ne avrebbero lasciati 2 a malapena.

Che progetti ha per il futuro?

«Ho scritto una nuova canzone che mi piace molto. E’ un po’ che non scrivevo una canzone così. La sento speciale. Per il cinema, sto lavorando ad una storia. Però mi voglio prendere i tempi giusti». l
 

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